Monza

Masterplan della Villa Reale: per il Comitato lo strumento è inadeguato. E arriva la controproposta

Lo definiscono come "strumento non adeguato alla scopo" e chiedono, oltre a maggior chiarezza sul progetto, di seguire una via alternativa proponendo lo strumento del "Piano particolareggiato". Così il Coordinamento dei comitati monzesi torna sul tema Masterplan Villa Reale.

Villa Reale mb

Monza. Sono 18 in tutto i comitati e le associazioni monzesi che con un documento unitario chiedono chiarezza sullo stato del Masterplan della Villa Reale e Parco di Monza. Lo fanno con un testo lungo, approfondito e senza peli sulla lingua, indirizzato alla stampa e all’amministrazione comunale e presentato alla cittadinanza lo scorso sabato 27 maggio: “è venuto il momento – spiegano – di aprire un dibattito in città”. E rilanciano con un proposta loro: l’utilizzo del piano particolareggiato, uno strumento di pianificazione territoriale usato in materia di urbanistica.

Masterplan Villa Reale: il Comitato vuole chiarezza

Presso la sede del liceo Nanni Valentini di Monza, il racconto dei “passi avanti” del Masterplan – cioè il progetto di indirizzo strategico a breve e lungo termine che ha l’obiettivo di rilanciare il complesso monumentale della Villa Reale di Monza – è affidato a Giorgio Majoli, Bianca Montrasio e Giacomo Correale.

Di passi avanti, secondo il Comitato, dall’ottobre 2022 ad oggi, però ce ne sono pochi. “Fin dallo scorso febbraio, 18 tra Associazioni e Comitati hanno richiesto ufficialmente più volte agli organi competenti e ai redattori del Masterplan del Parco e Villa Reale di Monza di farne una presentazione pubblica – spiegano. – I destinatari dell’appello non hanno mai risposto, se non con brevi dichiarazioni alla stampa sul fatto che non si era ancora arrivati a una stesura conclusiva e che sarebbe stata probabilmente realizzata una presentazione del progetto definitivo a primavera. L’episodica risposta lascia perplessi e preoccupati, non solo perché siamo a primavera e nulla se ne sa ancora, ma soprattutto perché uno dei capisaldi dell’accordo sulla redazione del Masterplan era che si sarebbe coinvolta la cittadinanza in un percorso di partecipazione pubblica in corso d’opera e non in una semplice informazione a scatola ormai chiusa”.

Le critiche 

Nella lunga relazione fatta dal Comitato emerge un aspetto su tutti: il Masterplan non è la strada giusta per il rilancio del bene. In base agli elementi che si conoscono, per il Comitato infatti manca “una seria ricostruzione storica finalizzata all’individuazione di quale possa essere l’identità del complesso monumentale ai fini di una sua riqualificazione sul piano nazionale e internazionale” e mancano “i richiami agli studi e ai piani e programmi precedenti“, oltre a una idea di riqualificazione e valorizzazione di insieme – e quindi non “frammentaria” –  che tenga conto anche della storia e dell’identità di Villa Mirabello e Mirabellino.

Le critiche riguardano anche il rapporto all’interno del Parco tra pubblico e privato, con riferimento alle “grandi concessioni, l’ACI per l’autodromo e il Golf Club Milano per il golf” con conseguente “nefanda dipendenza e subordinazione dalle grandi concessioni che hanno potuto dettar legge e, soprattutto, a insinuare la logica del disvalore, dunque, della svendita al peggior offerente, di quello che a parole si esalta come un gioiello, ma nella realtà si liquida come “sterpaglia””. A preoccupare anche  l’assenza di una precisa identificazione dell’uscita della metropolitana che arriverà nei prossimi anni e “l’eventualità che si preveda l’edificazione di un fabbricato fuori terra”.

La contro proposta del Comitato

Il Masterplan pare più uno strumento che cerca di vendere un prodotto qualsiasi che non a recuperarlo e restituirlo al suo antico splendore“. È il verdetto del Coordinamento che non lascia scampo e prosegue, “per questi motivi, riteniamo che lo strumento più adatto per affrontare questi temi sia quello del Piano Particolareggiato, ai sensi della legge 1150 del 1942 (art. 13 e seguenti), con le sue chiare procedure di redazione, adozione e approvazione”.

Per il Coordinamento la revisione del PGT vigente (ora avviata dall’attuale giunta) potrebbe essere l’occasione per stabilire quella prescrizione per quella zona, da considerarsi come fosse un Centro storico da trattare in forma vincolante. “Pensiamo – chiosano – che sia necessario uno strumento urbanistico normato da legge e non un semplice documento di indirizzo, di gestione e di marketing “.

 

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
Più informazioni
commenta