Bitcoin rischia un nuovo crollo?

4 aprile 2025 | 12:49
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Bitcoin rischia un nuovo crollo?

Se BTC non riuscisse a mantenere il supporto sopra gli 85.000$, le probabilità di una nuova ondata di vendite aumenterebbero sensibilmente, con un rischio di discesa sotto gli 80.000$.

Dopo aver registrato un rialzo del 16% dal minimo quadrimestrale di 76.600$, Bitcoin (BTC) ha toccato quota 88.700$ il 24 marzo, per poi stabilizzarsi intorno agli 85.000$ il 2 aprile. Tuttavia, il recente rifiuto della resistenza a 85.500$ solleva interrogativi sulla direzione futura del mercato e sulla possibilità di un nuovo crollo nei prossimi giorni.

Si teme veramente un nuovo crollo?

La principale criptovaluta continua a mostrare segnali di volatilità accentuata, con trader e investitori che osservano con attenzione i livelli chiave di supporto. Se BTC non riuscisse a mantenere il supporto sopra gli 85.000$, le probabilità di una nuova ondata di vendite aumenterebbero sensibilmente, con un rischio di discesa sotto gli 80.000$.

L’attuale incertezza macroeconomica sta giocando un ruolo cruciale nella dinamica di prezzo del Bitcoin, con fattori esterni come l’introduzione di nuovi dazi commerciali da parte degli Stati Uniti e il rischio di una contrazione della liquidità nei mercati globali che pesano sul sentiment degli investitori.

L’effetto dei dazi di Trump sul mercato crypto

Il 2 aprile segna una data cruciale per i mercati finanziari con l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di nuovi dazi che potrebbero avere ripercussioni significative sull’economia globale. Il cosiddetto “Liberation Day” prevede l’introduzione di un dazio del 25% sulle importazioni di automobile e altri dazi estesi su beni provenienti da paesi come Cina, Canada e Messico.

Queste misure, concepite per ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti e stimolare la produzione interna, rischiano di innescare una spirale inflazionistica, generando turbolenze nei mercati finanziari. Gli asset considerati più rischiosi, come Bitcoin e altre criptovalute, potrebbero subire pressioni ribassiste a seguito di una fuga di capitali verso investimenti più sicuri.

L’esperienza recente suggerisce che le criptovalute non sono immuni agli effetti delle politiche commerciali statunitensi. A marzo, dopo l’annuncio di dazi su Canada, Messico e Cina, Bitcoin è sceso bruscamente da 105.000$ a 92.000$ in poche ore. Questa reazione riflette la crescente interconnessione tra mercati tradizionali e settore crypto, con BTC che si trova sempre più esposto agli eventi macroeconomici.

Analisti di QCP Capital sottolineano che, mentre gli Stati Uniti perseguono politiche commerciali sempre più isolazioniste, altri paesi stanno rafforzando la cooperazione regionale. Recenti incontri tra rappresentanti di Cina, Giappone e Corea suggeriscono che il mondo sta reagendo alle mosse di Washington con strategie economiche alternative, il che potrebbe amplificare ulteriormente l’instabilità nei mercati finanziari globali.

Bitcoin e l’inflazione: un’ancora di salvezza o un rischio?

Uno degli aspetti più preoccupanti dei nuovi dazi è il potenziale impatto sull’inflazione. L’aumento dei costi di importazione si traduce in un incremento dei prezzi al consumo, spingendo gli investitori a cercare rifugi sicuri. Oro e titoli di stato sono storicamente considerati strumenti di protezione contro l’inflazione, e il prezzo dell’oro ha già raggiunto un massimo storico di 3.150$ l’oncia.

Bitcoin viene spesso definito “oro digitale”, ma la sua correlazione con i mercati azionari e la sua elevata volatilità lo rendono un asset ancora poco consolidato come copertura contro l’inflazione. Gli eventi del febbraio 2025 hanno dimostrato la fragilità del mercato crypto, quando i dazi annunciati in quel periodo hanno portato a liquidazioni per oltre 2 miliardi di dollari.

A complicare ulteriormente il quadro, la Federal Reserve si mostra cauta nell’abbassare i tassi di interesse. Attualmente, le probabilità che la Fed mantenga invariati i tassi nella riunione del 7 maggio sono dell’83,5%, secondo il FedWatch Tool di CME Group. Questo scenario potrebbe limitare la liquidità disponibile sui mercati finanziari, ostacolando eventuali rialzi del Bitcoin nel breve termine

Quale futuro per Bitcoin? Volatilità in aumento e livelli critici di prezzo

La natura volatile del Bitcoin è ben nota, ma l’incertezza legata all’impatto dei dazi di Trump potrebbe amplificare le oscillazioni di prezzo nei prossimi giorni. La comunità crypto segue con attenzione gli sviluppi, con alcuni analisti che prevedono movimenti estremi a seconda della reazione del mercato alle nuove misure commerciali.

Il trader Daan Crypto Trades ha evidenziato su X (ex Twitter) che “la volatilità è praticamente garantita oggi”, sottolineando che l’introduzione ufficiale dei dazi potrebbe scatenare vendite di panico o un rally di breve termine a seconda della percezione del mercato. Altri esperti, come Michaël van de Poppe, ritengono che il peso dei dazi possa essere già stato scontato dai mercati, il che ridurrebbe il rischio di un crollo significativo.

Un livello chiave da monitorare è il supporto a 84.000$. Se Bitcoin dovesse scendere al di sotto di questa soglia, potrebbe innescare una serie di liquidazioni che spingerebbero il prezzo sotto gli 80.000$, con il minimo del 14 marzo a 79.900$ come primo livello di interesse per i trader.

In sintesi, il mercato crypto si trova di fronte a una fase cruciale, con fattori macroeconomici e decisioni politiche che giocano un ruolo determinante nel breve periodo. L’esito delle prossime settimane dipenderà dalla capacità di Bitcoin di mantenere i livelli di supporto chiave e dalla reazione dei mercati globali alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e resto del mondo.

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