Vetriolo

A Monza, l’opposizione dà del bugiardo all’assessore Lamperti e lui replica: “Sassoli deve studiare”.

Le minoranze chiedono le dimissioni dell'assessore all'Urbanistica. Secondo lui alla base c'è l'ignoranza della normativa: "figura barbina".

lamperti

L’opposizione dà del bugiardo all’assessore di Monza Marco Lamperti e ne chiede le dimissioni. Lui replica: “figura barbina, Martina Sassoli non capisce la delibera che lei stessa ha firmato nel 2020, deve studiare”. Polemica al vetriolo dopo il consiglio comunale del 19 giugno sul tema delle aree dismesse e dell’articolo 40 Bis della legge regionale 12 che consente iter agevolati per il loro recupero. Tutto è partito dalle richieste di chiarimenti sull’iter che riguarda 21 aree inserite nel procedimento del 40 Bis. La minoranza si è rivolta all’attuale assessore Marco Lamperti che ha dato le sue risposte. All’indomani della seduta, un comunicato stampa firmato da Gruppo Misto, Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Noi con Dario Allevi ha esordito così: “Rosso sì, ma di vergogna! La bugia dell’assessore Lamperti. I gruppi di minoranza di Monza ne chiedono le dimissioni immediate”.

L’ACCUSA A LAMPERTI

Lamperti, nel comunicato stampa, è accusato di avere mentito in sede di consiglio assicurando di avere provveduto a notifiche ufficiali ai proprietari e di essere stato poi smentito. Un passaggio del comunicato recita così: ” L’assessore Lamperti, rispondendo in aula ad una domanda, ha affermato di aver seguito regolarmente la procedura e di aver notificato ai 21 proprietari di aree l’inclusione in delibera. L’affermazione di Lamperti è stata smentita dai suoi stessi uffici dopo poche ore, sottolineando che l’unica notifica è datata 2020 (amministrazione Dario Allevi). Delibera sul patrimonio edilizio dismesso decaduta per effetto delle modifiche apportate alla legge regionale nel 2021″. Chiosa: “Non solo ci troviamo di fronte ad un atto illegittimo, non avendo l’Amministrazione osservato i termini di legge previsti. Ancora più grave riteniamo ci sia la menzogna dell’assessore. Atto gravissimo” e poi la richiesta a Pilotto di sospendere la delibera e di rimuovere l’assessore Lamperti, perché “Tutti possono sbagliare certo, ma mentire ai cittadini no. Nemmeno loro possono farlo. Non
vorremmo che lo scrittore preferito da questa giunta fosse Collodi che certo di bugie se ne intendeva”.

martina sassoli

LA REPLICA DI LAMPERTI ALLA RICHIESTA DI DIMISSIONI

Un’accusa pesante alla quale Lamperti, raggiunto telefonicamente dal giornale, ha replicato con una risata, prendendo di mira in particolare Martina Sassoli, ex assessore all’Urbanistica e protagonista in consiglio nelle discussioni in materia: “esprimo la massima solidarietà agli altri consiglieri di opposizione che l’hanno seguita guadagnando una gran brutta figura. D’altra parte sono questioni molto tecniche, possono non conoscerne i dettagli, si saranno fidati della collega che è ex assessore all’urbanistica. Che dovrebbe tornare a studiare perchè non conosce la delibera che lei stessa ha proposto nel 2020 e di cui si parla da 5 anni, bastava leggere una delle note dell’Anci. Immagino i danni che può fare come consigliere regionale”.

LA QUESTIONE TECNICA

Il passaggio è tecnico e difficile da semplificare. In sostanza Sassoli, dice Lamperti, ha fatto in aula due domande. La prima: “Avete mandato le notifiche a norma di legge”? La seconda: “avete mandato le notifiche ai 21 proprietari ora che sono cambiate le premialità volumetriche”?  Alla prima domanda Lamperti ha risposto effettivamente di sì, ma riferendosi alle notifiche emanate dal Comune nel 2020: “sono le uniche a norma di legge da inviare obbligatoriamente – ha commentato oggi Lamperti – per questo alla seconda domanda ho risposto di “no”, non c’è nessuna notifica da mandare oggi, per il cambio delle premialità che, tra l’altro, non è ancora stato approvato dal Consiglio. Cosa dovrei comunicare ai proprietari”? Neanche dopo l’approvazione in consiglio, precisa l’assessore, c’è un obbligo di notifica, “ma valuteremo se procedere comunque. Intanto prendo atto che la Sassoli, quando faceva l’assessore all’Urbanistica, non guardava nemmeno fuori dalla finestra: l’articolo l’ha presentato lei nel 2020 e oggi sostiene che i proprietari delle aree già certificate come dismesse e inserite nel 40 Bis possono recedere se cambiano idea: errore grossolano, falso“.

Un caso che infiamma la politica probabilmente più di quanto possa infiammare i cittadini e sul quale plausibilmente Lamperti sarà chiamato a rispondere in consiglio comunale dove si attende anche il commento del sindaco Paolo Pilotto.

 

 

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