Come opporsi ad un pignoramento presso terzi con l’avvocato Monardo

11 marzo 2025 | 07:00
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Come opporsi ad un pignoramento presso terzi con l’avvocato Monardo

Il pignoramento presso terzi è una procedura esecutiva che permette ai creditori di recuperare il proprio credito prelevando direttamente somme dovute al debitore da terzi, come il datore di lavoro, la banca o l’INPS. Questo significa che una parte dello stipendio, della pensione o del saldo sul conto corrente può essere bloccata e trasferita al creditore per soddisfare il debito.

Molti debitori scoprono improvvisamente che il proprio conto corrente è stato pignorato o che una parte dello stipendio viene trattenuta ogni mese senza sapere come difendersi. È importante sapere che non tutti i pignoramenti sono legittimi e che esistono strumenti legali per opporsi, ridurre l’importo pignorato o addirittura annullare l’azione esecutiva.

Ma quando è possibile opporsi a un pignoramento presso terzi? Quali sono i limiti imposti dalla legge? Cosa fare se il pignoramento riguarda somme impignorabili? Esistono soluzioni per ridurre il debito e liberarsi dal pignoramento?

In questo articolo analizzeremo tutte le possibilità di opposizione a un pignoramento presso terzi, le strategie legali per ridurre o eliminare il prelievo forzoso e le soluzioni offerte dalla Legge 3/2012 sul sovraindebitamento e dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) per chi non è in grado di pagare i propri debiti.

Se hai subito un pignoramento e vuoi sapere come difenderti e tutelare il tuo reddito, continua a leggere l’articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in opposizioni a pignoramenti presso terzi e cancellazione debiti.

Qui invece per approfondire in autonomia come funziona il pignoramento presso terzi e come difendersi.

Cos’è il pignoramento presso terzi e come funziona?

Il pignoramento presso terzi è una procedura esecutiva con cui un creditore, munito di titolo esecutivo, blocca somme o beni del debitore che si trovano nella disponibilità di un soggetto terzo. Questo strumento consente al creditore di recuperare il proprio credito senza dover necessariamente aggredire direttamente il patrimonio del debitore, ma intervenendo su soggetti che detengono o devono corrispondere somme al debitore, come banche, datori di lavoro o clienti. Il pignoramento presso terzi è una delle forme più utilizzate di esecuzione forzata perché permette di ottenere il pagamento del debito in modo rapido e sicuro.

Il funzionamento del pignoramento presso terzi segue una procedura specifica regolata dal Codice di Procedura Civile. Il creditore deve essere in possesso di un titolo esecutivo, come una sentenza, un decreto ingiuntivo definitivo o una cambiale protestata, che attesti l’esistenza del debito. Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore deve notificare un atto di precetto al debitore, intimandogli di pagare entro 10 giorni. Se il pagamento non avviene, il creditore può procedere con il pignoramento presso terzi notificando un atto al terzo e al debitore.

Le principali forme di pignoramento presso terzi sono:

– Pignoramento dello stipendio o della pensione: Il creditore può richiedere al datore di lavoro o all’ente previdenziale (INPS) di trattenere una parte dello stipendio o della pensione del debitore per soddisfare il credito. La quota pignorabile dello stipendio è pari a un massimo di un quinto del netto percepito, mentre per la pensione è pignorabile nella stessa percentuale solo la parte che eccede il doppio dell’assegno sociale (circa 1.100 euro nel 2024).

– Pignoramento del conto corrente: Se il debitore ha somme depositate in banca o su un altro istituto finanziario, il creditore può bloccare e prelevare i fondi disponibili fino a concorrenza del debito. Se il conto contiene solo somme derivanti da stipendio o pensione, la legge prevede che il debitore abbia diritto a mantenere una somma minima pari al triplo dell’assegno sociale (circa 1.600 euro nel 2024).

