Giornate Fai Primavera, oltre 3mila visitatori e non solo per la Monaca di Monza!

La Chiesa di San Maurizio, dove sorgeva il monastero in cui visse suor Virginia, ha trainato il successo dell’iniziativa. Buon riscontro anche per il teatro Belloni, il Molteni Museum e Villa Mirabello.
Monza. Il fascino della intricata storia della Monaca di Monza, resa eterna dai “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, continua ad attirare l’interesse di un pubblico vasto a distanza di oltre quattro secoli. E, proprio quando ricorrono i 450 anni dalla nascita di Marianna De Leyva, che fu anche Signora di Monza, la Delegazione FAI Monza nelle sue Giornate di Primavera non poteva non sfruttare l’occasione per aprire le porte della Chiesa di San Maurizio.
Se questo edificio sacro, a cui era annesso il monastero femminile di clausura, demolito nel 1956, nel quale tra il 1591 e il 1607 visse la Monaca di Monza, ha fatto da traino alle Giornate Fai di Primavera con 1020 visitatori, altri cinque luoghi del nostro territorio nel weekend di sabato 22 e domenica 23 marzo hanno fortemente contribuito al successo dell’iniziativa giunta alla 33esima edizione e capace di offrire 750 aperture in 400 città italiane.

I DETTAGLI
In un intrigante viaggio fra storia, letteratura, arte, spiritualità e design, infatti, a vedere il teatro Antonio Belloni di Barlassina, considerato il teatro d’opera più piccolo del mondo, il santuario di San Pietro Martire a Seveso, la Villa Mirabello nel Parco di Monza, il Molteni Museum a Giussano e l’Archivio Storico del Comune di Monza, aperto solo agli iscritti Fai per celebrare i 50 anni del Fondo per l’ambiente italiano, sono arrivati rispettivamente 700, 432, 536, 673 e 140 visitatori.
Per un totale di 3500 persone che, in due giorni piovosi di inizio primavera, guidati da 130 volontari impegnati nell’accoglienza del pubblico e come narratori, hanno deciso di venire a Monza e in Brianza, anche da fuori Provincia o Regione, per fare una visita culturale. Portandosi a casa qualcosa in più di qualche conoscenza storica, artistica o architettonica.
LA MONACA DI MONZA
Per chi ha scelto la Chiesa di San Maurizio, che nei secoli è stata protagonista di numerose modifiche e riedificazioni, non c’è stata soltanto l’emozione di entrare nel luogo dove Suor Virginia Maria fu ordinata. Anche perché l’originaria chiesa quattrocentesca è stata sostituita da quella attuale costruita nel Settecento e dell’antico monastero resta soltanto un portichetto con la buca per la ruota degli esposti.

Questa visita, che è stata animata da circa trenta studenti dell’Istituto Martino Bassi di Seregno e dell’Istituto Martin Luther King di Muggiò, per l’occasione Apprendisti Ciceroni, infatti, ha messo in evidenza anche il valore artistico del bene e la sua valenza storica.
“La Chiesa di San Maurizio, che fino al 10 aprile può essere votata come “Luogo del Cuore” del Fai, è stata anche un elemento per far innamorare dell’arte e della cultura i giovani Apprendisti Ciceroni” spiega Elena Colombo, Capo Delegazione FAI Monza, che ha supervisionato la gestione dei 6 itinerari insieme a Beatrice Biagiotti, Capo Gruppo Fai Giovani di Monza. “Ringrazio i loro docenti e Nicoletta Castagna, nostra delegata scuola del Fai per il grande lavoro svolto su questo fronte” continua.
IL RUOLO DEI PRIVATI
Mettere in piedi le Giornate Fai di Primavera è in ogni edizione una scommessa che si vince anche attraverso le poliedriche relazioni che, a livello locale, vengono messe in atto con enti, istituzioni e realtà di natura diversa. Da istituzioni quali il Duomo, il Comune di Monza, , la Reggia Di Monza e il centro Ambrosiano di Seveso a realtà imprenditoriali brianzole quali Belloni e Molteni.

