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MBCircle accende un faro sull’intelligenza artificiale

21 marzo 2025 | 09:50
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MBCircle accende un faro sull’intelligenza artificiale

Ospite del seminario gratuito e aperto a tutti Francesco Sacco, docente di Digital Economy presso l’Università dell’Insubria e SDA Bocconi nonchè presidente e partner di Kebula, azienda leader nelle soluzioni di AI generativa.

Monza. Quello dell’IA è un tema caldo che, in tutte le sue declinazioni, ritorna spesso nei dibattiti ed è al centro delle preoccupazioni di tante aziende sul territorio ma non solo. Se ne è parlato durante l’incontro “Intelligenza artificiale in arena: trend, opportunità e sfide” organizzato da MBCircle, la rete tra imprese di Monza e Brianza, allo Sporting Club. Il seminario gratuito e rivolto a imprenditori, liberi professionisti ma anche a giovani e studenti, ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione.

Tenuto da Francesco Sacco, docente di Digital Economy presso l’Università dell’Insubria e SDA Bocconi nonchè presidente e partner di Kebula, azienda leader nelle soluzioni di AI generativa, l’incontro si è svolto con un format innovativo e sfidante rispetto ai precedenti di MBCircle: la modalità arena. Modalità che ha visto le domande del pubblico e il rapporto costante con il relatore al centro della mattinata. L’obbiettivo: quello di permettere ai partecipanti un confronto diretto con uno specialista del settore, avendo la possibilità di guidare la scelta dei temi e la trattazione attraverso la propria curiosità.

Temi chiave del seminario le tendenze e gli sviluppi futuri dell’AI e il suo impatto sulle imprese, ma anche le opportunità e le minacce che derivano dalla diffusione delle tecnologie AI nei diversi settori ma anche la trattazione di applicazioni reali, con focus su comparti già in via di trasformazione, come quello finanziario e altre aree in forte evoluzione.

Seminario MBCircle intelligenza artificiale

“Il tema dell’Intelligenza artificiale è di fondamentale importanza, non parliamo solo di nuovi strumenti di supporto ma anche diun qualcosa che entra nei contenuti in modo interpretativo e generativo – il commento di Carlo Abbà, assessore a Lavoro, commercio e attività produttive del comune di Monza. “Io di formazione sono un ingegnere elettronico, mi sono sempre occupato di tecnologie e, personalmente investo in start-up innovatiche basate sull’utilizzo di IA. Le risorse economiche per finanziare iniziative in tal senso, ovvero verso una più compiuta modernizzazione, ci sono. Quello che manca ancora, in Italia, è un ecosistema che aiuti le start-up innovative a crescere. C’è bisogno sì di capitali ma non solo. Molti stati hanno messo a punto piani nazionali dedicati che in italia ancora mancano. Servirebbe, inoltre, una normativa più snella per favorire lo sviluppo tecnologico di tante imprese sul territorio”.

Seminario MBCircle intelligenza artificiale

Che cos’è davvero l’AI?

“La cosiddetta intelligenza artificiale nasce negli anni ’40 ma carsicamente, la sua popolarità ha sempre oscillato, solo negli ultimi anni ha raggiunto la popolarità a cui siamo abituati – spiega Sacco. “Chiamarla intelligenza artificiale è però totalmente fuorviante ed è una definizione che crea diversi problemi, in realtà si tratta di una macchina per fare previsioni, un insieme di meccanismi per fare previsioni. In concreto si occupa di capire che risposte noi riteniamo più utili e apprezziamo di più. La bravura nel fare previsioni dipende anche, ad esempio, dalla quantità di dati forniti. Le migliori previsioni si fanno quando ci sono tanti elementi per farle, vale anche per le previsioni del tempo e le scommesse”.