– Pignoramento di crediti vantati dal debitore verso terzi: Se il debitore ha fatture da incassare da clienti o somme dovute da altri soggetti, il creditore può richiedere al terzo di versare direttamente a lui le somme dovute, fino all’ammontare del debito. Questa forma di pignoramento è molto utilizzata nei confronti di professionisti, imprenditori e aziende che vantano crediti verso fornitori o clienti.

Una volta notificato l’atto di pignoramento presso terzi, il soggetto terzo è obbligato a dichiarare se detiene somme o beni del debitore. Se il terzo conferma di avere disponibilità economiche del debitore, il giudice dell’esecuzione può disporre l’assegnazione delle somme al creditore. Se il terzo non collabora o non risponde alla notifica, può essere ritenuto direttamente responsabile e obbligato a pagare il debito in luogo del debitore.

Se il debitore ritiene che il pignoramento presso terzi sia illegittimo o eccessivo, può opporsi presentando ricorso al tribunale. Può farlo se il debito è già stato pagato, se il credito è prescritto, se il pignoramento ha superato i limiti di legge o se il terzo ha dichiarato informazioni errate. In caso di opposizione, il giudice può sospendere il pignoramento e ridurre l’importo trattenuto.

Se il pignoramento presso terzi riguarda debiti fiscali, come cartelle esattoriali non pagate, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può procedere direttamente senza necessità di ottenere una sentenza, ma il debitore ha la possibilità di richiedere la rateizzazione del debito e ottenere la sospensione dell’azione esecutiva.

In conclusione, il pignoramento presso terzi è uno strumento di recupero crediti molto efficace che consente al creditore di ottenere il pagamento agendo su somme e beni del debitore detenuti da soggetti terzi, come datori di lavoro, banche o clienti. Esistono limiti di pignorabilità che proteggono il debitore e possibilità di opposizione in caso di errori o irregolarità. Agire tempestivamente e con il supporto di un professionista esperto è essenziale per difendersi o per gestire al meglio la situazione.

Quali somme possono essere pignorate? Tutte o ci sono eccezioni?

Non tutte le somme possono essere pignorate: la legge stabilisce limiti precisi per tutelare il debitore e garantire che non venga privato dei mezzi essenziali per la sopravvivenza. Il pignoramento può riguardare conti correnti, stipendi, pensioni e altri crediti del debitore, ma esistono eccezioni che impediscono ai creditori di sequestrare determinati importi o tipologie di entrate. Le somme pignorabili variano in base alla loro natura e al soggetto che le detiene, con regole specifiche per ciascun caso.

Le somme pignorabili includono:

– Stipendi e salari: Il creditore può pignorare fino a un quinto dello stipendio netto del debitore, trattenuto direttamente dal datore di lavoro. Se il pignoramento è per debiti fiscali, la quota pignorabile varia tra il 10% e il 20% a seconda dell’importo dello stipendio. Se ci sono più pignoramenti in corso, la somma totale trattenuta non può superare il 50% dello stipendio netto.

– Pensioni: Le pensioni possono essere pignorate solo nella parte che eccede il doppio dell’assegno sociale (circa 100 euro nel 2024). La quota massima pignorabile è un quinto della somma eccedente.

– Conti correnti: Il pignoramento del conto corrente può bloccare tutte le somme disponibili al momento dell’esecuzione, ma se il saldo contiene stipendi o pensioni già accreditati, il debitore ha diritto a mantenere una somma minima pari a tre volte l’assegno sociale (circa 600 euro nel 2024).

– Crediti verso terzi: Se il debitore ha crediti nei confronti di altre persone o aziende (ad esempio fatture da incassare), il creditore può pignorarli, obbligando il terzo a versare direttamente a lui le somme dovute.

– TFR (Trattamento di Fine Rapporto): Il TFR può essere pignorato, ma solo per un massimo di un quinto dell’importo totale, salvo debiti alimentari o fiscali, che possono comportare trattenute superiori.

– Indennità di licenziamento: Anche le somme percepite dal lavoratore in caso di licenziamento possono essere pignorate, nei limiti previsti per lo stipendio e il TFR.

