Attualità

“Villa Sottocasa”, verso la sentenza: la difesa chiede l’assoluzione

Secondo i legali dell'ex sindaco di Vimercate e dell'ex vicesindaco, fu la Soprintendenza a non vigilare

vimercate-villa-sottocasa

Non sarebbe stata una mancata sorveglianza di quanto stava accadendo nel cantiere per il restauro di Villa Sottocasa a Vimercate, bensì una mancata attenzione da parte della Soprintendenza. Questa, in soldoni, la tesi della difesa di tutti gli imputati a processo per presunti abusi edilizi nella restaurazione di un’ala privata dell’antica dimora brianzola, sostenuta in aula nella scorsa udienza in Tribunale a Monza. Secondo le accuse, a processo sono imputati l’ex sindaco Paolo Brambilla, l’ex dirigente del settore Pianificazione del territorio del Comune di Vimercate Bruno Cirant e il senarote Pd Roberto Rampi, all’epoca dei fatti vicesindaco, con accuse a vario titolo per non aver monitorato lo svolgimento dei lavori.

A denunciare con un esposto quanto stava accadendo, è stato l’architetto Rossella Moioli, che aveva competenza invece sul restauro dell’ala pubblica della Villa. Le indagini dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, sono state coordinate dal Pm Manuela Massenz che, per gli imputati, ha chiesto invece condanne dai 9 ai 10 mesi, motivandole con il fatto che un Comune ha il dovere di verificare se tutte le autorizzazioni per i lavori siano presenti e vagliate a dovere.

Insieme ai due politici e al dirigente comunale, l’accusa ha chiesto la condanna a 10 mesi di reclusione per un funzionario dell’ufficio urbanistica e un costruttore, accusati di violazione della normativa sulla tutela del patrimonio culturale e falso, unitamente a 3 mesi di reclusione per un dipendente del costruttore. Gli avvocati della difesa hanno invece chiesto l’assoluzione dei loro assistiti da tutte le accuse. Si torna in aula il giugno prossimo.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.