Monza

Monza, area Buon Pastore anno nuovo, problemi vecchi: Comitato e amministrazione a muso duro

Un punto stampa indetto dal Comitato Salvaguardia del Buon Pastore riporta a galla i problemi del progetto edilizio: i cittadini dicono no alle grandi volumetrie. E il legale spiega: "l'amministrazione può fare la differenza, non ci sono diritti urbanistici acquisiti".

Silvia Castagna e l'Avv. Emanuela Beacco

Monza. Con il 2022 e soprattutto con il cambio di giunta speravano in una svolta, eppure i problemi restano sempre gli stessi. C’è amarezza e delusione tra le fila del Comitato Salvaguardia del Buon Pastore, il gruppo di cittadini attivi che da tempo si batte per proteggere l’area del Buon Pastore (zona incastonata tra via Pellettier e via Cavallotti) da operazioni edilizie, a detta loro, dannose per l’intera città.

Il progetto che fa storcere il naso al Comitato è quello presentato dalla proprietà, la BP Real Estate: un’operazione di edificazione dell’area dismessa costituita da Villa Angela, dalla Chiesa panottica e altri edifici, circondati da oltre 20mila metri quadrati di Parco secolare fatti di alberi monumentali e piante di pregio. Concretamente, si andrebbero a costruire tre palazzine di 9, 10 e 12 piani con altezze fino a 38 metri, “un danno enorme per lo skyline di Monza e per tutti i residenti del quartiere”. Il tutto nonostante nel 2005 la Soprintendenza abbia sottoposto a vincolo il complesso monumentale; vincolo che a breve verrà riesaminato. A distanza di anni e con cambi di giunta, la richiesta del Comitato resta sempre la medesima: rispettare nella sua interezza, secondo le norme vigenti, l’area del Buon Pastore a Monza.

L’amarezza del Comitato: “Quelle in campagna elettorale sono state solo finte promesse”

Il 2023 del Comitato inizia senza peli sulla lingua. “Siamo delusi e amareggiati da questa amministrazione e dall’assessore Lamperti che in campagna elettorale diceva una cosa e oggi ne dice un’altra – tuonano. – Siamo stanchi della politica che quando governa cambia le carte in tavola. Si dice che «si ha le mani legate, c’è un PGT vigente già approvato dal consiglio comunale, che non si può fare niente», invece pensiamo che l’amministrazione possa fare molto e anzi debba fare molto per proteggere la propria città”.

Area del Buon Pastore: il punto del legale

“Se la via del dialogo non ha funzionato, magari funziona quella legale”, aggiunge Silvia Castagna, coordinatrice del Comitato. Il loro legale, l.Avv. Emanuela Beacco, ha spiegato che in questo momento due sono le azioni legali in corso per provare a fermare il progetto edilizio così com’è: un ricorso al TAR e un ricorso al Consiglio di Stato. “Il prossimo 3 febbraio ci sarà l’udienza in cui il giudice dovrà confermare o meno il vincolo posto dalla Soprintendeva nel 2005 e più volte provato a mettere in discussione, anche recentemente. Sarà un momento importante. Ovviamente da parte nostra speriamo che venga riconfermato. Ma specifico una cosa: l’amministrazione, a prescindere dalla sentenza, ha una sua volontà politica che può esercitare. C’è una certa discrezionalità: lo dico chiaro e tondo, nel 2023 non esistono diritti urbanistici acquisiti, i progetti possono essere cambiati”.

La replica dell’assessore Lamperti

Non si è fatta aspettare le replica dell’assessore all’urbanistica del comune di Monza Marco Lamperti. “Mi dispiace sentire queste critiche, quando ancora, tra l’altro, non si è fatto niente. Detto ciò, la soprintendenza ha già dato parere positivo al progetto planivolumetrico e di mezzo ci sono due piani del governo del territorio, oltre ad una proprietà che ha acquisito l’area. Non può decidere le sorti del complesso l’assessore Lamperti. Quello su cui posso e vorrò far leva è il recupero degli elementi storici e architettonici presenti, come la chiesa panottica, insistendo sulla creazione di luoghi di cultura che possano fare bene all’intera città”.

“Ho già incontrato il Comitato – chiosa l’assessore – e sono pronto a farlo ancora. Per confrontarci con sincerità la mia porta è sempre aperta”.

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