Le somme impignorabili includono:

– Sussidi di disoccupazione (NASpI): Non possono essere pignorati perché destinati al sostegno del lavoratore senza reddito se inferiore a 801,63 euro, cioè se la somma ricevuta non eccede una volta e mezza l’assegno sociale INPS.

– Pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento: Sono totalmente impignorabili in quanto servono a garantire il sostentamento di persone con disabilità.

– Assegni di maternità e assegni familiari: Tutte le somme erogate per il sostegno della famiglia sono impignorabili.

– Sussidi pubblici e assistenza sociale: Qualsiasi forma di assistenza pubblica (bonus, reddito di cittadinanza, assegni sociali) è protetta dal pignoramento.

– Fondi pensione e previdenza complementare: Le somme depositate nei fondi pensione non possono essere pignorate fino al momento del loro effettivo incasso.

Se il pignoramento supera i limiti previsti dalla legge, il debitore può presentare opposizione al tribunale per chiedere la riduzione della somma trattenuta o l’annullamento del provvedimento. È fondamentale conoscere le norme sulla pignorabilità delle somme per difendersi da eventuali abusi e garantire che il pignoramento non pregiudichi la sopravvivenza economica del debitore e della sua famiglia. In caso di difficoltà, è possibile valutare soluzioni come la rateizzazione del debito o l’accesso alla Legge Salva Debiti per ottenere una protezione maggiore.

Quando si può opporre un pignoramento presso terzi? Tutti i casi

Opporsi a un pignoramento presso terzi è possibile in diversi casi, a seconda delle irregolarità nella procedura, dell’inesistenza del debito o della violazione dei limiti di pignorabilità. Il pignoramento presso terzi è una procedura con cui il creditore blocca somme o beni del debitore che si trovano nella disponibilità di un soggetto terzo, come un datore di lavoro, una banca o un cliente. Se il pignoramento presenta vizi di forma o di sostanza, il debitore può presentare opposizione al tribunale per chiedere l’annullamento o la riduzione dell’importo pignorato.

I principali casi in cui è possibile opporsi al pignoramento presso terzi

1) Il debito non esiste o è già stato pagato

Se il debitore ha già saldato il debito prima che il creditore avviasse l’azione esecutiva, può presentare un’opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.) dimostrando che il credito non è più dovuto. Se il giudice accoglie il ricorso, il pignoramento viene annullato.

2) Il debito è prescritto

Ogni credito ha un termine di prescrizione, che varia a seconda della tipologia del debito (ad esempio, 10 anni per i debiti bancari e 5 anni per le alcune cartelle esattoriali). Se il pignoramento è stato avviato su un debito ormai prescritto, il debitore può opporsi chiedendo l’annullamento del provvedimento.

3) Il pignoramento supera i limiti di legge
Se il pignoramento riguarda stipendi, pensioni o conti correnti, esistono limiti precisi che devono essere rispettati:- Stipendio: pignorabile fino a un quinto del netto percepito.

– Pensione: pignorabile solo nella parte che eccede il doppio dell’assegno sociale (circa 1.100 euro nel 2024).

– Conto corrente: se il saldo proviene da stipendi o pensioni, il debitore ha diritto a conservare almeno il triplo dell’assegno sociale (circa 1.600 euro nel 2024).
Se il pignoramento ha superato questi limiti, è possibile presentare opposizione per ottenere la restituzione delle somme indebitamente trattenute.

4) Il creditore ha commesso errori nella procedura

Se il creditore non ha seguito correttamente la procedura prevista dalla legge, il debitore può presentare un’opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.). Alcuni errori che possono rendere il pignoramento nullo includono:

– Mancata notifica dell’atto di precetto prima del pignoramento.
– Notifica irregolare dell’atto di pignoramento presso terzi.
– Errori nell’importo richiesto.
– Mancato rispetto dei termini legali.

