Economia

Sfide post Covid, Cgil MB: “Occupazione, risorse economiche e sostenibilità”

Il sindacato, in una diretta Facebook sulla fase 3, sottolinea la necessità di un discorso integrato sullo sviluppo di un settore che dovrà cambiare dopo l'emergenza sanitaria.

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Mentre in Italia il triste conteggio giornaliero dei morti causati dal Covid-19 continua a salire, seppure ad un ritmo ormai lento, aumenta anche il numero delle cosiddette fasi di questa emergenza prima sanitaria, ma sempre più anche economica e sociale. Dal 3 giugno, con la riapertura dei confini regionali, infatti, è iniziata la fase 3. Che, dopo quelle del picco della pandemia e della ripresa della maggior parte delle attività commerciali e aziendali, ha tra i suoi fili conduttori anche i trasporti e la mobilità.

Tematiche di primaria importanza anche a Monza e in Brianza, un territorio iper-urbanizzato, dove a volte i collegamenti con i mezzi pubblici locali peccano di efficacia ed efficienza. Gli scenari che il Coronavirus potrebbe mettere in moto su questo fronte sono centrali. E la Cgil di Monza e Brianza, con la diretta Facebook “Fase 3: Io resto in macchina – Quali prospettive per il trasporto pubblico e privato in Brianza” ha provato ad aprire squarci di realtà sul futuro prossimo. Molto prossimo.

Dall’esigenza di ripensare e riorganizzare il trasporto pubblico in funzione di una probabile revisione dei tempi di vita delle città ad un cambio di paradigma per cui ci si avvia verso un uso on demand di questo tipo di servizio, dagli incentivi per la mobilità dolce e sostenibile alla riqualificazione formativa e tutela contrattuale dei lavoratori del settore. Fino all’attenzione verso fasce di utenza fino ad ora poco valorizzate. Alla base di tutto un problema che è anche una necessità: avere risorse economiche adeguate per affrontare le sfide del presente del mondo del trasporto, pubblico e privato.

https://www.facebook.com/CgilMonzaeBrianza/videos/713250612769095/

L’ERA COVID

Se nella fase 1 i trasporti hanno funzionato quasi esclusivamente per le merci essenziali e l’e-commerce, a partire dalla fase 2 e, in particolare, ora con la fase 3, si sta registrando un graduale ritorno alla normale offerta dei servizi. Sia su ferro, sia su gomma. Questo, però, non ha riportato indietro il nastro della quotidianità.

“C’è preoccupazione perché non si registra un’adeguata domanda di trasporto pubblico – afferma Sara Tripodi, Segretaria generale Filt della Cgil Monza e Brianza – ci sono delle criticità per l’applicazione dei protocolli di sicurezza e una mancanza di coordinamento a livello regionale”. “Siamo, inoltre, in una fase di stagnazione per il rinnovo del contratto e delle gare per il settore del trasporto – continua – a tutto questo si aggiungono problemi pregressi come la mancanza di risorse economiche, la questione dei ritardi e delle percorrenze, la sicurezza dei lavoratori e la riqualificazione professionale della figura dell’autista”.

Dopo l’estate ormai alle porte, un test fondamentale per il trasporto pubblico locale sarà, a settembre, la riapertura delle scuole. “Sarà un momento complicato per valutare la capacità del servizio, soprattutto su gomma – afferma Gigi Ponti, consigliere regionale lombardo ed ex presidente della provincia di Monza e della Brianza – attualmente, a fronte delle 820mila utenze giornaliere del gennaio 2020 per il sistema dei trasporti pubblici in Lombardia, oggi siamo poco oltre il 10% con un forte calo dei ricavi”.

NUOVI STRUMENTI

Le prospettive del settore trasporto, in particolare pubblico, passerà attraverso la necessità di una diversa logica con la quale questo servizio è stato concepito fino ad ora. “Non deve essere più l’utente ad adeguarsi al trasporto pubblico locale, ma il contrario, attraverso l’uso di strumenti innovativi e sistemi di esercizio nell’ottica dell’on demand” spiega Daniele Barbone, esperto in materia di trasporti e, fino a poche settimane fa, presidente dell’Agenzia Tpl del bacino della Città metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia.

