Attualità

Volume della tv troppo alto: scoppia violenta rissa in carcere

Protagonisti della vicenda un gruppo di detenuti stranieri. A far scattare la scintilla tra di loro un futile motivo: il volume della televisione troppo alto.

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Violenta rissa all’interno del carcere di Monza. Protagonisti della vicenda un gruppo di detenuti stranieri. A far scattare la scintilla tra di loro un futile motivo: il volume della televisione troppo alto. Nella mattinata di ieri, 12 giugno, nella quinta sezione detentiva del carcere brianzolo, cinque detenuti di origine rumena si sono scagliati contro un detenuto di origine marocchina (che in questi giorni insieme ad altri ospiti sta osservando il Ramdan) proprio perchè nelle ore serali il volume disturberre i detenuti dell’est Europa ubicati nelle medesime sezioni.

Calci, pugni e persino delle lamette: la lite è presto degenerata. «La situazione è stata davvero pericolosa – denuncia il Vice Segretario Regionale della Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Nico Tozzi – Questo scontro di etnie, ormai è all’ordine del giorno nel carcere di Monza e ancora una volta si deve ringraziare l’intervento tempestivo degli Agenti di Polizia penitenziaria presenti nel Reparto che con grande senso del dovere e professionalità hanno sedato la rissa disarmando i detenuti dalle lamette che hanno preventivamente occultate. A seguito della rissa i detenuti coinvolti sono stati visitati e curati dai sanitari dell’istituto riportando escoriazioni, tagli e contusioni in varie parti del corpo».

Da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece aggiunge: «Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. La Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Ma è sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto stamane nella Casa circondariale di Monza”.

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