Seminario MBCircle intelligenza artificiale

“Quello che caratterizza l’AI è la presenza di un modello: il software che ci aiuta a fare le previsioni, distillato da un lungo lavoro di training sulla base di un numero sempre maggiore di dati. A seconda dei parametri e dei dati immessi, estrae ciò di cui prevede abbiamo più bisogno, prevede la migliore risposta in funzione della domanda. Se non facesse previsioni con un alto tasso di affidabilità, ciascuno di noi l’avrebbe gia messa da parte. La vera novità risiede quindi nella capacità di prevedere con un elevato tasso di affidabilità. Oggi abbiamo tra le mani dei modelli fruibili anche sui nostri smartphone, che stanno diventando sempre più potenti”.

“Di fatto, molti di noi usano l’AI come un motore di ricerca, cosa che tecnicamente è sbagliata e anche se possibile, non era il motivo per il quale è stata creata. Anche a causa di questa tendenza, Google ha perso un’importante quota di mercato. Se poi si vuole chiedere all’IA un ragionamento, questo non è possibile usufruendo delle versioni free e base, pensiamo a ChatGPT. In questo caso il modello dedicato è O1, di recenet uscito nella versione O3, da 200 euro al mese. Comincia a fare una cosa, ovvero Agentic Ai, e riesce a passare test di ammissione e prove senza farsi fregare, diciamo così. Naturalmente secondo le potenzialità derivate dal materiale usato per addestrarla”.

E per quanto riguarda i modelli leader come ChatGPT, Gemini o Perplexity, come spiegato da Sacco, la quantità di dati immessi è prossima a raggiungere lo “scibile universale”, che si prevede sarà raggiunto tra il 2026 e il 2028.

Un applicazione per le aziende

“È possibile usare l’AI ponendo domande tecniche? Sì, ma chi ti dice quali dati sono stati immessi nei modelli esistenti? – continua Sacco. “L’intelligenza artificiale si può addestrare con le schede tecniche che vuoi tu. Come azienda, noi lo abbiamo fatto per una società che si occupa di produrre piattaforme per elevazione. Abbiamo immesso le informazioni relative a tutti i loro componenti, addestrando il sistema quindi su misura. Loro, società leader in Europa, perdevano un milione di fatturato potenziale alla settimana perchè non riuscivano a fare i preventivi in maniera sufficientemente efficiente”.

“Loro ci dicono cosa vogliono fare e noi, grazie al nostro modello, realizziamo un modello CAD, in formato inventor. Realizziamo la scheda con il già il part number da prendere dal magazzino, verifichiamo se è disponibile in magazzino e facciamo già la bozza di preventivo che poi si può cambiare e integrare, in base ai rapporti commerciali che l’AI non conosce. In questo caso, non serve passare da una ricerca sul web, i componenti da mettere sono quelli che si vuole. Il tema ancora una volta sono i dati, la cosa più importante quando parliamo di AI”.

Le prospettive per il futuro tra imprese e formazione

Il rapporto Future of Jobs, stilato nel 2023, del World Economic Forum, prevede la perdita di 83 milioni di posti di lavoro contro la creazione di 69 milioni di postinuovi tra il 2023 e il 2027: uno spostamento strutturale di 152 milioni di posti di lavoro, pari al 23% del set di dati globale dell’Organizzazione Internazionale del lavoro. Un dato negativo che preoccupa molte imprese ma soprattutto molti lavoratori. Secondo McKinsey (2023), i tassi di adozione dell’AI più elevati si sono verificati nel settore della tecnologia, dei media e delle telecomunicazioni.

“Eppure, tra le skills che si prevede cresceranno di importanza tra il 2023 e il 2027 c’è il pensiero creatrivo, un’abilità tipicamente associata all’essere umano – chiarisce Sacco. “Quali saranno gli effetti dell’IA sul mercato del lavoro? La stima del World Economic Forum, che prevede un saldo negativo, mi sembra realistica. Ma dobbiamo tenere in considerazione il fatto che trasformazioni strutturali di questo tipo ci sono gia state nella nostra storia. Pensiamo al declino dei produttori di automobili, una volta negli USA erano migliaia. Noi però dobbiamo guardare alle opportunità di questa trasformazione tecnologica. Noi abbiamo tante piccole medie imprese la cui attività potrebbe essere migliorata e resa più efficiente da un uso corretto dell’IA. Queste sono opportunità la cui importanza va colta il prima possibile, anche a livello nazionale”.