Il ricordo di Papa Francesco a Monza: una giornata storica tra fede, popolo e speranza

Un pastore tra la gente, con le scarpe sporche di strada e il cuore pieno di misericordia: così Monza lo ha conosciuto. Così lo custodirà nel ricordo.
Monza – Era il 25 marzo del 2017 quando Papa Francesco scelse Monza come una delle tappe principali della sua visita pastorale a Milano. Una data che resterà per sempre impressa nel cuore della Brianza e di tutti i fedeli che presero parte a quella straordinaria giornata. Fu una marea di persone, un milione di anime raccolte nel Parco di Monza per partecipare alla Santa Messa celebrata dal Pontefice, immersi in un’atmosfera di pace, accoglienza e spiritualità.
Il prato del Parco Reale, quel giorno, si trasformò in una vera e propria “cattedrale a cielo aperto”. Famiglie, bambini, giovani, anziani, provenienti da tutta la Lombardia e oltre, raggiunsero Monza con ogni mezzo per poter vedere da vicino il Papa “venuto dalla fine del mondo”, che con il suo linguaggio semplice e diretto riusciva a toccare i cuori di tutti, credenti e non.
Nell’omelia, Papa Francesco lanciò messaggi forti e attuali: parlò di periferie esistenziali, di accoglienza, di dignità per ogni uomo, donna e bambino. Fece appello ai cristiani perché fossero “portatori di speranza” in un mondo spesso segnato da chiusure e indifferenza. “Dio continua a camminare nelle nostre città e chiama anche noi a essere protagonisti del bene,” disse davanti alla folla immensa.
Quel giorno non fu solo preghiera. Fu anche festa, incontro, ascolto. Un momento di comunità vera, dove il volto più umano e misericordioso della Chiesa si fece vicino. Per ricordare quell’evento, nel Parco fu inaugurato un monumento dedicato proprio alla visita del Pontefice, ma anche a tutte le persone che ogni giorno si prendono cura degli altri: i volontari, gli operatori della solidarietà, gli invisibili che costruiscono speranza.
Oggi, nel giorno della sua morte, Monza ricorda con gratitudine e commozione quel giorno indimenticabile. Il sorriso semplice e profondo di Papa Francesco, il suo saluto dal palco, le sue mani alzate in benedizione sul prato del Parco, resteranno per sempre impressi nella memoria collettiva della città.
Un pastore tra la gente, con le scarpe sporche di strada e il cuore pieno di misericordia: così Monza lo ha conosciuto. Così lo custodirà nel ricordo.