5) Il pignoramento riguarda somme impignorabili

Esistono somme che, per legge, non possono essere pignorate perché destinate alla sussistenza del debitore e della sua famiglia. Tra queste rientrano:

– Sussidi di disoccupazione (NASpI).
– Pensioni di invalidità e accompagnamento.
– Assegni familiari e sussidi per il sostegno alla famiglia.
– Fondi pensione e previdenza complementare.
Se il creditore ha pignorato somme appartenenti a queste categorie, il debitore può presentare opposizione per ottenere la revoca del provvedimento.

6) Il pignoramento è sproporzionato rispetto al debito

Se il valore delle somme o dei beni pignorati è eccessivo rispetto all’importo dovuto, il debitore può chiedere una riduzione del pignoramento. Questo accade spesso quando il pignoramento riguarda crediti verso terzi o beni di valore superiore al debito.

7) Il pignoramento presso terzi riguarda un conto cointestato

Se il conto corrente è cointestato con un’altra persona, il pignoramento può colpire solo la quota del debitore. Se il creditore ha bloccato l’intero saldo, il cointestatario può presentare opposizione per ottenere lo sblocco della propria parte.

8) Il debitore ha ottenuto la sospensione del debito con un accordo di rateizzazione

Se il debitore ha già ottenuto una rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate Riscossione o con il creditore, il pignoramento non può essere eseguito fino a quando i pagamenti sono in corso. Se il creditore procede comunque, il debitore può opporsi e chiedere la revoca dell’azione esecutiva.

9) Il debitore ha avviato una procedura di sovraindebitamento con la Legge Salva Debiti

Se il debitore si trova in grave difficoltà economica, può accedere alla Legge Salva Debiti per bloccare il pignoramento e riorganizzare il pagamento del debito. Una volta avviata la procedura, il tribunale può sospendere l’azione esecutiva e permettere al debitore di trovare una soluzione sostenibile.

Come presentare opposizione al pignoramento presso terzi

L’opposizione deve essere presentata al tribunale competente, allegando tutte le prove necessarie per dimostrare l’irregolarità del pignoramento. Il giudice può decidere di sospendere immediatamente l’esecuzione fino alla decisione finale. I tempi per l’opposizione variano a seconda del tipo di contestazione:

– Opposizione all’esecuzione (art. 615 c.p.c.): può essere presentata in qualsiasi momento, purché prima che il pignoramento venga completato.

– Opposizione agli atti esecutivi (art. 617 c.p.c.): deve essere presentata entro 20 giorni dalla notifica dell’atto.

In conclusione, opporsi a un pignoramento presso terzi è possibile quando il debito è inesistente o prescritto, quando il pignoramento supera i limiti di legge, quando riguarda somme impignorabili o quando il creditore ha commesso errori nella procedura. È fondamentale agire rapidamente per evitare la perdita definitiva delle somme pignorate e difendere i propri diritti. Con l’aiuto di un avvocato esperto, è possibile ottenere la sospensione o l’annullamento del provvedimento e trovare una soluzione più equa per la gestione del debito.

La legge salva debiti mi può aiutare a ridurre o addirittura a cancellare un pignoramento presso terzi? e come?

La Legge Salva Debiti, ovvero ilCodice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019),può offrire un aiuto concreto per ridurre o cancellare un pignoramento presso terzi, permettendo al debitore di riorganizzare il debito in modo sostenibile e, in alcuni casi, ottenere la cancellazione totale del debito residuo. Questa normativa è pensata per proteggere chi si trova in una condizione di sovraindebitamento, ovvero quando il reddito disponibile non è più sufficiente a coprire i debiti accumulati. Attraverso questa legge, il debitore può ottenere la sospensione del pignoramento e presentare un piano di pagamento che sostituisca l’azione esecutiva.

Se il debitore è soggetto a un pignoramento presso terzi, ad esempio sullo stipendio, sulla pensione o sul conto corrente, la Legge Salva Debiti offre tre strumenti principali per bloccare l’azione esecutiva e rinegoziare il debito:

– Il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, che permette al debitore di presentare un piano di pagamento sostenibile basato sulle sue reali capacità economiche. Se il giudice approva il piano, il pignoramento viene sospeso o revocato e il creditore è obbligato a rispettare le nuove condizioni.

