Monza, il messaggio di Sguardi Oltre: “La società umana si salva con l’accoglienza”

La rassegna organizzata da Brianza Energia Ambiente ha ospitato il monaco buddista tibetano Othok Rinpoche Tenzin Dhamchoe in una serata sul tema “Rifiuti e rifiutanti”.
Monza. “Se contribuisci alla felicità degli altri, avrai raggiunto il vero obiettivo, il vero significato della vita”. Questa frase, pronunciata diversi anni fa dal XIV e attuale Dalai Lama del Tibet, Tenzin Gyatso, riassume meglio di tante altre parole il profondo messaggio di accoglienza ed empatia emerso dal secondo appuntamento di “Sguardi oltre“, la rassegna organizzata da Brianza Energia Ambiente S.p.A. in collaborazione con Servizi Comunali S.p.A. di Sarnico (BG) ed il Liceo Classico e Musicale Bartolomeo Zucchi di Monza.
In un’aula dello storico istituto scolastico di Piazza Trento e Trieste, mentre era in corso l’undicesima edizione della Notte Nazionale del Liceo classico, infatti, il monaco buddista tibetano Othok Rinpoche Tenzin Dhamchoe, riflettendo sul tema della formazione e del particolare rapporto tra madre e figli, in una serata dal titolo evocativo “Rifiutati e rifiutanti”, ha sottolineato l’importanza della comprensione e del rispetto tra esseri umani. Che devono ridurre a tutti i livelli l’egoismo e gli interessi di parte per giungere a considerare gli altri davvero uguali a noi.
IL MESSAGGIO
“Una visione della collettività basata sull’interdipendenza è fondamentale per evitare che la società continui a degenerare spargendo disagio e infelicità” afferma Othok Rinpoche Tenzin Dhamchoe, che vive tra il monastero di Drepung in India e l’istituto Ghe Pel Ling di Milano di cui è guida spirituale residente, conversando con Enrico de Tavonatti, scrittore, divulgatore e manager di Servizi Comunali SpA.

“L’intero mondo, per vivere bene, deve essere in pace e pensare al bene collettivo – continua il monaco tibetano, fuggito dal Tibet nel 1986 e dal 2008 Geshe Lharampa, il più alto titolo di studio, conseguito dopo più di vent’anni di applicazione intensiva, conferito all’interno del sistema monastico tibetano – in questo modo è possibile vivere in armonia perché la sopravvivenza di ognuno di noi dipende dagli altri, senza i quali non potremmo nemmeno nutrirci”.
IL TEMA
Un obiettivo all’apparenza così alto e utopistico è, in una prospettiva capace di trovare molti punti di concordanza tra religiosi e laici, potrebbe essere l’unica strada, in un mondo vittima di guerre e squilibri, perché l’umanità non perda la sua essenza e si condanni alla scomparsa.
Per guardare avanti con la fiducia e la speranza che merita l’intelligenza dell’uomo in quanto essere senziente, nel secondo incontro della rassegna “Sguardi oltre”, dopo il successo dell’esordio in cui Marcello Veneziani ha riflettuto su radici, eredità e identità, si è proposto di partire dal rapporto tra madre e figli. Relazione che, se esprime atteggiamenti di rifiuto, produce effetti negativi e aggressività nell’intero corso della vita ed oggi è tra le cause di evidenti assenze valoriali nelle generazioni dei più giovani.

MADRE E FIGLI
“L’altalena tra accoglienza e rifiuto, tra abbandono e rifiuto, può trovare riscontro nelle dinamiche che portano oggi alle devianze giovanili – afferma Enrico de Tavonatti – seguendo il filosofo Kant che ha parlato di senso comune e senso privato, nell’empatia neonatale tra madre e figlio si sviluppano gli elementi di condivisione e unione che possono caratterizzare la crescita interiore di ogni essere umano”.
“I genitori lasciano un’impronta sui propri figli, ma la responsabilità è reciproca perché entrambi devono cooperare per poter vivere mantenendo una buona condotta – sostiene Othok Rinpoche Tenzin Dhamchoe – ognuno di noi deve partire dalla riconoscenza verso i propri genitori per riconoscere e trattare con gentilezza gli altri. Oggi si stanno perdendo le radici di un sano legame tra i figli e chi li ha messi al mondo e questo provoca una degenerazione evidente nella società“.

LE PROSPETTIVE
Se il secondo appuntamento di “Sguardi oltre” insiste sulla necessità di ridurre i rifiuti, quelli umani e materiali, un compito che deve essere tra le priorità di ognuno di noi, la rassegna organizzata da Brianza Energia Ambiente S.p.A, azienda impegnata proprio nel recupero e valorizzazione dei rifiuti, è già pronto a proporre un nuovo incontro.
Venerdì 23 maggio, sempre al Liceo Classico e Musicale Bartolomeo Zucchi di Monza, è in programma una conversazione tra Enrico de Tavonatti e lo psicoterapeuta Alberto Pellai. Al centro sempre la possibilità di combinare attualità e riflessione, modus operandi di tutta l’iniziativa. “Abbiamo pensato a Sguardi oltre come uno dei modi per restituire in forma culturale ciò che riteniamo sia importante trasmettere alla collettività” conclude il presidente di Brianza Energia Ambiente, Mario Carlo Novara.