Calcio Monza, a Venezia per la salvezza…dei lagunari!

Domani , sabato 12 aprile, alle ore 15 biancorossi di scena a Venezia. Lo scontro tra ultima e penultima in classifica è rilevante solo per i padroni di casa, che per sperare in una rimonta ormai preclusa al Calcio Monza devono assolutamente vincere.
Il Calcio Monza conta i giorni che lo separano dal ritorno in Serie B a tre anni di distanza: ovvio manchino i proclami e aumentino le riflessioni, che assaporano di bilancio da un lato e di prospettive dall’altro, nelle parole con cui Alessandro Nesta presenta la trasferta in Laguna. Come da molti mesi ormai è sempre (e solo) il tecnico biancorosso a presentarsi davanti ai taccuini della stampa prima delle partite.
Salvezza altrui
Quello in programma allo stadio “Pier Luigi Penzo”, dove gli arancioneroverdi hanno conseguito le tre vittorie del loro stentato ma volitivo torneo (nelle ultime cinque esibizioni Di Francesco ha fermato Lazio, Atalanta e Napoli, cedendo di misura al solo Bologna), è scontro salvezza solo dal punto di vista veneto: il Lecce, fermato sul pari a via del Mare, è a -5, e battere Calcio Monza e Empoli nel giro di otto giorni varrebbe almeno un giro di giostra in più per l’undici degli ex Antonelli, Gytkjaer, Maric e Zerbin.
Motivazioni e approccio
La truppa brianzola, al netto della lungodegenza di capitan Pessina, dell’infortunio a Zeroli e della squalifica di Kyriakopoulos, è al completo, con qualche elemento che non ha però troppo minutaggio nelle gambe. Al tecnico non resta – ancora una volta – che fare leva sull’approccio e sulle motivazioni di un gruppo ormai sfiduciato e prossimo a sciogliersi a fine torneo: “Abbiamo provato a caricare la squadra in ogni maniera, ma non è servito” ha esordito il tecnico romano “sappiamo cosa fare, ma non faccio proclami: ce la dobbiamo giocare. A Venezia sarà match complicato, come tutti: loro vivono difficoltà, se no non sarebbero in questa fascia di classifica, ma non hanno “toppato” un approccio; l‘obiettivo, prima o poi, è quello di centrare i tre punti, ma sono organizzati e per natura del Mister propositivi”.
Insegnamenti e futuro
Le difficoltà e le continue delusioni di campo contribuiscono a rendere più interessanti le conferenze di mister Nesta, sempre molto lucido e diretto nelle analisi, e particolarmente brillante nello stabilire i parallelismi tra carriera in panchina e passato con le scarpette: “Spiace: per la prima volta da quando faccio questo mestiere manco l’obiettivo, ma sono nel calcio da quando ho otto anni e ne conosco le dinamiche; è un circo dove se le cose non funzionano qualcuno si scoraggia, o va nel panico, e qualcuno incolpa gli altri. L’annata del Calcio Monza è particolare, ma mi dà la chance di migliorare: ne devo fare tesoro per il futuro”.
Ritorno e sconfitta
Il classe 1976 si avvicina appunto al decennio da allenatore e quella in biancorosso è la quinta panchina dopo quelle a Miami, Perugia, Frosinone e Reggio Emilia; affrontare una Serie A con tali sfumature di ambiente e l’attuale rosa non può che trasformarsi in surplus e avere ripreso le redini di un gruppo già indirizzato verso la retrocessione non è stato affatto scontato.
Al punto che, tra tifosi e addetti ai lavori, in tanti si chiedono il perché della decisione di ritornare in panchina: “Ero consapevole che il mercato avesse indebolito la squadra, ma non ho rimpianti. Sono tornato per un solo motivo: credo nel lavoro e nel fatto che si possa sempre imparare, specie dalle sconfitte; se stai a casa, non impari nulla e di sconfitte su cui riflettere ne ho, non ho mai perso così tanto”
Atteggiamento e futuro
Il vero problema, al netto di infortunati cruciali e numerosi, è non avere trasmesso la cattiveria della vittoria.
“Un rimpianto? Senz’altro i risultati che non sono arrivati nella prima parte di stagione: in quel frangente la squadra andava forte e dava le giuste risposte in campo, anche se poi non si riusciva a vincere. Sarebbe cambiato il mercato, magari.. Il Calcio Monza migliore si è forse visto nelle gare con l’Inter e a Bergamo: ho sempre avuto un bel rapporto con i calciatori, me lo porterò via una volta che non sarò più qui. Non so dove andrò, il calcio è fatto di onde: aspetterò una chiamata, non importa la categoria”.