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Collaboratori sportivi, Nidil Cgil Monza Brianza: “Lavoratori ancora senza diritti”

La prevista Riforma, che sarebbe dovuta entrare in vigore dall'1 luglio, è per il momento sospesa in attesa delle modifiche, non ancora note, del Governo Meloni. Intanto il sindacato continua a chiedere che ci siano tutele maggiori per i collaboratori sportivi.


La speranza, si sa, è l’ultima a morire. Però, nel caso dei collaboratori sportivi, oltre 500mila lavoratori in tutta Italia impegnati ogni giorno a rendere fruibili le strutture sportive per un’ampia e variegata utenza, sembra non finire mai la strada verso una loro regolarizzazione contrattuale e il riconoscimento dei loro diritti.

Nemmeno dopo che la Cassazione in diverse sentenze ha stabilito che “la collaborazione sportiva dilettantistica non può essere applicata a chi svolge l’attività sportiva per mestiere, cioè in maniera professionale”.

Neanche la data del 1° Luglio, che avrebbe dovuto segnare, secondo il Decreto Legislativo pubblicato nel 2021, l’entrata in vigore della Riforma del lavoro sportivo, con i lavoratori delle palestre e delle società sportive assunti solo come lavoratori dipendenti, collaboratori coordinati e continuativi o lavoratori autonomi a p. Iva, ha cambiato le cose.

Lino Ceccarelli

LA SITUAZIONE

“Finora i collaboratori sportivi sono stati soggetti a inquadramenti contrattuali irregolari che li hanno privati per anni di qualsiasi diritto, dalla malattia alla maternità, e di tutele previdenziali e assicurative” afferma Lino Ceccarelli, Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) e dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza.

“La Riforma, voluta fortemente dal sindacato, oltre a prevedere dall’1 luglio al 31 ottobre una fase di transizione e adeguamento, conteneva in origine aspetti positivi, che avrebbero migliorato la situazione – continua – ma l’attuale Governo ha introdotto modifiche, a nostro parere peggiorative, che però non sono ancora note e pubblicate in Gazzetta Ufficiale!”.

Tutto questo aumenta l’incertezza generale che pesa come un macigno sulle società e sulle associazioni sportive, ma soprattutto sui lavoratori e le lavoratrici a cui, fino ad ora, non sono state riconosciute tutele e diritti.

I PUNTI PRINCIPALI

“Nel tentativo di distinguere il lavoro dipendente con regolare assunzione dalla più flessibile collaborazione, l’attuale Governo si è inventato un criterio assolutamente arbitrario: sotto le 24 ore settimanali sei collaboratore, sopra sei dipendente” spiega Ceccarelli.

“Ora, dal momento che il dipendente è più tutelato, questo è un regalo alle società che non dovranno assumere quasi nessuno, mantenendo rapporti di collaborazione autonoma spesso truffaldini – continua – il lavoratore non ha nessuna autonomia e continuerà a subire un rapporto di lavoro con paghe più basse e minori tutele”.

Altre caratteristiche della Riforma del lavoro sportivo riguardano la pensione e il fisco. “I contributi per la pensione non vengono riconosciuti fino a 5mila euro di guadagno, poi fino a 15mila euro sono solo il 25%, non il 34% come gli altri collaboratori di altri settori, ma per i primi cinque anni solo il 12,5 – afferma il Responsabile Nidil della Cgil di Monza e Brianza – un regalo per le società, che risparmiano sulla pelle dei lavoratori, i quali avranno pensioni infime e sono spinti verso l’apertura della partita Iva, che significa zero contributi previdenziali e zero assicurazione infortuni”.

“Infine c’è il regalo dello sconto fiscale – continua – mentre i lavoratori normali sono esentasse fino a 8mila euro circa, ma poi se superano pagano le tasse su tutto, i collaboratori sportivi non pagheranno tasse fino a 15mila euro e, se superano questa soglia, pagano solo sull’eccedenza. Comunque è un regalo soprattutto per le società sportive!”.

IL SINDACATO

L’impegno della Camera del lavoro sul tema delle collaborazioni sportive è ormai datato nel tempo. E, di fronte all’attuale momento di stallo, non può certamente permettersi un calo. “La Cgil ha a cuore questo settore fin da quando, circa dieci anni fa, promosse un’inchiesta e pubblicò un libro bianco sul lavoro nello sport – spiega Ceccarelli – l’interesse è continuato negli anni, lavorando per una riforma che, arrivata finalmente al traguardo, rischia di contraddire le esigenze di giustizia e di trasparenza che l’avevano ispirata”.

“Per questo siamo rimasti vicini alle lavoratrici e ai lavoratori che in tanti, in questi giorni, si rivolgono a noi per capire qualcosa ed essere tutelati – continua – non solo, ma siamo attivi anche a livello regionale e nazionale con iniziative pubbliche online. La prossima, appena saranno pubblicate queste attese modifiche”.

L’indirizzo politico è quello che deve segnare un cambio di passo. “Le ultime scelte sulla Riforme del lavoro sportivo sono coerenti con la politica del Governo Meloni che mira, come anche nel Decreto Legge 48 che ha liberalizzato la più odiosa forma di ricatto per i lavoratori, il tempo determinato senza causa, a dividere e rendere più deboli i lavoratori, creando al tempo stesso disgregazione sociale” sostiene il Responsabile Nidil della Cgil di Monza e Brianza.

“La diminuzione delle entrate fiscali porterà a peggiorare i servizi pubblici, a partire da salute e scuola – conclude – il danno sarà proprio di quei lavoratori che stanno ricevendo poche decine di euro grazie alla riduzione del cuneo fiscale, ma ne spenderanno molti di più a causa dell’inflazione all’8% e del contestuale aggravamento del costo dei servizi. È necessario quindi continuare a tutelare le lavoratrici e i lavoratori, e a lottare per contratti giusti. Nidil Cgil c’è”.

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