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Pedemontana punta a chiudere le bonifiche da diossina per settembre

17 aprile 2025 | 18:36
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Pedemontana punta a chiudere le bonifiche da diossina per settembre

I campionamenti preventivi delle terre, riferiscono gli ambientalisti dopo la riunione, le classificherebbero per il 90% come rifiuti inerti.

Serata densa, quella di ieri, 16 aprile, organizzata a Meda dagli ambientalisti e dalle civiche per parlare della Tratta B2 di Pedemontana e delle bonifiche da diossina. L’appuntamento è stato messo in agenda da una serie di sigle che da anni si impegnano sul fronte civico e ambientale e che in questa fase stanno seguendo gli sviluppi della bonifica sulle aree interessate dal progetto Pedemontana. Si tratta di Sinistra e Ambiente-Impulsi Meda,  Legambiente circolo Laura Conti Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate. A illustrare dettagliatamente il quadro della situazione, il piano delle bonifiche e i punti ritenuti critici è stato Alberto Colombo con un intervento tecnico frutto di approfondimenti continui ma anche della partecipazione al tavolo sulle bonifiche attraverso il quale un gruppo di civiche e associazioni ha voluto tenere monitorato l’andamento dei cantieri.

L’iter della bonifica da diossina

I lotti da bonificare sulla tratta B2 sono 8, “sei di questi sono già stati accantierati” ha informato Colombo spiegando anche le prossime fasi: caratterizzazione in banco con prelievi di controllo, rimozione delle terre contaminate e stoccaggio con trasporto in discarica immediato, nuova fase di campionamenti per verificare l’avvenuta bonifica, elaborazione delle analisi in laboratorio e, nel caso migliore, certificazione dell’avvenuta bonifica. Fase, quella della certificazione, che vede coinvolta anche Arpa, contrariamente a quanto accade per le fasi precedenti. Un punto, l’assenza della mano di Arpa nel processo, che i gruppi ambientalisti e civici del tavolo considerano negativo. Comunque sia, sull’intero procedimento (che ha portate molto diverse tra loro a seconda delle otto aree, dislocate su diversi Comuni), Colombo ha riferito: “nel recente incontro del tavolo abbiamo appreso che Pedemontana intende chiudere tutte le bonifiche entro settembre“.

Il rompicapo del lotto abbarbicato allo svincolo della Milano-Meda

Un traguardo che le associazioni vedono come poco probabile visti i ripetuti ritardi del progetto e la complessità di uno dei lotti, quello di Meda, collocato a ridosso degli svincoli della Milano-Meda e della ferrovia Milano-Chiasso. Come accedere a quel crocevia trafficatissimo? La domanda non ha ancora risposte certe. Si tratta di un’area 25mila metri quadrati, ha ricordato Colombo snocciolando le sue slide cariche di numeri e dati, per oltre 7mila metri cubi di terreno da asportare che, per intendersi, equivalgono a circa 13mila tonnellate.

Monitoraggio polveri

Altro punto cruciale toccato è stato quello del  monitoraggio in corso sulle polveri sospese che, stando a quanto riferito dai sindaci coinvolti, al momento avrebbe rilevato dati prossimi allo zero. I report che Pedemontana invia ai sindaci, tuttavia, non possono essere mostrati e divulgati per una precisa postilla in calce ai documenti, di rilevanza legale. Su questo punto, ha dichiarato Giorgio Garofalo, consigliere comunale di Seveso e consigliere provinciale, l’accesso agli atti non ha ancora sortito risultati.

La contaminazione da diossina

Per quanto riguarda la contaminazione delle terre, Colombo ha spiegato che viene classificata per concentrazione dell’inquinante diossina in tre categorie che prevedono anche tre tipi diversi di discarica per lo smaltimento: rifiuti inerti (concentrazione sotto 100ng/kg); rifiuti non pericolosi (fino a 2mila ng/kg), rifiuti pericolosi (tra i 2mila e i 10mila). “Sul lotto 3A di Cesano – ha riferito Colombo – i campionamenti prima dell’inizio lavori assegnerebbero il 90% delle terre ai rifiuti inerti e il 10% a quelli non pericolosi”.

Pedemontana diossina meda

Le compensazioni

Un capitolo a parte è stato quello delle compensazioni: un universo intero che varia molto tra comune e comune. Cesano ha ricevuto da pochissimo la controfirma da Pedemontana sul protocollo d’intesa che dovrebbe consegnare al Comune 3 milioni di euro.  A Lentate è già stato anticipato il 10% del totale per le progettazioni. Meda è stata la prima a confermare il progetto fatto dal Politecnico per la Valle dei Mulini, sottoscritto il protocollo d’intesa e incamerato 230mila euro per la progettazione (10%). “Ma oggi i 2 milioni e 300mila totali previsti ci servono solo a pagare gli espropri”, ha precisato il sindaco di Meda Luca Santambrogio. Va detto, in effetti, che queste cifre comprendono anche i costi di progettazione e sono state stabilite prima del 2009, quando i prezzi di materiali prestazioni erano molto, molto più bassi.

Il sindaco di Meda “Difficoltà perchè Pedemontana non ha tempistiche certe”

Dal sindaco di Meda, anche presidente della Provincia Santambrogio, anche  stoccata all’indirizzo di Apl: “quello che mette in difficoltà tutti è il tema delle tempistiche – ha detto – anche nel comunicare le nostre difficoltà, Pedemontana non ha delle tempistiche certe. L’anno scorso a marzo-aprile sembrava che le bonifiche iniziassero due giorni dopo. Siamo a quasi un anno dopo e ancora la bonifica di Meda non è iniziata. Oggi abbiamo appreso che Meda è in ambasce come bonifica per come accedere all’area che è interna al sistema di svincoli della Milano Meda. Probabilmente la settimana prossima inizierà la pulizia dell’area, ma una data certa per l’inizio del movimento terra non c’è”. Altro aggiornamento arrivato nella giornata stessa dell’assemblea e riferito da Santambrogio: “Meda non avrà un cantiere per la bonifica ma saranno utilizzati quelli di altri territori”.

Risarcire il territorio per il taglio dei boschi

La serata è stata troppo carica di argomenti, dati e spunti di confronto per un resoconto completo. Merita però una citazione il passaggio sulle richieste che ambientalisti e civiche hanno messo sul tavolo: un’integrazione del Fondo delle compensazioni e una deroga alla normativa che assegna gli indennizzi del taglio dei boschi a Regione perché li ridistribuisca attraverso bandi su tutta la regione. Il tema, ampiamente approfondito da MBNews, ha sollevato il dibattito anche tra consiglieri regionali e provinciali: “gli indennizzi restino al 100% sulle aree che hanno subito il taglio dei boschi”, dicono gli ambientalisti.