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Baby gang, approvato progetto di legge in Consiglio contro i maranza

8 aprile 2025 | 13:58
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Baby gang, approvato progetto di legge in Consiglio contro i maranza

L’obiettivo è duplice: prevenire e contrastare i fenomeni di bullismo, cyberbullismo e criminalità giovanile e, al tempo stesso, offrire strumenti efficaci di supporto, rieducazione e giustizia riparativa.

Per far fronte al crescente fenomeno del disagio giovanile e in particolare alle bande minorili, le cosiddette baby gang, Regione Lombardia ha deciso di adottare un approccio strutturato e integrato, promuovendo la sottoscrizione di protocolli d’intesa con enti locali e soggetti istituzionali, tra cui l’Ufficio scolastico regionale e gli organi della giustizia minorile.

meda baby gang stazione

Baby gang: il progetto di legge

Stop alla retorica, è tempo di agire. Il Consiglio regionale ha appena approvato – a maggioranza – il nuovo testo della Legge 1/2017, che cambia nome e obiettivo: basta bullismo, basta violenza, basta gruppi di adolescenti fuori controllo nelle strade delle nostre città. A guidare l’iniziativa, i consiglieri regionali Alessandro Corbetta e Floriano Massardi (Lega), che annunciano: “Finalmente uno strumento concreto per rispondere a un problema che tocca famiglie, scuole e comunità”.

450 mila euro per progetti sul campo

Il provvedimento stanzia 450.000 euro destinati a progetti sperimentali e interventi mirati: dalla riqualificazione di aree a rischio alle attività sportive e culturali, dagli sportelli di ascolto per minori alla formazione degli operatori di quartiere, tutto pensato per prevenire e contrastare sul serio la crescita di bande giovanili violente.

Ma non solo. Chi sbaglia paga e impara: la legge introduce anche percorsi di giustizia riparativa per i minori che commettono reati, come lavori socialmente utili e attività rieducative a favore della comunità.

Una Consulta che ascolta… ma agisce

Tra le novità più forti, il potenziamento della Consulta regionale, che diventa un vero e proprio “osservatorio attivo” sul fenomeno delle baby gang. Saranno inclusi giovani rappresentanti, esperti della giustizia minorile e operatori del mondo educativo e sociale, con un compito chiaro: monitorare, proporre, agire.

Tra gli strumenti? Analisi dei social network, raccolta dati dai territori, mappatura delle situazioni a rischio, studio delle famiglie in difficoltà e – soprattutto – rete tra istituzioni, così da evitare sovrapposizioni e massimizzare l’impatto di ogni intervento.

Tra le azioni previste, la Regione punta a realizzare: programmi di sensibilizzazione e formazione, rivolti sia ai minori sia alle famiglie, anche attraverso strumenti informatici e digitali. Percorsi di sostegno per le vittime di bullismo, cyberbullismo e reati commessi da baby gang, ma anche di recupero per gli autori di tali atti, grazie al coinvolgimento di professionisti ed enti del terzo settore. Politiche di contrasto al disagio giovanile, attraverso il potenziamento della collaborazione tra scuola e servizi sociali, in modo da individuare precocemente situazioni familiari disfunzionali o contesti educativi inadeguati. Progetti di giustizia riparativa, che prevedono attività di mediazione, responsabilizzazione e lavori socialmente utili da parte dei minori autori di reati, con il duplice scopo di risarcire le vittime e restituire valore alla comunità.

I commenti

“Quello delle baby gang – ha spiegato il relatore del provvedimento, Floriano Massardi (Lega)- è un problema nazionale, particolarmente diffuso nelle grandi città e nelle periferie nel Nord Italia, e va affrontato con determinazione per evitare che questo fenomeno dilaghi ulteriormente. Oggi approviamo un testo atteso da anni e che introduce percorsi socio-educativi. Con questa iniziativa vogliamo dare risposte e governare il fenomeno. Si contrastano le violenze, si gestiscono i reati commessi da minori, nella maggior parte dei casi di origine nordafricana, e si introducono misure per facilitare la rieducazione degli stessi con un approccio complessivo che affronta sia il disagio giovanile sia le tematiche della sicurezza urbana”.

