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Sex Workers artigiane? L’Unione Artigiani al Governo: “Dateci un libretto di istruzioni, grazie!”

11 aprile 2025 | 14:40
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Sex Workers artigiane? L’Unione Artigiani al Governo: “Dateci un libretto di istruzioni, grazie!”

Sex Workers, che potrebbero presto essere inquadrate nientemeno che come… artigiane. Sì, avete capito bene. Come chi lavora la ceramica o sistema le tapparelle. Solo che qui, di “manodopera” se ne intende in tutt’altro senso.

Chi l’avrebbe mai detto? Nel nuovo Codice Ateco 2025 spunta una voce che ha fatto alzare più di un sopracciglio ai commercialisti: la 96.99.22. Dietro questa sigla apparentemente innocua si celano le Sex Workers, che potrebbero presto essere inquadrate nientemeno che come… artigiane. Sì, avete capito bene. Come chi lavora la ceramica o sistema le tapparelle. Solo che qui, di “manodopera” se ne intende in tutt’altro senso.

Sex Workers: l’Unione Artigiani vuole linee guida

Ma la notizia, che ha scatenato curiosità e un bel po’ di domande, è tutt’altro che uno scherzo. A sollevare il caso è l’Unione Artigiani di Milano, che, davanti a questa svolta normativa, ha lanciato un appello serissimo: “Qualcuno ci dia delle linee guida. Subito. All’interno di un settore dei cosiddetti “servizi alla persona” che include sia le “escort” ma anche chi organizza “eventi e locali di prostituzione”, attività ad oggi non autorizzate dalla normativa italiana. Oggi, senza alcun confronto preventivo, ci viene indicato anche che sono considerabili come artigiane. Se così fosse, come associazione di categoria – ricorda Marco Accornero, Segretario di Unione Artigiani – il tema va affrontato in modo concreto e serio, senza pruderie: è indispensabile ricevere linee guida dal Governo e Regioni su, solo a titolo di esempio, iscrizione alla Camera di commercio, norme su salute e sicurezza, la fatturazione, inquadramento Inps e Inail”.

Domande legittime, specie se si considera che, come ha già più volte chiarito anche la Cassazione, l’attività delle Sex Workers non è illegale, purché non ci sia sfruttamento. E se non è illegale, allora va tassata? Fin qui, il fisco ci arriva. Ma ora spunta anche l’idea che debbano essere inquadrate come artigiane dei servizi alla persona, nella stessa categoria di chi gestisce saloni di bellezza… o organizza eventi e locali di intrattenimento a luci rosse.

Sex Workers: l’Unione Artigiani “Nessuno pensi di scaricare il problema sulle associazioni e sui commercialisti”

Una categoria a parte, certo, ma che – almeno secondo il Codice Ateco – avrebbe diritto a una dignitosa casella nel grande libro della burocrazia italiana. Il problema? Nessuno ha ancora detto come dovrebbero essere trattate queste lavoratrici. Artigiane? Professioniste? Libere imprenditrici del piacere?

E se a qualcuno fosse venuta in mente l’idea di scaricare la patata bollente su CAF, associazioni di categoria e commercialisti… beh, l’Unione Artigiani ha già alzato la mano: “No, grazie. Prima vogliamo un manuale d’uso. E magari anche qualche FAQ.”

Nel frattempo, il dibattito è aperto. Tra una visura camerale e una dichiarazione dei redditi, qualcuno dovrà pur dirci: le escort vanno o no al registro delle imprese?