Design Week. Tanti ospiti per Giuseppe Locati: un successo firmato Brianza

Applausi e volti noti per la mostra dedicata a Giuseppe Locati alla Design Week 2025: presenti Paolo Berlusconi, l’onorevole Fabrizio Sala e numerosi esponenti del mondo culturale
Design Week – La Brianza si prende la scena alla Milano Design Week 2025. Con oltre 350 ospiti e un parterre di nomi illustri, la mostra dedicata al monzese Giuseppe Locati, presentata dall’Officina della Scala, ha conquistato pubblico e critica durante una delle settimane più attese dell’anno per il mondo del design.
Dal 7 al 13 aprile, le sculture e i dipinti di Locati – artista, filosofo e ingegnere scomparso nel 2022 – hanno dialogato con le creazioni di Giorgio Pozzi in uno spazio che, più di ogni altro, incarna l’incontro tra tradizione artigianale e visione contemporanea. A fare da cornice, uno dei luoghi simbolo dell’eccellenza milanese: l’Officina della Scala.
Giorgio Pozzi insieme a Rossana Locati
Le opere di Giuseppe Locati alla Design Week 2025
A rendere ancora più speciale l’inaugurazione, la presenza di figure di rilievo come l’imprenditore Paolo Berlusconi e l’onorevole Fabrizio Sala, deputato brianzolo e volto noto della politica nazionale e l’Assessore alla cultura di Monza Massimiliano Longo. Con loro, numerosi operatori del settore, appassionati d’arte e rappresentanti del mondo culturale. A prendere “per la gola” i numerosi ospiti il catering studiato e pensato dallo chef stellati Mauro Elli.
Il bello assoluto: la Brianza a Milano
La ricerca del bello, da sempre al centro della poetica di Locati, si è manifestata in opere che uniscono scienza, filosofia e arte in un linguaggio unico, fatto di marmo, acciaio, ottone e colore. Un’eredità intellettuale e artistica che, a distanza di anni, continua a parlare al presente.
“Un omaggio al papà ma non solo – commenta la figlia Rossana Locati – ho trovato nell’Officina della Scalo lo spazio ideale per una personale, in quanto anche mio padre dimostrava la sua arte, il suo studio e il suo ingegno, nella materia dal lato umanistico affiancato poi da uno studio scientifico tramite il Politecnico di Milano”. E aggiunge: “Fondamentale per lui era l’interdisciplinarità delle scienze, quindi scienza, arte e filosofia. Con Giorgio Pozzi ho visto proprio questa unione di intenti. Una vita dedicata al lavoro, una vita dedicata alla trasformazione della materia”.