Tra bilanci e barricate: il futuro di STMicroelectronics resta incerto

L’incontro tra STMicroelectronics e i sindacati a Catania non ha dissipato le preoccupazioni dei sindacati che continuano a chiedere l’intervento urgente del Governo.
Si è tenuto a Catania un incontro tra la direzione aziendale di STMicroelectronics e la delegazione sindacale nazionale, in un contesto di forte preoccupazione per il futuro dell’azienda. Secondo i sindacati, la direzione ha precisato in apertura che il piano di risparmio annunciato da Chery non prevede tagli occupazionali del 6% in Italia, come ipotizzato da alcuni articoli di stampa.
I rappresentanti sindacali riferiscono che durante l’incontro sono stati illustrati i dati economici e finanziari relativi al 2024 e le previsioni per il 2025. Secondo quanto riportato “il 2024 si è chiuso si è chiuso con un calo dell’utile netto del 63%, dovuto principalmente ai dati negativi del settore industrial -49%, all’elettronica di consumo del 13% e dell’automotive dell’11%. Rispetto agli stessi settori è confermato chel’automotive rimane il comparto più importante con il 46% dei volumi di vendita seguito da elettronica consumo con il 21% e industriale con 20%”.
I sindacati sottolineano che, per quanto riguarda il 2025, non vi sia ancora una previsione di fatturato complessivo. Tuttavia, “la stima per il primo trimestre si attesterebbe a 2,51 miliardi di euro, con un calo del 24,4% rispetto ai primi tre mesi del 2024 e una flessione del 27,6% rispetto al trimestre precedente. Nonostante queste difficoltà, la direzione aziendale avrebbe confermato come obiettivo il raggiungimento di 18 miliardi di fatturato entro il 2028 e 20 miliardi entro il 2030”. Il coordinamento della Fim esprime perplessità su tale prospettiva, visto anche che il 2025 tendenzialmente si chiuderà sui 10 e 11 miliardi. “Raddoppiare il fatturato in 5 anni è abbastanza utopistico” commenta il segretario del coordinamento, Massimiliano Nobis.
Secondo i sindacati, è indispensabile avviare un confronto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sottolineando che il ministero di Giorgetti detiene il 13% delle azioni di STMicroelectronics, così come il Governo francese. Il sindacato ritiene fondamentale garantire investimenti non solo per il sito produttivo di Catania, ma anche per quello di Agrate, e destinare nuove risorse alla ricerca e sviluppo per introdurre nuovi prodotti e rimanere competitivi nel mercato.
A margine dell’incontro, i sindacati ribadiscono la necessità di valutare percorsi di prepensionamento, ma solo dopo un confronto con il Ministero, in un quadro più ampio di sviluppo industriale e occupazionale.
La situazione in STMicroelectronics è sempre più delicata. Solo martedì scorso, i lavoratori, insieme alle organizzazioni sindacali, hanno organizzato uno sciopero di due ore con presidio davanti ai cancelli dell’azienda, manifestando le loro preoccupazioni e chiedendo l’intervento del Governo per garantire un futuro certo ai dipendenti e al settore dei semiconduttori in Italia.