– Il concordato minore, che consente di negoziare direttamente con i creditori un nuovo piano di rientro, evitando il blocco delle somme pignorate. Se i creditori accettano la proposta e il tribunale omologa l’accordo, il pignoramento viene cancellato e sostituito con il piano di pagamento concordato.

– La liquidazione controllata del patrimonio, che offre la possibilità di mettere a disposizione dei creditori i beni del debitore per il pagamento del debito. Se il debitore non ha beni sufficienti a coprire il debito, il tribunale può concedere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione definitiva del debito residuo.

Se il pignoramento presso terzi riguarda il conto corrente, la Legge Salva Debiti permette di chiedere la sospensione dell’esecuzione e il la svincolo delle somme pignorate. Se il giudice riconosce che il pignoramento impedisce al debitore di mantenere un livello di vita dignitoso, può ordinare la revoca del blocco sul conto corrente e garantire l’accesso a una somma minima per il sostentamento.

Se il pignoramento riguarda lo stipendio o la pensione, la Legge Salva Debiti può ridurre l’importo trattenuto o annullare l’intera procedura. La legge stabilisce che il massimo pignorabile è un quinto dello stipendio netto e che le pensioni sono pignorabili solo nella parte eccedente il doppio dell’assegno sociale (circa 1.100 euro nel 2024). Se il tribunale riconosce che il debitore è in grave difficoltà economica, può disporre la riduzione della quota pignorata o la sua cancellazione, sostituendola con un piano di rientro più equo.

Se il debito è troppo elevato e il debitore non ha possibilità di pagarlo, la Legge Salva Debiti permette di accedere alla liquidazione controllata del patrimonio e all’esdebitazione. In questo caso, il tribunale può cancellare definitivamente i debiti residui al termine della procedura, eliminando anche il pignoramento presso terzi. Se il giudice concede l’esdebitazione, il debitore viene liberato dall’obbligo di pagamento e può ripartire senza il peso delle obbligazioni non saldate.

Se il pignoramento presso terzi riguarda un debito fiscale con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, l’accesso alla Legge Salva Debiti può bloccare l’azione esecutiva e permettere di riorganizzare il pagamento del debito con una rateizzazione più sostenibile. Una volta approvata la procedura, il pignoramento viene revocato e il debitore può gestire il debito con una maggiore flessibilità.

Per accedere alla Legge Salva Debiti e ridurre o cancellare un pignoramento presso terzi, il debitore deve dimostrare di trovarsi in una condizione di sovraindebitamento e presentare la richiesta al tribunale tramite un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) o con l’aiuto di un avvocato specializzato. Il giudice, valutata la situazione economica e patrimoniale del debitore, può concedere la sospensione delle esecuzioni in corso e approvare un piano di rientro sostenibile. I tempi della procedura variano da alcuni mesi a un anno, ma permettono di risolvere definitivamente il problema del pignoramento presso terzi e di evitare la perdita di somme essenziali per la sopravvivenza del debitore.

In conclusione, la Legge Salva Debiti può offrire un aiuto concreto per ridurre o cancellare un pignoramento presso terzi permettendo di sospendere l’azione esecutiva, riorganizzare il debito in modo più sostenibile e, in alcuni casi, ottenere la cancellazione definitiva del debito residuo. Agire tempestivamente è fondamentale per evitare la perdita definitiva delle somme pignorate e per trovare una soluzione che permetta al debitore di recuperare la stabilità economica. Con il supporto di un professionista esperto, è possibile accedere a queste tutele e proteggere il proprio patrimonio.

Perché affidarsi all’Avvocato Monardo per opporti ad un pignoramento presso terzi e per cancellare i tuoi debiti

L’Avvocato Monardo è un esperto nella gestione delle opposizioni ai pignoramenti presso terzi e nelle procedure di sovraindebitamento. Coordina una rete di avvocati e commercialisti specializzati a livello nazionale nel diritto bancario e tributario.

