Monza, che aria tira? Una rilevazione (lunga un mese) potrà dircelo

L’NO2 è un inquinante gassoso, proveniente principalmente dalla combustione dei veicoli diesel, e associato ad un impatto grave sulla salute umana. Un gruppo di cittadini vuole vederne la diffusione nella grandi città. Tra queste c’è Monza.
Monza. Un mese per dirci – scientificamente – com’è l’aria che respiriamo. Arriva anche nella città capoluogo della Brianza, una delle medaglia nere per l’inquinamento, il progetto “Salviamo l’aria: NO2 NO Grazie” del gruppo Cittadini per l’Aria, che ha già preso piede nelle grandi città d’Italia, Roma e Milano.
Dal 4 febbraio al 4 marzo una serie di campionatori posizionati in varie aree della città monitoreranno il livello di biossido di azoto (NO2), un gas presente in aria proveniente principalmente da veicoli diesel. Ciò che il campionamento passivo – cioè la tecnica in cui la cattura dell’inquinante per diffusione molecolare della sostanza viene mantenuta all’interno del campionatore – raccoglierà in questi 30 giorni, permetterà ai ricercatori di sviluppare mappe di diffusione, scoprire hot-spots e stimare l’impatto sanitario del biossido di azoto nelle aree urbane e quindi valutare le misure necessarie.
Il progetto: collettivo, tecnologico, green
Il progetto è arrivato a Monza grazie al cittadino attivo Nuccio Nasca, che ha coinvolto una serie di realtà sensibili ai temi ambientali e della qualità dell’aria tra cui Legambiente. “Il cambiamento viene dalle istituzioni ma anche da noi cittadini – ci ricorda Maddalena Viola, Presidente della sezione territoriale di Legambiente. – Con i risultati, analizzati scientificamente in laboratorio, avremo sicuramente un dato più chiaro. Ricordo che ad oggi, a Monza, i rilevatori di inquinamento sono due, e uno di questi si trova al Parco di Monza. Il dato sulla qualità dell’aria in città, comunque grave che emerge, è sicuramente sottostimato”.
Nasca ci racconta che il tracciamento dei campionatori avviene tramite app. “Una rivoluzione – commenta – in modo che tutti coloro che hanno voluto partecipare al progetto sapevano dove piazzare, e dove no, il proprio rilevatore”. “E qui – prosegue – un’altra novità di questo progetto: tutti potevano fare la propria parte, partecipando alla campagna attivamente posizionando un campionatore nel proprio quartiere, sotto casa, davanti la scuola dei figli, e in generale in quella zona della città “a rischio” inquinamento”.
Le zone di Monza coperte dal progetto, secondo i dati forniti da Nasca, sono molte: da San Fruttuoso a Sant’Albino, passando per via Pergolesi, via Col di Lana, via Pellettier, la trafficatissima via Stucchi e molte altre. “Al passaggio a Sant’Albino è venuta anche l’assessora all’ambiente Giada Turato che ha dialogato con alcuni cittadini del quartiere”.
Cosa succede dopo il 4 marzo?
Al termine del monitoraggio “Cittadini per l’aria” invierà i campionatori al laboratorio di analisi. I calcoli terranno conto della quantità d’aria diffusa all’interno della fiala, rilevando la concentrazione media di NO2, campionatore per campionatore. I numeri che emergeranno da tali studi verranno pubblicati appena disponibili sul sito dell’associazione.