Matteo Galimberti, fascia e anima dell’HRC Monza: “Questa maglia? La mia seconda pelle!”

Matteo Galimberti, classe 2001, difende i colori del Monza dal 2015, anno in cui l’HRC è tornata nella massima serie di Hockey su pista
Certe sconfitte pesano più delle altre. Il derby perso malamente contro il Lodi ha lasciato segni, ma ha anche cementato un gruppo che non ha intenzione di arrendersi. Matteo Galimberti, capitano e anima dell’ HRC Monza, lo sa. E la prossima sfida, l’ultima di campionato, è l’occasione perfetta per farlo, con un posto nei preliminari playoff già al sicuro e con una seconda parte di stagione ancora tutta da scrivere.

HRC Monza pronta per il finale di stagione
“Perdere fa sempre male, il derby poi fa particolarmente male anche perché all’andata avevamo messo in campo un’ottima prestazione – spiega capitan Matteo Galimberti. – Ma ci siamo ritrovati subito nei giorni dopo in spogliatoio, l’abbiamo rivista e analizzata e ora siamo tranquilli e già concentrati per la prossima gara.”
La prossima gara, l’ultima della regular season, che metterà l’HRC Monza di fronte al Viareggio per il ritorno di una gara che all’andata aveva suscitato non poche polemiche. “Sarà senza dubbio una gara tosta, loro sono molto attrezzati e vogliamo rivendicare la sconfitta in Toscana che oggi pesa sulla nostra classifica.” Così come pesa il pareggio sul campo di Montebello, già retrocessa, che ha segnato anche il momento più duro della stagione dei monzesi.

E i brianzoli di coach Jaquierz ne sono usciti tutti insieme, da gruppo unito e forte quale sono anche fuori dal campo. “Dopo Montebello c’è stato uno scatto avanti di tutti, ne abbiamo parlato tra di noi e lì ho avuto la conferma di fare parte di un gruppo solido e importante con le carte in regola per fare di fare qualcosa di bello” – continua il capitano.

E in uno sport di squadra, non lo scopriamo di certo oggi, è proprio il gruppo l’arma in più che ti porta a risultati magari inaspettati sulla carta. “A Monza fortunatamente ho sempre avuto bei gruppi anche se la classifica era sfavorevole, il gruppo ci ha permesso più volte di salvarci – aggiunge Galimberti. – Quest’anno io ho 12 fratelli in spogliatoio, è un merito condiviso tra noi giocatori, tra chi ha costruito la squadra e chi la gestisce.”
Playoff e preliminari
Galimberti e compagni occupano l’ottava posizione valida per i preliminari, da capire ancora gli abbinamenti, ma non per i playoff diretti. A questi vanno infatti le prime sei, dalla 7° alla 10° si sfidano incrociate e le due che vincono si uniranno poi alle sei già qualificate.
“Qualunque squadra affronteremo arriveremo convinti e decisi – dice il numero 7 di Monza. – Già passare i preliminari sarebbe tanta roba, ce lo meritiamo per come abbiamo lavorato tutto l’anno. Da lì poi la salita sarà ancora più dura perché incontreremmo una tra le prime squadre ma abbiamo dimostrato durante l’anno di potercela giocare con tutti.”
Capitan Matteo Galimberti e il legame con Monza
Lasciando da parte classifica e calendari, quando si parla di HRC Monza è impossibile non toccare anche la storia. E un po’ di merito ce l’ha anche Matteo, il filo rosso che unisce gli ultimi 10 anni di una realtà sportiva che va avanti a Monza da oltre 90 anni. Il numero 7 biancorossoblu è uno di quelli che nello sport si chiamano bandiere, capitano da tre anni ma da sempre con la maglia dell’HRC cucita addosso. Basti pensare che è difende i colori del Monza dal dal ritorno in A1 avvenuto nel 2015, da quando aveva solo 14 anni.
“Nonostante io sia di Seregno, dove ho iniziato a giocare, mi reputo un figlio di Monza – spiega Galimberti. – Per me avere la fascia al braccio è un onore, è la società con cui sono cresciuto e che seguivo dalle tribune quando ero piccolo. La maglia è la mia seconda pelle, negli anni ho ricevuto varie proposte ma non ho mai voluto partire. Sappiamo che è anche un bella responsabilità perché Monza ha una storia importante. Quello che mi auguro è di riportarla, insieme ai miei compagni, dove merita di stare.”

Quanto alla situazione logistica l’HRC gioca a Biassono dal 2013 ma per il suo capitano non è assolutamente un problema. “Per me il PalaRovagnati è casa, ho sempre giocato lì e abbiamo costruito lì quello che siamo oggi – chiude Matteo. – Anche i tifosi che sono incredibili, ci seguono ovunque. In casa sono sempre l’uomo in più e ad ogni partita il ringraziamento a loro è doveroso.”