Politica

Seveso, due esposti contro il sindaco per il cantiere della scuola Munari

I lavori sono fermi e le lezioni di educazione fisica sospese: l'amministrazione aspetta i documenti per poter affermare che l'amianto è stato completamente rimosso.

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C’è preoccupazione per lo stato del cantiere della scuola primaria “Bruno Munari” in via Monte Bianco, a Seveso Altopiano. I lavori, iniziati a giugno per un progetto fortissimamente voluto dalla ex amministrazione Butti, avrebbero dovuto smantellare la vecchia palestra, bonificarla dall’amianto e sostituirla con una nuova struttura: tuttavia, non solo il cantiere è fermo, ma non c’è neppure la certezza che l’amianto sia stato  rimosso, nonostante le lezioni siano riprese ormai da più di un mese. In più non è ancora stato trovato un accordo con un’altra struttura che sostituisca la palestra fino al termine dei lavori: i bambini stanno saltando le ore di educazione fisica, e non hanno neppure accesso al cortile, con la conseguenza che passano la ricreazione all’interno della scuola. Una situazione al limite, che ha portato a ben due esposti contro il sindaco Luca Allievi: uno di un cittadino preoccupato e irritato dall’assenza di risposte, l’altro dell’ex sindaco, oggi consigliere, Paolo Butti.

Il tema è stato sollevato anche nel corso del consiglio comunale di giovedì 4 ottobre. L’assessore ai Lavori pubblici Natale Alampi ha risposto al consigliere Alfredo Pontiggia, che chiedeva delucidazioni sui tempi, indicando marzo 2019 come data di fine lavori (un paio di mesi in meno per la primaria “Carlo Collodi”, in via Adua). Alla sollecitazione di Butti di rassicurare i cittadini in merito alla questione amianto, Alampi ha tuttavia replicato che «al momento non siamo in grado di rispondere»: manca infatti la documentazione necessaria per poterlo affermare, anche se ci sono conferme non ufficiali sulla sicurezza del cantiere. Una risposta considerata insoddisfacente sia da Butti sia da Domenico Cristiano, ex candidato per Impegno è Servizio, che hanno deciso entrambi di recarsi dai carabinieri per un esposto formale contro il sindaco.

Anche perché Cristiano aveva già richiesto chiarimenti sul perché dell’interruzione dei lavori e sullo stato di sicurezza della scuola, tramite una lettera protocollata venerdì 28 settembre e indirizzata ad Allievi, ma anche a tutti i consiglieri comunali, oltre che al personale della “Bruno Munari” e al dirigente scolastico. Lettera che, riferisce Butti, è stata inoltrata in ritardo ai consiglieri, solo dopo una sua sollecitazione. «Da cittadino e papà preoccupato», Cristiano chiedeva «Quali sono i motivi che hanno comportato l’interruzione dei lavori? L’amianto è stato allontanato dal sito completamente? La porzione di edificio che ancora insiste nell’area di cantiere contiene amianto? Le condizioni del manufatto non demolito sono compatibili con la permanenza all’aperto? Il rilascio e la dispersione di materiale pericoloso è un’eventualità ancora attuale? Le condizioni del cantiere fermo e non presidiato sono compatibili con l’attività scolastica in corso? Potete garantire l’assenza di rischi per gli studenti e il personale? L’operazione di demolizione e rimozione della vecchia centrale termica sarà condotta mediante una tecnica compatibile e sicura con la presenza di studenti e personale e con il regolare svolgersi delle attività scolastiche? Quando è stabilita la fine dei lavori? Gli studenti dell’istituto Munari non svolgono l’attività motoria prevista dal programma ministeriale: quali iniziative l’amministrazione, di concerto con la scuola, ha elaborato ma, evidentemente, non ancora messo in atto?». Domande ancora senza risposta.

E c’è di più: la costruzione della nuova palestra comporterà l’eliminazione delle attuali scale di emergenza, che al momento, pur rientrando nell’area di cantiere, dovrebbero poter essere utilizzabili. «Vuol dire che ci sarà un momento in cui la scuola non avrà un’uscita di emergenza: quelle attuali dovranno essere ricostruite in un altro punto – spiega Cristiano, che si dice “scioccato” da quanto emerso in consiglio comunale -. La risposta ricevuta in consiglio è vergognosa e ogni minuto che ci separa dalla verità consolida una di queste due ipotesi – continua -: o le figure coinvolte non hanno, colpevolmente, le risposte, o si è pensato che rassicurare un genitore che chiede di capire se la scuola di sua figlia è un luogo sicuro può attendere a tempo indeterminato».

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