Monza. La beffa del secolo delle teste di Modigliani vive ancora: tra arte, ironia e beneficenza

La raccolta fondi organizzata dalla Fondazione Focacci ha trasformato l’ironia della beffa del secolo in impegno concreto per la ricerca sui tumori.
Nel profondo, ma neanche poi tanto, c’è un bambino che scalcia e preme per uscire. La voglia di giocare e di scherzare è la stessa di quando erano ragazzi. Anche se adesso sono due distinti signori di mezza età. Ed è sotto quella superficie che si nasconde un giovinetto il cui desiderio di prendere in giro l’universo mondo è rimasta intatta.
Pier Francesco Ferrucci e Michele Ghelarducci sono due dei tre autori (l’ultimo è Pietro Luridiana) della cosiddetta “beffa del secolo”, l’atroce sberleffo andato in onda a metà degli anni Ottanta nei canali di Livorno delle finte teste di Modigliani. Una pernacchia in perfetto stile toscano che ha messo a nudo le falle del sistema. Come da programma martedì sera, 1 aprile 2025, data quanto mai sospetta, i due hanno partecipato ad una cena allo Sporting club di Monza per raccogliere fondi a favore della Fondazione Focacci.
La raccolta, dal titolo appropriato “La beffa del secolo. Le teste di Modì fra scherzo e charity”, è stata organizzata da Martina Sassoli, consigliere regionale di Lombardia Migliore. “Il senso di questa serata – ha dichiarato Ferrucci – è di mettere lo scherzo delle finte teste di Modì al servizio di una nobile causa. L’obiettivo è di fare tutto ciò che è possibile per sensibilizzare la gente.” Adesso, Ferrucci è un medico e un oncologo di fama e quella burla è finita anche nel suo curriculum vite. “In genere i curriculum sono molto noiosi – ha aggiunto – Serve qualcosa che gli dia un po’ di vita e per di più quello scherzo mi definisce perfettamente”. La cena allo Sporting club di Monza, presieduto da Filippo Carimati, è stata organizzata con dei tavoli denominati con i protagonisti, in negativo e in positivo, del tempo.

La Fondazione intitolata a Grazia Focacci è presieduta dal figlio Matteo Tiberi ed è stata fondata circa vent’anni fa con l’aiuto dello stesso Ferrucci, che fa parte del consiglio di amministrazione. Detto tra di noi, Matteo Tiberi è l’uomo che ha presentato a Martina Sassoli Pier Francesco Ferrucci. Come dire: è lui il “colpevole” di questa raccolta fondi, che ha fruttato circa 6 mila euro netti (devono essere ancora fatti i conti, ma questa dovrebbe essere la cifra). La Fondazione si occupa di ricerca nel campo dei tumori e nei solo primi tre anni della sua vita ha finanziato diverse terapie di cura dei linfomi.
La beffa risale all’estate del 1984, quando in occasione del centenario della nascita di Amedeo Modigliani, il museo progressivo di arte moderna decise di dare vita a una mostra per celebrare il famoso scultore. Al fine di rendere più importante l’esposizione, il Comune e la direzione del museo decisero di dragare il fosso mediceo alla ricerca di sculture che si pensava Modigliani avesse buttato via agli inizi del secolo. Non trovando nulla scattò la beffa del secolo tre studenti crearono false sculture le gettarono nel canale. Nello scherzo ci caddero critici d’arte di livello internazionale, ma la domanda che ci si pone adesso, oltre quarant’anni, è un’altra: quelle teste che fine hanno fatto? La risposta è stata data da uno degli autori dello scherzo: “A loro modo sono un’opera d’arte – ha concluso che Ghelarducci -. Sono custodite in una saletta apposita all’interno del museo della città di Livorno. Hanno trovato lo spazio che si meritavano”.