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Voci dalla storia: tre forti testimonianze alla scuola Rodari di Desio

5 febbraio 2025 | 09:31
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Voci dalla storia: tre forti testimonianze alla scuola Rodari di Desio

Le classi terze della scuola media Rodari hanno incontrato i coniugi Franco Isman e Rosella Stucchi e la professoressa Agostina Tagliabue che hanno raccontato gli anni tremendi della dittatura nazifascista e della seconda guerra mondiale.

Tre forti testimonianze alla scuola media Rodari di Desio, dell’istituto comprensivo Prati, in occasione della giornata della Memoria. Nei giorni scorsi, le studentesse e gli studenti delle classi terze hanno incontrato a scuola i coniugi Franco Isman e Rosella Stucchi e la professoressa Agostina Tagliabue. Tre ospiti speciali, in grado di raccontare cosa volesse dire, in concreto, vivere negli anni tremendi della dittatura nazifascista e della seconda guerra mondiale.

Lui ebreo salvato dalla deportazione, lei figlia di un partigiano

Franco Isman, Rosella Stucchi e Agostina Tagliabue hanno raccontato leingiustizie di quegli anni bui, ma anche le scelte di coraggio e libertà che emergono sempre, anche nelle ore più tremende della storia. L’ebreo Franco Isman, che si reputa non religioso, ha affermato col sorriso di credere alla “Provvidenza divina”, dopo l’esperienza di accoglienza ricevuta presso il rifugio Mottada parte di don Luigi Re che, effettivamente, lo ha salvato dalla deportazione ad Auschwitz con un’esilarante, ma pericolosa “bugia”. Rosella Stucchi, sua moglie, negli anni della seconda guerra mondiale ha conosciuto Franco, con il quale festeggia 72 anni di matrimonio, e ha raccontato l’esperienza del padre, il generale Stucchi, comandante “gentiluomo” delle truppe partigiane.

Il nonno della prof, che accolse due donne ebree rischiando la vita

La professoressa Agostina Tagliabue, ospite ormai consueta ed ex docente della scuola Rodari, ha raccontato con dolcezza e commozione di quando il nonno decise di accogliere nel solaio della propria abitazione due donne ebree, rischiando a sua volta la vita, semplicemente perché sentiva il “dovere” di accogliere chi veniva perseguitato. La professoressa ha sottolineato come anche i vicini di casa, pur avendo compreso cosa stesse accadendo, avessero tenuto il silenzio, un silenzio per la prima volta non di indifferenza, ma “foriero di vita”.

Il bisogno di testimonianze vere e credibili

“Allora accade ciò che sembra impossibile: la verità, al di là di ogni becero negazionismo e contro rigurgiti di odio di ieri e di oggi, si impone sempre, come una bella giornata di sole: così, il racconto di questi tre amici ha tenuto incollati per due ore i nostri ragazzi , quegli stessi ragazzi che ci sembrano sempre assonnati, distratti, altrove, ma che, forse, hanno forte bisogno di testimoni veri, credibili, in grado di ridestare in loro grandi domande e di proporsi come compagni di strada alla ricerca di risposte” commenta la professoressa di lettere della scuola Rodari Alessandra Spota. “Solo così finiremo di aspettare una data in particolare per commemorare ciò che è stato e ingaggeremo una battaglia personale, quotidiana perché non accada più”.