Per Anna Dotti (FdI) “le norme integrano il decreto statale 123/2023e la Lombardia si fa promotrice di iniziative sperimentali di carattere educativo e di giustizia riparativa, supportando le misure già in campo per combattere il disagio giovanile”.
“È sbagliato modificare la legge su bullismo e cyberbullismo – ha detto invece Paola Pizzighini (M5Stelle) – e sarebbe stato meglio fare due leggi distinte perché si tratta di due fenomeni molto diversi”.
Le baby Gang – ha sottolineato Luca Marrelli (Lombardia Ideale) –sono un fenomeno in crescita e non possiamo far finta di nulla. Serve una rete per promuovere e diffondere la cultura della legalità”.
Il fenomeno delle seconde generazioni – ha continuato Giulio Gallera (Forza Italia) – è faticoso da leggere e serve una pluralità di interventi”.
Contrario il consigliere PD Gian Mario Fragomeli: “Approvando in Commissione Cultura questo provvedimento, si è fatto uno scippo alla Commissione competente su questo tema e persino all’Assessorato alla Sicurezza. Una buffonata legislativa che stanzia risorse irrisorie e toglie spazio a una legge regionale che già esiste in fatto di sicurezza urbana”.
Di parere opposto Giacomo Zamperini (FdI): “Questa legge si occupa in modo serio delle bande criminali giovanili che tengono in ostaggio le città. Per troppo tempo abbiamo sottovalutato il problema e questo è un primo passo per occuparcene in modo concreto. La prepotenza di pochi non può prevalere sui diritti dei cittadini”.
Con questo provvedimento – ha detto Alessandro Corbetta (Lega) – diamo risposte ai giovani e ai cittadini, aumentando la prevenzione e prevedendo modelli di giustizia riparativa per gli autori di reato. Siamo la prima Regione a farlo e sarebbe stata importante una risposta univoca da parte di tutto il Consiglio”.
“Non condividiamo l’approccio utilizzato, lontano dal nostro modo di vedere, che non mette a fuoco le cause del disagio giovanile e stanzia risorse troppo scarse per combattere questo fenomeno”,
ha sottolineato Michela Palestra (Patto Civico), mentre Emilio Del Bono (PD) ha ribadito che “è una legge inadeguata, mediocre ed evanescente. Non è chiara sui destinatari delle norme, sulle politiche introdotte e sulla loro efficacia. Creiamo aspettative nei confronti degli enti locali e dell’opinione pubblica, ma la legge non servirà a nulla e avremo perso tempo”.
Condivido premesse e obiettivi ma mi lasciano perplesso gli strumenti e il percorso seguito”, ha spiegato Manfredi Palmeri(Lombardia Migliore): “Non è stata coinvolta la Commissione Affari Istituzionali, competente sui temi della sicurezza ed è un provvedimento debole, che rischia di svuotare la legge su bullismo e cyberbullismo che aveva una sua specificità”.

La legge sul bullismo e cyberbullismo – ha continuato Lisa Noja(Italia Viva) – era una legge con obiettivi chiari e ora andiamo a sporcarla e a creare confusione nelle finalità inserendo elementi che nulla hanno a che fare col fenomeno specifico per la quale l’avevamo fatta. È stato fatto un grande pasticcio”.

Sarebbe stato meglio fare un provvedimento ad hoc passando dalla Commissione Affari Istituzionali “ ha ribadito Paola Bocci (PD) e di “legge sul nulla” ha parlato anche Pierfrancesco Majorino (PD): “Un provvedimento fatto solo per far parlare i giornali e dare qualche contributo. Non si otterrà alcuna misura per contrastare questi fenomeni e non si raggiungerà alcun risultato”.

«Sono assolutamente favorevole alla proposta di legge  64 per prevenire e contrastare il fenomeno della baby gang  perché in Lombardia e anche nella nostra Provincia di Monza e Brianza questa situazione è in crescita» ha detto il consigliere regionale Jacopo Dozio di Forza Italia dopo l’approvazione del documento in aula martedì 8 aprile.  “Sul territorio lombardo  le rapine ad opere di minori sono aumentate del 60%, mentre  le lesioni del 32%, tra il 2019 e il 2022. Queste nuove misure possono giovare in maniera sensibile anche alla nostra Provincia brianzola – ha chiosato l’esponente azzurro -. Nel recente passato infatti si sono registrati diversi casi di aggressioni e rapine da parte di baby gang ai danni di loro coetanei e anche adulti ad esempio ad Arcore, Lissone e Seregno. Segno che bisogna porre un freno a questi problema. Proprio per questo credo che mettere in campo  strumenti di prevenzione e di educazione  di ragazzi e famiglie sia fondamentale anche attraverso protocolli d’intesa. Ricordo anche  che la Prefettura di Monza, la Provincia e i Comuni di Monza, Vimercate, Cesano Maderno, Desio, Lissone e Seregno hanno anche sottoscritto protocolli d’intesa per contrastare in collaborazione con le forze dell’ordine  la malamovida che indica la necessità di intervenire per limitare questo disagio giovanile».

Prima della votazione finale, è intervenuta anche Elena Lucchini,Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità: E’ una legge che testimonia l’attenzione della nostra Regione al fenomeno in questione e più in generale al disagio giovanile. Il nostro è un approccio sistemico e multidisciplinare. Occorre investire sulla prevenzione, l’educazione e l’accompagnamento dei minori a rischio e vanno rafforzati percorsi educativi e servizi di prossimità. Questa legge rappresenta un passo importante e offre nuovi strumenti per rispondere in modo efficace”.

In sede di dichiarazione di voto sono intervenuti a sostegno del provvedimento anche Alessandro Cantoni (Lombardia Ideale), Silvia Scurati (Lega), Claudia Carzeri (Forza Italia) e Christian Garavaglia (FdI).