Urbanizzazione

Consumo di suolo: secondo l’Ispra la Brianza è dove si costruisce di più

Secondo l'ultimo report di Ispra la Lombardia ottiene la maglia nera per il consumo di suolo. La Brianza è dove si costruisce di più, con Lissone capofila

Skyline-Milano-consumo-suoo

Maglia nera per la Lombardia in quanto a consumo di suolo. Il primato spetta alla Brianza, con Lissone capofila, per la provincia dove si costruisce di più.

Il dato arriva dall’ultimo report di ISPRA, l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, secondo il quale ogni secondo vengono ricoperti 2,2 metri quadrati di superficie: circa 70 km2 ogni anno.

Consumo di suolo - dati Ispra

A poco è servita la legge regionale 31/2014, che aveva l’obiettivo di introdurre delle disposizioni utili a limitare il consumo di suolo e, contestualmente, a favorire la rigenerazione delle aree già urbanizzate.  Con il 2022 la Lombardia ha invertito il suo trend, che negli ultimi anni aveva visto una moderata riduzione del fenomeno. Dati alla mano, già nel 2006 la Lombardia era quella più urbanizzata con un consumo pari all’11,54% (secondo il Veneto con un 11,24%): oggi la Lombardia sale al 12,12%.

Costruzione-consumo di suolo

Fatta la legge, evasa la regola. Questo – in sintesi – il punto di vista di Nicola Di Marco, capogruppo del M5s Lombardia, il quale ha precisato come “i dati, ancora una volta, distruggano la finta-narrazione del centro Destra. La Lombardia – precisa – è maglia nera per il consumo di suolo, con le province di Monza e Brianza e Milano sul podio insieme a Napoli. Sono dati che non sorprendono, in quanto effetto di precise scelte politiche. Occorre invece mettere mano alla legge sul consumo di suolo, visto che si è dimostrata inefficace. La correlazione fra suolo consumato e i gravi effetti del cambiamento climatico è conclamata. Secondo noi – conclude il consigliere – non è il caso di aspettare la prossima tragedia per raccontare cosa il Governo Fontana avrebbe potuto fare e invece non ha fatto”.

Nicola Di Marco - consumo di suolo

Per Di Marco è quindi necessario “intervenire in modo tempestivo sui temi della rigenerazione urbana e della riqualificazione, così da non far colare il cemento su superfici verdi o campi agricoli”.

In tal senso un pensiero andrebbe rivolto alla dibattuta Pedemontana, tanto voluta dal centro Destra lombardo e in modo particolare dalla Lega. Secondo alcune stime effettuate dal Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di Monza e Brianza, l’autostrada andrebbe a consumare circa 3 milioni di metri quadrati di suolo.

IL CONSUMO DI SUOLO IN BRIANZA

Il dato sale in modo vertiginoso parlando della Brianza. Già nel 2006 la provincia aveva un 39,13% di consumo: la percentuale più alta del Paese (seconda era Napoli con il 33,15% e terza Trieste con il 20,36% ndr). Oggi il consumo di suolo in Brianza sale al 40%. Napoli si attesta al 34,64% e Milano guadagna il terzo gradino del podio con un 34,64%.

I COMUNI BRIANZOLI CON IL CONSUMO DI SUOLO MAGGIORE

Urbanizzazione - consumo di suolo

Il capoluogo Brianzolo si attesta al 49,3% per consumo di suolo. A posizionarti sul primo gradino è Lissone con un 71% di consumo di suolo. Il secondo e terzo posto se lo aggiudicano Muggiò e Nova Milanese, rispettivamente con il 61,6% e 60,5%. Seguono poi comuni come Verano Brianza con il suo 57%. Ancora, Cesano Maderno con un 55,9%, Brughiero con un 54,5%, Bovisio Masciago con il 53,6% e Meda con un 52,6%. Con il suo 21% vince infine Sulbiate, come comune con minor consumo di suolo.

L’ALLARME DI LEGAMBIENTE SUL CONSUMO DI SUOLO

Alla luce di quanto è successo in Emila Romagna, per Legambiente il consumo di suolo è un argomento tanto delicato quanto importante anche per la Lombardia. “Nella nostra regione – spiega l’Ente – l’urbanizzazione si concentra proprio nelle fasce pedemontane, ovvero dove i corsi d’acqua rallentano il loro deflusso reclamando spazio per l’espansione delle piene e la sedimentazione dei materiali trasportati da monte.

In tal senso – ha spiegato Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – è importante che i piani urbanistici  verifichino per tempo le proprie previsioni in rapporto alla componente geologica”.

La precarietà del territorio lombardo viene resa nota proprio dai numeri del rapporto CittàClima di Legambiente che, per il periodo 2010-2023, ha elencato i disastri ambientali.

Numeri alla mano, si tratta di 174 eventi meteo-idro con danni, di 13 vittime e di 47 allagamenti da piogge intense. Di 47 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, di 27 esondazioni fluviali, di 20 eventi con danni da siccità prolungata e di 10 con danni alle infrastrutture.

Urbanizzazione - consumo di suolo

La provincia di Monza e Brianza ha avuto 6 allagamenti da piogge intense, 2 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 danno da grandine e 1 danno da siccità prolungata.

Per concludere, Legambiente spiega come il problema principale sia proprio il consumo di suolo: “Aree sempre più ampie, in particolare nella metropoli, risultano talmente dense e compatte da aver modificato radicalmente la risposta idrologica del territorio. Questo perché si sono impermeabilizzate alte percentuali di superfici e azzerato l’assorbimento dell’acqua da parte di suolo e vegetazioni”.

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