Il caso

Migranti, il caso Monte Oliveto arriva in Regione Lombardia (e mette tutti d’accordo)

Il caso del CAS di Monte Oliveto arriva in Regione grazie alla consigliera Martina Sassoli. Rivedere le linee guida per l’accoglienza migranti su tutti i territori provinciali lombardi, attraverso un protocollo unico condiviso da tutte le ATS di concerto con il Welfare di Regione Lombardia: questa la richiesta approvata all’unanimità da parte del Consiglio Regionale.

Martina Sassoli

Da Monza a Regione Lombardia. Lo aveva promesso la consigliera regionale (e comunale a Monza) Martina Sassoli: il caso Monte Oliveto sarebbe giunto anche ai tavoli di Regione Lombardia. Detto, fatto: la richiesta di Sassoli al colleghi è stata quella di rivedere le linee guida per l’accoglienza migranti su tutti i territori provinciali lombardi, attraverso un protocollo unico condiviso da tutte le ATS di concerto con il Welfare di Regione Lombardia.

Martina Sassoli, consigliera regionale (Lombardia Migliore)

La richiesta è stata approvata all’unanimità da parte del Consiglio Regionale martedì 6 febbraio 2024, sulla scorta di una mozione urgente presentata dalla consigliera di Lombardia Migliore e sottoscritta trasversalmente dalla maggioranza dei partiti dell’aula regionale, da Fratelli d’Italia al Partito Democratico. Come aveva già spiegato Sassoli in occasione della conferenza stampa del centro-destra monzese sul caso Monte Oliveto, le attuali linee guida di ATS che prevedono quali criteri oggettivi per l’individuazione delle strutture di accoglienza straordinaria da parte delle Prefetture 3,5 m2 per singolo migrante, riducibile a 3 in caso di sistemazione della zona notte con letti a castello. Ma ancora, 1,2 mq per i turni in mensa e 1 bagno ogni 10 persone.

“Questi parametri, specificatamente in un momento di emergenza sociale come quello attuale, – commenta Martina Sassoli – rischiano di dare vita a concentrazioni – ghetto potenzialmente pericolosissime oltre che poco dignitose per chi oggi chiede asilo. Per fare un paragone, 7 sono i mq che dovrebbero essere garantiti ai detenuti mentre – paradosso- l’Europa ne impone 6 per un maiale in allevamento: per i migranti solo 3”.

La preoccupazione condivisa è che con questi parametri possano proliferare Centri Accoglienza Straordinaria (CAS) ad alto tasso di pericolosità sociale, con ricadute negative anche sui quartieri in cui questi si collocano. “Per questo abbiamo chiesto all’Assessore Bertolaso di farsi carico della necessità di rivedere le linee guida igienico -sanitarie cui le Prefetture dovranno attenersi ai sensi della normativa vigente per promuovere una più equa distribuzione dei migranti sui nostri territori. L’accoglienza deve accompagnarsi al valore del rispetto: rispetto delle persone, tutte, sia dei migranti, che dei cittadini lombardi che si vedono catapultare, da un giorno all’altro, decine di persone nei propri quartieri.”

La mozione, sottoscritta dai consiglieri di Monza e Brianza Alessia Villa (Fratelli d’Italia) e Pietro Luigi Ponti (Partito Democratico), oltre che da Lombardia Ideale, Noi Moderati, Alleanza Verdi e Sinistra, Forza Italia e Lega, ha trovato il consenso unanime dell’aula regionale.

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