L’omaggio della comunità pakistana di Desio a Papa Francesco: “Ha costruito ponti tra diverse fedi”

Ashraf Mohammed Khokhar referente della numerosa comunità islamica pakistana di Desio ricorda Papa Francesco: “La sua morte è una perdita immensa per l’umanità. Ha difeso sempre i poveri e i deboli. Il mondo islamico lo ringrazia per le sue battaglie contro l’islamofobia”
La comunità islamica pakistana di Desio rende omaggio a Papa Francesco, il Papa del dialogo e della fratellanza. “Sentite condoglianze da parte mia e della comunità pakistana, specialmente da parte della nostra associazione culturale Minhaj ul Quran per la scomparsa di Papa Francesco” afferma Ashraf Mohammed Khokhar, presidente dell’associazione culturale pakistana Minhaj Ul Quran. “La sua morte è una perdita immensa per l’umanità e, in particolare, per la comunità cattolica. Il Pontefice ha sempre unito, ha lavorato per costruire ponti di dialogo tra diverse fedi e culture. Speriamo che il suo lavoro venga portato avanti, per poter tutti vivere in pace ed armonia”.
Una comunità impegnata nel dialogo
La comunità pakistana di Desio, una delle più numerose del nord Italia, da anni è impegnata in un percorso di dialogo interreligioso insieme alle associazioni del territorio, alla comunità pastorale e ai missionari saveriani. Lo scorso anno i referenti della comunità hanno incontrato l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini in occasione della sua visita pastorale in città. Il presidente dell’associazione Ashraf Mohammed Khokhar ha partecipato anche a diversi incontri del Forum delle Religioni di Milano. E ora ricorda con rispetto e affetto la figura di Papa Francesco.
“Il mondo islamico ringrazia Papa Francesco”
“La scomparsa di Papa Francesco – afferma il referente della comunità pakistana – non è una perdita solo per i cristiani, per i credenti. E’ scomparso un personaggio che combatteva contro i potenti, contro la criminalità. Ha difeso sempre i poveri e i deboli. Il mondo islamico lo ringrazia per le sue battaglie contro l’islamofobia. Lui ha affrontato le critiche, ma non ha mai abbassato la sua voce e non ha smesso di lottare per la comunità sofferente. Ha condannato sempre le guerre e i crimini contro l’umanità. La sua era l’unica voce che si alzava contro le guerre e lui era consapevole di questo. E’ sempre stato tra la gente e anche nei suoi ultimi giorni ha voluto stare in mezzo alla gente”.