La prima è una famiglia di ebanisti e mobilieri, ormai giunta alla quinta generazione, che è attiva a Barlassina dal 1875. E nel 1998 decide di rendere l’edificio storico della fabbrica, ormai abbandonato, sede di un teatro. Dieci anni dopo nasce il teatro Antonio Belloni che, con i suoi 98 posti, oltre ad essere il teatro d’opera più piccolo del mondo, è un vero gioiello di stile ed uno splendido esempio di mecenatismo imprenditoriale.
Basti pensare alla sua eccellente acustica, ai raffinati stucchi della pareti, ai mobili di pregio con cui è arredato e alla volta dipinta come un cielo che, al termine di ogni spettacolo, si illumina grazie a 1756 piccole lampadine. Proprio 1756 come l’anno di nascita di Mozart, che in Lombardia, nel suo peregrinare da enfant prodige, fu dal 1770 al 1773.
IL MOLTENI MUSEUM
Storia altrettanto affascinante, ma di altra natura, è quella del Molteni Museum a Giussano. Anche in questo caso le Giornate Fai di Primavera si sono imbattute in una storica famiglia di mobilieri brianzoli, nello specifico di design, che decide di dar vita all’inizio degli anni Duemila ad una realtà espositiva molto particolare.
L’edificio Glass Cube, rinnovato nel 2021, diviene la nuova sede del Molteni Museum e ora, proprio in questi giorni, cambia nuovamente pelle diventando “Museum 2D“. “Un percorso dedicato alla storia della grafica e della comunicazione pubblicitaria del Gruppo Molteni, che ha permesso ai visitatori del Fai di avere uno sguardo artistico sofisticato” afferma Colombo.

GLI ALTRI BENI
Il weekend delle Giornate Fai di Primavera non poteva non dare il giusto spazio al Parco di Monza. O meglio ad una delle sue tante sfaccettature. Villa Mirabello, villa di delizia voluta dalla famiglia Durini, con il suo salone d’onore e le stanze che lo circondano, è ancora oggi un fulgido esempio della cultura illuministica lombarda.
Ad impreziosirla anche il suo legame, ideale e prospettico, con Villa Mirabellino. I due edifici, uniti da un lungo viale di carpini, dopo la fine dell’epoca dei Savoia, sono stati accomunati anche da un progressivo stato di abbandono. Che sembra stia in parte per finire per Villa Mirabellino, nel 2022 giunta al decimo posto della classifica nazionale dei Luoghi del Cuore del FAI. “Ancora un paio di mesi e dovrebbero terminare i lavori al Belvedere dei Liriodendri” annuncia la Capo Delegazione FAI Monza.
L’ARCHIVIO STORICO
Se il Santuario di San Pietro Martire a Seveso, attraverso la storia di questo edificio sacro in stile “barocchetto” dedicato al frate domenicano ucciso nel 1252 proprio in questa zona e successivamente canonizzato, racconta l’importanza della spiritualità come tratto culturale della Brianza, l’Archivio Storico del Comune di Monza è una miniera di informazioni che pochi conoscono davvero.

Tra questi sicuramente i cinque archivisti della cooperativa CAeB (Cooperativa Archivi e Biblioteche e del Comune di Monza), coordinati da Gabriele Locatelli, che hanno mostrato ai visitatori del Fai alcuni dei migliaia di documenti, datati tra il XII secolo e il 1977, capaci di raccontare i molteplici aspetti della vita cittadina di Monza. Dalla Bolla papale del 1520 che decretò l’istituzione della scuola e dell’ospedale di Santa Marta alle lettere autografe di Virginia De Leyva, dai manoscritti sulla corona ferrea alla documentazione sulle Biennali delle arti decorative di Monza.
IL COMMENTO
“Anche questa edizione delle Giornate Fai di Primavera ci ha restituito la soddisfazione dell’essere riusciti ad interessare tante persone che sono venuti anche da lontano per visitare beni del nostro territorio – afferma Colombo – sono contenta soprattutto del coinvolgimento dei tantissimi volontari che hanno vissuto un’esperienza molto positiva all’insegna del divertimento e dello stare insieme”.
Un’esperienza che, nel lasciare il segno dell’impegno civico per la promozione e valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, architettonico e paesaggistico, avrà in ogni caso una continuazione. “Intanto nelle prossime settimane vogliamo ringraziare tutti i volontari con una cena da PizzAut e delle visite al teatro Belloni e al Molteni Museum – conclude la Capo Delegazione FAI Monza – poi per il futuro siamo sicuri che stiamo creando le basi per un passaggio di testimone in grado di far proseguire al meglio la missione del Fondo per l’Ambiente italiano”.