“Bisogna investire non solo in infrastrutture e modelli, ma nell’impiego del servizio, con la possibilità, da parte dell’utenza, di prenotare fasce di utilizzo potenziale del servizio – continua – tutto questo deve avvenire nella massima sinergia e nel dialogo tra i diversi attori del trasporto pubblico locale”.

Tra questi ultimi, sicuramente, ci sono i lavoratori. “Non siamo preclusi al cambiamento di questo settore, ma vogliamo essere tra i protagonisti – assicura Tripodi – non si può ridurre il discorso alla risoluzione del servizio scolastico, ma valutare l’aspetto ecologico e un’idea di trasporto come bene di merito, sostenibile e sociale, in un’ottica anche di turismo di prossimità, in cui le fasce di utenza su cui investire per mantenere i livelli occupazionali non sono solo quelle delle tradizionali ore di punta”.

Il cambiamento dei trasporti parte anche da una rivisitazione dei tempi di una città come Monza e della Brianza più in generale. “Ci vuole una proposta più flessibile ed organizzata anche verso la sostenibilità ambientale, con una revisione degli orari dei servizi pubblici e privati in funzione dell’adeguamento dei mezzi alle esigenze dell’utenza” afferma Ponti.

LA DIMENSIONE LOCALE

Partire da un contesto territoriale e inter-comunale può essere la chiave di lettura migliore. “Stiamo portando avanti gli Stati generali della ripartenza, che servono anche per valutare nuovi modi di trasporti dal punto di vista infrastrutturale e di luoghi di interscambio ferro/gomma – sostiene Luca Santambrogio (nella foto in alto), Presidente della Provincia di Monza e Brianza – meno di un mese fa, ad esempio, ho inviato una lettera al premier Conte per chiedere che il bonus bici possa essere dato a tutta la Brianza in quanto, per la sua continuità territoriale è un’unica città metropolitana”.

E, a questo proposito, un contributo importante può arrivare anche dal discusso prolungamento in Brianza della linea M2 di Milano. “Manca un milione di euro per completarne il progetto ed è la Regione Lombardia a doversi prendere l’onere in questo momento – sostiene il consigliere Ponti – l’occasione è l’assestamento di bilancio da approvare entro fine luglio”.

IL RUOLO DEI GIOVANI

Se si parla di futuro del sistema trasporti, non si può non considerare l’apporto delle nuove generazioni. Che, nel 2019, anche a Monza e in Brianza, sono state protagoniste di una ritrovata voglia di scendere in piazza per mettere la questione del cambiamento climatico al centro di ogni lungimirante politica di sviluppo (clicca qui).

“Speriamo che, al di là dell’attuale boom di vendita delle bici, la gente capisca che chiudersi in macchina non fa il bene della collettività – spiega Eleonora Porcu, attivista di Fridays for Future Monza e Brianza – è necessario un cambio concreto di mentalità, un “Ritorno al futuro”, il tempo ancora a nostra disposizione è poco e anche nel 2020 abbiamo già raggiunto l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui la Terra ha esaurito le risorse naturali che riesce a generare in un anno. Siamo sempre più in debito con lei e continuiamo a danneggiare gli ecosistemi”.

“Non c’è competizione tra bicicletta e utilizzo dei mezzi pubblici, la chiave è l’intermodalità” spiega Tripodi. “La mobilità sostenibile comporta prima di tutto scelte del singolo individuo – sostiene Barbone – sono queste che possono incentivare certi sistemi economici piuttosto che altri”.

LE RISORSE

Senza soldi non si canta messa, dice un famoso proverbio. E vale, naturalmente, anche per i trasporti. Che, da anni, fanno i conti con una carenza di fondi. Ma, ora, rischiano di averne ancora meno per colpa del Covid-19. “Il Governo ha stanziato 500 milioni di euro, di cui circa 150 dovrebbero essere destinati in Lombardia – spiega Ponti – la nostra Regione, però, in questo settore ha già un buco di 450 milioni di euro”.

“E’ necessario una progettazione integrata, con tavoli di concertazione provinciale, anche per valorizzare nel sistema dei trasporti la centralità del capoluogo nel nostro territorio – continua il consigliere regionale – è necessario sfruttare tutti i fondi, europei e nazionali, a disposizione e, magari, anche quelli per le Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina possono diventare un’occasione per rivedere il discorso sulle piste ciclabili a Monza”.

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