In particolare, l’Avvocato Monardo:

– È gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), con un’esperienza approfondita nelle opposizioni ai pignoramenti e nelle strategie per l’estinzione del debito. Grazie alla sua competenza nel settore, fornisce assistenza legale qualificata ai debitori che si trovano ad affrontare azioni esecutive, aiutandoli a difendersi da pignoramenti ingiusti o sproporzionati. L’Avvocato Monardo analizza attentamente ogni caso, verificando la legittimità del pignoramento, la correttezza della notifica e il rispetto delle soglie di impignorabilità previste dalla legge. Interviene con azioni mirate per ottenere la riduzione dell’importo pignorato o l’annullamento dell’azione esecutiva, quando possibile. Inoltre, fornisce soluzioni concrete per chi si trova in una condizione di grave difficoltà economica, aiutando i debitori ad accedere alle procedure di sovraindebitamento e ai percorsi di esdebitazione previsti dalla normativa vigente Grazie alla sua esperienza e alla collaborazione con professionisti specializzati nel settore bancario e tributario, garantisce un supporto completo per la gestione delle crisi finanziarie, offrendo ai propri assistiti le migliori strategie per proteggere il proprio patrimonio e difendersi legalmente da ogni azione esecutiva indebita o eccessivamente onerosa.

– È iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia, un riconoscimento che attesta la sua elevata competenza nel settore giuridico e la capacità di offrire assistenza specializzata nelle controversie con i creditori. Grazie a questa qualifica, è in grado di rappresentare i suoi assistiti in tutte le fasi delle procedure esecutive, garantendo un supporto mirato nella gestione delle opposizioni ai pignoramenti e nelle trattative con i creditori L’Avvocato Monardo fornisce consulenza strategica per valutare le migliori azioni legali da intraprendere, esaminando la legittimità del pignoramento e verificando se sussistano vizi procedurali o possibilità di riduzione dell’importo pignorato. Il suo approccio include anche la predisposizione di ricorsi per sospendere l’azione esecutiva e l’elaborazione di soluzioni alternative per la gestione del debito, come piani di rientro concordati con i creditori Attraverso un’attenta analisi del caso specifico, supporta i suoi clienti nell’individuare le migliori strategie di difesa, lavorando per garantire il rispetto dei loro diritti e limitare al massimo l’impatto del pignoramento sul reddito e sul patrimonio personale o aziendale. La sua esperienza consolidata nel settore giuridico gli consente di offrire un’assistenza personalizzata, mirata a ottenere la tutela più efficace possibile per i debitori in difficoltà.

– Fa parte dei professionisti fiduciari di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), un incarico di alto livello che gli consente di supportare i debitori nella gestione della crisi finanziaria e nell’accesso agli strumenti giuridici previsti per ridurre o eliminare il pignoramento. Attraverso la sua esperienza, assiste le persone sovraindebitate nel valutare le migliori strategie per sospendere le azioni esecutive, verificando la possibilità di presentare opposizioni formali e cercando soluzioni che evitino l’aggravarsi della loro situazione economica L’Avvocato Monardo collabora con gli Organismi di Composizione della Crisi per guidare i debitori nelle procedure di sovraindebitamento, predisponendo piani di rientro sostenibili o accedendo all’esdebitazione nei casi di comprovata impossibilità di pagamento. Inoltre, analizza la validità del pignoramento, evidenziando eventuali vizi procedurali o irregolarità che possono essere utilizzate per ottenere la sospensione o l’annullamento dell’atto esecutivo Grazie alla sua approfondita conoscenza della normativa vigente e alla collaborazione con esperti nel settore bancario e fiscale, fornisce un’assistenza completa e personalizzata, aiutando i debitori a recuperare la stabilità economica e a proteggere il proprio reddito da azioni esecutive ingiuste o eccessivamente onerose.

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