
Sessant’anni fa, il 10 maggio 1965, nasceva la Formula 875 Monza: il campionato addestrativo per giovani piloti
Prendete il motore della Fiat 500 Giardiniera, una meccanica essenziale e con un prezzo di 875 mila lire avete una monoposto Formula 875 Monza: un campionato addestrativo per giovani piloti nato sessant’anni fa il 10 maggio 1965. Una storia ricordata oggi in Autodromo con un incontro tra i piloti e gli addetti ai lavori della categoria e un’esposizione di alcune monoposto che hanno partecipato al Trofeo Cadetti.
“Siamo agli inizi degli anni 60 quando ci si rende conto che si ha bisogno di una formula addestrativa. – raccontano Ugo Vicenzi, pilota e giornalista, e Massimo Campi, giornalista e fotografo – Allora Luigi Bertett, presidente di Automobile Club Milano, assieme a Romolo Tavoni, direttore sportivo dell’Autodromo Nazionale Monza, già segretario personale di Enzo Ferrari e direttore sportivo del Cavallino, decidono di creare questo campionato. All’inizio vennero fatti dei prototipi, ma viene lasciata la libertà di fabbricazione del telaio. Il regolamento imponeva però la meccanica della 500 Giardiniera: viene infatti scelto proprio il suo motore perché piatto e di conseguenza rimane molto basso il baricentro”.

La prima monoposto è stata messa a punto dall’Ing. Vincenzo Galvanini e da lì 18 stagioni, gare con una media di 80 vetture con punte di oltre 100-110 partecipanti, quattro batterie per accedere alla finale e una lunga storia proseguita dal 1982 con le successive Formula Panda, Formula Fire, Formula Junior Monza fino ai primi anni 2000.
“Prendevamo ragazzi che non sapevano nulla, ma animati dal sogno di diventare piloti. – racconta Adriano Salvati, presidente dell’omonima scuderia – Gli insegnavamo tutto dentro e fuori la pista, basta chiedere ai tanti piloti qui presenti! Era una vera e propria scuola”.
Un pezzo di storia dell’Autodromo, e della vecchia pista Junior dotata di illuminazione per gare in notturna, ricordato dai protagonisti di quegli anni come Marco Tremolada, primo test driver della monoposto, Simonetta Fossati, segretaria del Trofeo Cadetti, Arnaldo Bernacchini, che ha iniziato la sua carriera da pilota e da copilota di rally in Formula 875 Monza, e Adriano Salvati, presidente dell’omonima scuderia che ha formato piloti come Alboreto. Presenti anche Meo Maestri, che ha compiuto i suoi chilometri su una Formula Monza, Pippo Bianchi, il pilota più vincente della categoria senza però portare a casa il titolo di campione, Emilio Redaelli, responsabile di Audi Sport Italia, Peo Consonni, pilota, collaudatore, meccanico e istruttore, Marcello Corsini, responsabile tecnico in Dallara, e Massimo Pollini, ex racing engineer e ora restauratore di vetture vintage di Formula 1.

“Non ho mai vinto perché il primo anno ho invitato a correre in pista un certo Riccardo Caligari, raccontadogli che il vincitore avrebbe ricevuto un Formula Italia per l’anno successivo. Alla fine del campionato primo Caligari, secondo Bianchi… – racconta Pippo – Mi sono tirato la zappa sui piedi. La seconda volta invece bisognava rispettare la regola che se si superavano i 40 punti non si sarebbe potuto correre l’anno successivo. Decisi allora, avendo già 38 punti, di arrivare quinto per non sforare il punteggio. All’ultimo giro però rientrai a box per paura che qualcuno davanti a me si fosse ritirato e mi facesse guadagnare posizioni…”
Una grande famiglia quella che si è riunita oggi ricordando storie di un’automobilismo d’altri tempi ormai scomparso, più famigliare appunto. Un campionato che è stato scuola per piloti come Michele Alboreto e Lella Lombardi, costruttori come la concorezzese Tatuus, preparatori, meccanici, team manager, scuderie sportive e addetti ai vari servizi della pista: imparare a rimuovere le vetture incidentate sulla pista junior in meno di un minuto era un allenamento per quando bisognava intervenire sul circuito completo, ma allora si aveva due minuti a disposizione.
Durante l’ACI Historic Racing Weekend la collaborazione tra la Scuderia Salvati di Milano e l’Autodromo di Monza ricorda la storia del Trofeo Cadetti: sotto l’area dell’ex museo sono state esposte alcune monoposto che hanno corso nelle varie categorie accompagnate assieme a immagini e locandine d’epoca del campionato. Il tutto per rivivere l’atmosfera dei box anni ‘70/80 con macchine d’epoca e accessori come tute, caschi e insegne grazie alla collaborazione con il Museo Verri, la Consonni Tuning e una serie di collezionisti.