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SportIN, inclusione e oratori pieni. A 25 anni, Pietro Casati rivoluziona lo sport

31 marzo 2025 | 09:36
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SportIN, inclusione e oratori pieni. A 25 anni, Pietro Casati rivoluziona lo sport
Pietro Casati, in piedi nel centro, insieme ad alcuni dei volontari

Una bella realtà brianzola, fatta e gestita da giovanissimi. Noi di MBNews abbiamo intervistato il suo fondatore

Besana in Brianza. 25 anni appena e tanta voglia di cambiare le cose. Sa di speranza e voglia di fare l’iniziativa di Pietro Casati, docente di educazione motoria di Villa Raverio. È lui la mente dietro SportIN, il progetto che unisce lo sport all’inclusione. Quella vera. Bambini con disabilità e non, insieme, per giochi, laboratori e attività sportive. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Alla base c’è anche la volontà di ridare vita ed energia agli oratori, oggi troppo poco frequentati dai giovani. Tutti obiettivi raggiunti, non senza fatica. Attivo da circa un anno, SportIN sta riscuotendo sempre più successo, e noi di MBNews abbiamo voluto scoprire come tutto questo è nato. Abbiamo quindi intervistato il suo fondatore, Pietro Casati.

Pietro Casati di SportINPietro Casati, 25 anni di Villa Raverio

Pietro Casati: “Lo sport inclusivo, per me una missione”

È appena diventato docente di ruolo di educazione motoria in una scuola di Carate Brianza. È durante la stesura della sua tesi di laurea magistrale che Pietro Casati, 25enne di Villa Raverio, ha avuto l’idea del progetto SportIN.
“Avevo già approfondito nella prima tesi i benefici dell’attività sportiva per le persone con disabilità – ci racconta – e ho sentito quindi il bisogno di tradurre tutto quello che avevo esposto in qualcosa di pratico”. Nasce così l’idea del progetto che (per fortuna, ci permettiamo di dire) non è rimasta solo su carta, ma è diventata una bella realtà besanese.

“Dopo essermi laureato, ho deciso di presentare il mio progetto al bando del Corpo Europeo di Solidarietà – continua – coinvolgendo anche alcuni amici e mio fratello”. Tutti giovanissimi, tra i 18 e i 26 anni. 250 i progetti in lizza, 40 quelli risultati meritevoli. “A dicembre 2023 abbiamo scoperto di aver vinto il bando”. Arriva così un primo, importante finanziamento di 9mila euro, che permette a Pietro Casati di trasformare in realtà SportIN.

La scalata al successo di SportIN

La macchina organizzativa ha iniziato a muovere i primi passi a gennaio dello scorso anno. “Abbiamo contattato le varie realtà del territorio, anche per trovare una location dove poter svolgere le nostre attività – continua Casati – e l’oratorio di Villa Raverio ci ha accolti concedendoci i suoi spazi a titolo gratuito”. La collaborazione con la Comunità Pastorale e ASDO Villa Raverio ha permesso di dare vita a una proposta poliedrica, costituita da incontri ludico-sportivi , spazi di relazione e scambio per i genitori e laboratori creativi.

“Il primo incontro che abbiamo organizzato – ricorda – è stato un successo inaspettato. C’erano una trentina di bambini”. Ma qual è la forza di SportIN? Il valore aggiunto di questo progetto è che è veramente inclusivo. Gli incontri, infatti, sono aperti a tutti: bambini con disabilità e non. “Giocano insieme, fanno attività di gruppo guidate – sottolinea Pietro Casati – e interagiscono tra loro, così come anche le famiglie”. E questo è il secondo goal raggiunto: ripopolare gli oratori. “È bello vederli pieni. Abbiamo molti spazi sul territorio che non vengono utilizzati come dovrebbero, o valorizzati. Anche questo è un obiettivo di SportIN: ripopolare quei luoghi che negli ultimi anni sono andati via via svuotandosi”.

SportIN: i giovani che vogliono cambiare le cose

Ad oggi sono 31 i volontari impegnati nel progetto SportIN. Tutti giovanissimi. Lo sport e l’inclusione, dunque, sono temi che coinvolgono i ragazzi. “Nel nostro gruppo ci sono anche persone con disabilità che hanno scelto di aggregarsi al progetto per dare una mano. È una cosa molto bella”, commenta.

Da cosa nasce la tua attenzione al tema dell’inclusione e delle disabilità?
“È un argomento che ha sempre fatto parte del mio percorso di studi, quasi come una missione – ci racconta –. Conosco diverse famiglie che affrontano problematiche legate alla disabilità, e anche un mio caro amico, Luca, è una persona diversamente abile. Lui, per esempio, è stato uno dei cinque che ho coinvolto quando ho scritto il progetto SportIN per il bando. Credo molto nel fatto che lo sport possa davvero essere inclusivo”.

Perché, spesso, la parola “inclusione” viene usata a sproposito. “Durante la fase di lancio di SportIN abbiamo coinvolto diverse famiglie con alcuni questionari per capire le reali esigenze – spiega –. Abbiamo raccolto diverse testimonianze su come lo sport non sia ancora davvero accessibile a tutti. Per esempio, una di queste famiglie, con un figlio affetto da sindrome di Down, lamentava il fatto di non sapere quale sport far praticare al bambino. Hanno provato a iscriverlo a calcio, ma non ha funzionato e alla fine non l’hanno preso”.

Ecco allora che SportIN vuole fare l’opposto: accogliere. Al momento il progetto si rivolge ai bambini dai 6 ai 14 anni. “Non proponiamo uno sport specifico, ma attività ludico-motorie diverse, così che i bambini possano fare attività fisica divertendosi e interagendo tra loro. Il rapporto attuale è di 50 e 50, bambini con disabilità e non”.

Prossimi progetti

Tanti i progetti in programma per il gruppo di giovani volontari. Il prossimo mese (12 aprile) ci sarà una giornata dedicata ai mattoncini LEGO. A fine maggio parteciperanno a un grande evento dedicato al gioco, che sarà ospitato all’interno del parco di Villa Filippini in collaborazione con UNICEF Monza e Brianza, e poi è già pronto il summer camp. Quest’ultimo sarà anche un’occasione per reperire fondi.

“Non è facile organizzare attività e laboratori senza un budget a disposizione, anche solo per acquistare il materiale necessario – conclude Pietro Casati –. Dal Comune ci hanno fatto sapere che al momento non ci sono soldi per sostenere il nostro progetto. Speriamo di riuscire a trovare qualche sponsor che ci aiuti. Intanto proporremo una settimana di campus estivo, a chiusura degli oratori feriali, per poter ottenere un piccolo sostegno economico”.