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Sciopero dei metalmeccanici: in Brianza i rappresentanti ricevuti in Prefettura

Occhiuto (Fiom Cgil Brianza) "Abbiamo esposto le nostre motivazioni sullo sciopero al prefetto di Monza e Brianza, sulla necessità di aprire un confronto con il Governo per un piano di sviluppo per il lavoro metalmeccanico.

scipoero metalmeccanici

Braccia incrociate venerdì 7 luglio per 4 ore in molte aziende metalmeccaniche della Brianza che si sono uniti allo sciopero nazionale indetto da  Fiom CGIL, Fim Cisl e Uilm UIL. “Abbiamo esposto le nostre motivazioni sullo sciopero al prefetto di Monza e Brianza, sulla necessità di aprire un confronto con il Governo per un piano di sviluppo per il lavoro metalmeccanico. Il prefetto ha preso in carico le richieste con l’impegno di fare una comunicazione al governo: ci sono settori importanti anche qui in Brianza che necessitano di politiche industriali e di piani di sviluppo. Altrimenti c’è il rischio che la recessione che si sta vivendo in Germania da qualche trimestre ricada anche sulle nostre aziende nel nostro territorio”, lo ha comunicato Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza all’uscita dall’incontro di delegazione delle organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm di Monza e Brianza ricevute in prefettura.
La centralità del lavoro metalmeccanico, il rilancio industriale, l’occupazione, gli investimenti per la transizione sostenibile e la soluzione delle tante crisi aperte. Sono queste le motivazioni che hanno portato le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici a proclamare 4 ore di sciopero nazionale, uno sciopero che si è svolto anche sul nostro territorio.
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Uno sciopero che rivendica la necessità di rimettere al centro il lavoro dell’industria metalmeccanica“, spiega Occhiuto, che aggiunge: “Uno sciopero che parla tanto del sistema produttivo brianzolo e delle sue eccellenze:  la maggioranza delle industrie metalmeccaniche brianzole sono parte di settori produttivi strategici del Paese, si va dalla microelettronica al settore dell’automotive e dell’elettrodomestico, e per valorizzare questo patrimonio chiediamo che ci siano politiche industriali e finanziamenti pubblici e privati. Abbiamo necessità che si aprano tavoli di confronto reali per definire piani di sviluppo dei vari settori”.
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