Attualità

Disservizi delle poste. Cgil: «Il servizio recapito inesorabilmente affonda»

«I portalettere, numericamente scarsi rispetto alle reali esigenze, devono far fronte a zone più ampie e con carichi di lavoro squilibrati, senza contare la peculiarità del territorio brianzolo».

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La risposta data da Poste Italiane settimana scorsa in un incontro in Prefettura a Monza non piace ai sindacati. La Ggil Slc Brianza (Sindacato lavoratori comunicazione) ha deciso di non stare zitta di fronte a posta consegnata in ritardo, lamentele dei cittadini, qualità del serizio scadente. I territorio più incriminati sono Desio, Muggiò, Lissone e Nova Milanese: infatti pochi giorni fa il prefetto di Monza, accogliendo una richiesta dei primi cittadini, ha convocato un tavolo di lavoro chimanndo anche i dirigenti delle poste.

«Ci risulta che la dirigenza postale abbia, sostanzialmente, minimizzato il problema, attribuendone le responsabilità agli eventi infortunistici, accaduti ad alcuni addetti e a qualche difficoltà organizzativa verificatasi presso il Centro Meccanizzato Postale di Milano, assicurando inoltre che la situazione sarebbe migliorata. Peccato che la situazione non sia assolutamente cambiata, anzi, si è aggravata» dichiarano i sindacati che spiegano come il problema stia a monte: «L’attuazione sul territorio del piano di riorganizzazione del recapito (accordo regionale del 12.04.2013) ha dimostrato tutti suoi limiti. Il taglio nazionale, definito “politico” di 4600 zone di recapito, in Brianza si è tradotto in 65 zone in meno (19% – la più alta percentuale di tutta la Lombardia) : Arcore -3; Bernareggio -1; Brugherio -5; Carate B.za -5; Desio -7; Limbiate -10; Lissone -6; Meda -7; Monza -10; Seregno -4; Sovico -1; Vimercate -6, risparmiando altri territori secondo criteri molto discutibili e non su un oggettiva analisi di fattibilità».

Dati alla mano Vincenzo Traina, responsabile del settore poste e il Segretario Generale Vittorio Serafin  dichiarano: «I portalettere, numericamente scarsi rispetto alle reali esigenze, devono far fronte a zone più ampie e con carichi di lavoro squilibrati, senza contare la peculiarità del territorio brianzolo. Ed eccola la vera motivazione di tutti i disservizi. Le Poste, che usufruiscono molto di lavoratori a tempo determinato, sono sotto organico, ed i dipendenti devono coprire più servizi, così come i postini devono servire più zone, con il risultato che il “giro” che inizialmente era quotidiano adesso diventa a giorni alterni, se non addirittura settimanale. Ci sono Centri di Distribuzione postale che non si sono nemmeno accorti della “riorganizzazione” (vedi Milano) mentre altri (Brianza) sono stati doppiamente penalizzati: Lissone ha perso 6 zone e gli effetti si vedono, peggio ancora va ai CPD (Centri Postali Distribuzione)  di Desio e Vimercate, quasi al collasso (avevano rispettivamente 34 e 31 zone, oggi ne hanno 27 e 24, e tutte pesantissime) e l’effetto si vede: raccomandate, lettere, fatture, riviste in abbonamento, cartelle esattoriali etc».

Una condizione di caos che la sigla sindacale settore poste ha più volte segnalato «ma dall’altra parte abbiamo ottenuto in risposta solo “vedremo” e intanto il servizio recapito inesorabilmente affonda».

«A macchia di leopardo, questa situazione si replica a Limbiate, Monza, Carate, Nova, Brugherio, Muggiò, Cesano Maderno, Seregno» aggiungono i sindacati. Emblematico il caso di Muggiò: «La corrispondenza che si dovrebbe lavorare nel centro di Desio, è stata lavorata nel centro di Monza e recapitata nella giornata del sabato, con ore di lavoro straordinario, da portalettere in servizio a Monza che di certo non conosceva bene la zona e così ha impiegato molto più tempo».

Traina e Serafin concludono con un appello: «Tutto questo non si sta verificando in un’azienda sull’orlo del fallimento ma in Poste Italiane, una società che da oltre 10 anni non fa che macinare utili. Invitiamo i cittadini che dovessero avvertire disagi e disservizi a non prendersela con i postini, che non hanno nessuna colpa, anzi si deve spesso al loro spirito di sacrificio e senso di responsabilità se si riesce ad arginare in parte i disservizi quotidiani».

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