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Il pensionato devoto che fa ricorso al Tar per salvare la sua Madonnina (abusiva)

3 marzo 2025 | 10:07
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Il pensionato devoto che fa ricorso al Tar per salvare la sua Madonnina (abusiva)

A Briosco, un 80enne rischia di perdere il suo piccolo santuario nel bosco. Il Comune ha ordinato la demolizione della “Madonnina abusiva”, ma l’anziano ha fatto ricorso al Tar

Briosco. Il piccolo santuario fai da te di Giovanni Riva, 80enne di Briosco, ha i giorni contati. Il Comune ha infatti notificato all’anziano un’ordinanza di demolizione, su segnalazione dell’Ente Parco, intimandogli di rimuovere entro 30 giorni tutte le strutture presenti. Il motivo? Mancanza dei necessari permessi edilizi e paesaggistici. In caso di mancato intervento, la questione verrà segnalata all’autorità giudiziaria.

Briosco, la Madonnina abusiva

Nel cuore del Parco regionale della Valle del Lambro, nascosta tra gli alberi, si trova una piccola oasi di pace. Una casetta in lamiera verde, un tavolino con panche, una baracca in legno per gli attrezzi da giardino e un piccolo stagno con una Madonnina e lumini accesi. Per quasi mezzo secolo, questo angolo di serenità è stato il rifugio di un uomo di 80 anni, che ora rischia di doverlo abbandonare per sempre.

La statua che raffigura la Vergine Maria si trova su un terreno boschivo acquistato dal brioschese 45 anni fa, sottoposto sei anni dopo al vincolo del Parco regionale della Valle del Lambro. Da qui la richiesta di liberare l’area per mancanza di permessi edilizi e paesaggistici.

Il ricorso al TAR

La notizia ha fatto velocemente il giro del web. C’è chi sostiene Giovanni Riva, reputando la scelta dell’Amministrazione comunale di Briosco ingiusta, e chi invece appoggia il Comune, sottolineando che le regole vanno rispettate da tutti. L’80enne, però, non vuole sentire ragioni e ha deciso di fare ricorso al Tar della Lombardia con l’aiuto del suo avvocato, Umberto Grella. La difesa si basa su diversi punti chiave: innanzitutto, la casetta in lamiera verde non sarebbe di sua proprietà, trovandosi su un terreno intestato a un’altra persona. Inoltre, il vincolo paesaggistico sull’area sarebbe stato imposto solo nel 1985, sei anni dopo la realizzazione delle strutture. L’avvocato sostiene anche che gli elementi contestati non possono essere considerati vere e proprie costruzioni, in quanto non modificano in modo significativo il paesaggio e sono in parte amovibili.

Secondo la difesa, quindi, l’ordinanza di demolizione sarebbe eccessiva e ingiustificata. Ora spetta ai giudici amministrativi decidere se l’anziano potrà ancora ritrovarsi con gli amici su quelle panchine e continuare a prendersi cura del suo piccolo angolo di pace nel verde della Brianza.