“Circa 5.000 cittadini arcoresi, rimasti senza medico di base, sono da giorni alla disperata ricerca di un dottore per poter avere una prescrizione per problematiche oncologiche, croniche, acute, Covid. E la risposta del Comune, un presidio a Cascina del Bruno, non è sufficente” denuncia il PD di Arcore, che ha tenuto un sit-in sabato 9 luglio, alle ore 10, in via Umberto I, di fianco alla sede ATS di Arcore, per dare risposte alla cittadinanza e attaccare la Regione e l’Amministrazione comunale.
Di fatto, già a partire dal primo giorno senza medico di base, per 4-5mila pazienti arcoresi, il servizio di continuità assistenziale di ATS Brianza è rimasto irraggiungibile. Agli assistiti dei dottori Mario Acquati, Alberto Penati e Stefano Campari, tre medici di Arcore che hanno lasciato l’attività assistenziale, causa pensionamento e trasferimento, erano stati forniti riferimenti che però non sono risultati attivi: numero telefonico fuori uso e e-mail che tornavano al mittente. Tentativi falliti per chi ha sperato di parlare con un dottore del pool che sostituisce temporaneamente i medici andati in pensione o trasferiti.
L’Amministrazione Comunale insieme ad ATS erano corse ai ripari. Dal 5 luglio il servizio è tornato accessibile negli ambulatori di Cascina del Bruno in via Galilei 80, messi a disposizione dal Comune. Una guardia medica con tre professionisti che si alternano con questi orari: lunedì, giovedì, venerdì dalle 15.30 alle 19.00 – martedì e mercoledì dalle 08.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. In mancanza di un numero telefonico, le persone interessate si sono presentate sul posto senza prenotazione, formando però lunghe file, cosa denunciata dal PD arcorese come inaccettabile.
La denuncia del PD
“In questi giorni tantissimi di voi ci hanno fatto questa segnalazione, ovvero che c’è tantissima gente che non sa cosa fare per avere le cure , le ricette e le prescrizioni necessarie – denuncia Michele Calloni, consigliere PD. “Purtroppo la soluzione dell’ambulatorio aperto in fretta e furia a Cascina del Bruno, secondo noi, non sta funzionando. Chi tra i cittadini si è rivolto al presidio, si è reso conto che i medici che erano presenti potevano fare ben poco. Solo il minimo necessario per i salvavita ma non potevano fare prescrizioni per visite mediche e specialistiche, ad esempio. In più ci è anche stata segnalata la mancanza di strumentazioni, tra cui computer, oltre alla mancanza di un telefono fisso”.
E ha aggiunto: “Indubbiamente il problema non è solo arcorese ma di Regione Lombardia, però noi ne facciamo parte e anche se il Sindaco non è più tenuto a organizzare il servizio sanitario locale, ha comunque un potere di controllo, di verifica e di giudizio su quello che fa Ats, per questo abbiamo chiamato in causa anche l’Amministrazione comunale, che si deve far sentire”.
L’appello ad ATS e la risposta temporanea
Nel corso del sit-in di protesta è emerso, nelle parole dell’ex consigliere comunale del Pd, Lucilla Ghezzi, che “dopo aver contattato ATS Brianza, nella giornata di ieri, ho parlato con una responsabile che mi ha garantito che da lunedì tutti i pazienti di Arcore che erano assistiti dai tre medici che hanno lasciato l’attività assistenziale potranno chiamare il numero 3382754184 dalle 9.30 alle 13.00. Risponderà un’infermiera a cui potranno spiegare le loro necessità. Questa accoglierà l’istanza dell’utente e la trasmetterà a un dottore che, non so nè quando nè come, dovrebbe richiamare l’utente”.
“A noi interessa che la nostra sanità funzioni – prosegue l’ex consigliera. “E che noi si abbia un servizio perchè noi risultiamo tutti pazienti ed essere pazienti non dovrebbe essere un lavoro, perchè passiamo già ore al telefono e ci paghiamo pure le prestazioni. Posso solo invitare il nostro sindaco, a continuare nel suo impegno per fare tutto il possibile, sollecitando ancora ATS. Noi, come PD, stiamo cercando di fare tutto il possibile per aiutare i cittadini”.
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