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Monza Brianza: curatore “infedele” accusato di peculato, sequestro da oltre 1,5 milioni di euro

17 aprile 2025 | 09:00
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Monza Brianza: curatore “infedele” accusato di peculato, sequestro da oltre 1,5 milioni di euro

Sequestro preventivo di un milione e mezzo di euro e misura cautelare di interdizione dai pubblici uffici nei confronti di un curatore brianzolo.

MONZA – Avrebbe sottratto oltre 1,5 milioni di euro a una persona fragile sotto la sua tutela. Per questo motivo, un curatore brianzolo è finito al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Monza e Brianza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, culminata con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo disposto dal GIP del Tribunale di Milano.

L’uomo, incaricato come amministratore di sostegno dal Tribunale Civile di Monza per seguire gli interessi patrimoniali di un assistito – figlio di una nota famiglia imprenditoriale della zona – è gravemente indiziato per i reati di peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

guardia di finanza

Monza, curatore accusato di peculato: maxi sequestro

Secondo le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, tra il 2013 e il 2024, il curatore avrebbe abusato della propria posizione sottraendo ingenti somme senza autorizzazione del Giudice Tutelare. Le modalità? Prelievi di contante, spese ingiustificate e trasferimenti su conti correnti intestati a prestanome o a soggetti giuridici a lui riconducibili. Inoltre, avrebbe utilizzato carte prepagate dell’assistito per sostenere spese personali e familiari.

Le giustificazioni fornite alla banca e al Tribunale – causali false e rendicontazioni fittizie – erano finalizzate a mascherare le presunte operazioni illecite. In alcuni casi, l’uomo avrebbe addirittura falsificato gli estratti conto, così da fornire all’autorità giudiziaria una visione alterata del patrimonio dell’assistito e ostacolare i dovuti controlli.

Sequestri e misure cautelari

Il GIP ha disposto il sequestro di beni immobili, quote societarie e disponibilità liquide fino alla concorrenza di 1.506.000 euro, corrispondenti al profitto dei reati contestati. È stata inoltre emessa una misura interdittiva: il curatore non potrà esercitare pubblici uffici per la durata di un anno.

L’operazione conferma l’impegno costante della Guardia di Finanza nella tutela dei soggetti vulnerabili e nella vigilanza sull’operato di amministratori di sostegno e curatori, figure fondamentali per garantire la gestione trasparente del patrimonio di chi non è in grado di provvedere autonomamente ai propri interessi.