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Carlo Acutis: sospesa la canonizzazione dopo la morte di Papa Francesco

21 aprile 2025 | 16:20
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Carlo Acutis: sospesa la canonizzazione dopo la morte di Papa Francesco

Nel 2006, Carlo si ammalò improvvisamente di leucemia fulminante M3. Venne ricoverato presso l’ospedale San Gerardo di Monza, dove in pochi giorni si spense, offrendo le sue sofferenze per il Papa e la Chiesa.

MONZA – C’è un legame profondo tra Carlo Acutis, il giovane beato amato da una generazione intera, e la città di Monza, dove il ragazzo morì il 12 ottobre 2006, a soli 15 anni, all’ospedale San Gerardo, colpito da una leucemia fulminante. Oggi, quel filo che unisce Monza alla santità si è caricato di un’attesa sospesa: la canonizzazione di Carlo, prevista per il 27 aprile 2025 in Piazza San Pietro, è stata ufficialmente rimandata a data da destinarsi in seguito alla morte di Papa Francesco.

L’annuncio è arrivato direttamente dalla Santa Sede: “In seguito alla morte del Sommo Pontefice Francesco, si comunica che la Celebrazione Eucaristica e il Rito della canonizzazione del Beato Carlo Acutis, prevista il 27 aprile 2025, è sospesa.”
Una decisione inevitabile, giunta in un momento di lutto e riflessione per il mondo cattolico. A Monza, la notizia è stata accolta con commozione e rispetto, ma anche con una certa malinconia: per tanti, soprattutto per i giovani della diocesi e della Brianza, Carlo era già un Santo nel cuore.

Chi era Carlo Acutis

Carlo Acutis è stato un adolescente italiano, nato a Londra il 3 maggio 1991 e morto a Monza il 12 ottobre 2006, che in pochi anni di vita ha lasciato una testimonianza di fede profonda, sorprendente e capace di parlare al cuore delle nuove generazioni. È stato beatificato il 10 ottobre 2020 ad Assisi, città dove oggi è custodito il suo corpo e dove migliaia di pellegrini si recano ogni anno per rendergli omaggio.

Carlo si trasferì da piccolo con la famiglia a Milano, dove frequentò le scuole elementari e medie con le Suore Marcelline e poi il liceo classico presso l’Istituto Leone XIII, gestito dai Gesuiti. Fin da bambino manifestò una spiritualità intensa, una particolare devozione all’Eucaristia, alla Vergine Maria e al Rosario. Partecipava quotidianamente alla Santa Messa e si confessava regolarmente.

Ma ciò che rese Carlo unico fu la sua capacità di unire fede e tecnologia: appassionato di informatica e autodidatta, creò siti web e, a soli 14 anni, progettò una mostra virtuale sui miracoli eucaristici, esposta in tutti e cinque i continenti.

Nel 2006, Carlo si ammalò improvvisamente di leucemia fulminante M3. Venne ricoverato presso l’ospedale San Gerardo di Monza, dove in pochi giorni si spense, offrendo le sue sofferenze per il Papa e la Chiesa. Poco prima di morire, disse a sua madre: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire per il Signore, per il Papa e per la Chiesa.”

Morì il 12 ottobre 2006, a soli 15 anni.

Il primo “Santo millennial”

La figura di Carlo è diventata presto iconica tra i giovani, anche grazie al suo approccio moderno alla fede. È spesso chiamato il “patrono di Internet” o il “Santo millennial”, ed è il primo beato della sua generazione.

Nel 2020, Papa Francesco ne ha riconosciuto le virtù eroiche e un miracolo attribuito alla sua intercessione, avviando così il processo di canonizzazione che, inizialmente previsto per aprile 2025, è stato momentaneamente sospeso a causa della morte del Pontefice.