Attualità

Frode: sgominata banda criminale, in inchiesta anche sponsorizzazioni gare F1

Arrestato imprenditore di Lissone, indagini partite da inchiesta su Autodromo di Monza


Cinque persone sono state arrestate e ottantadue sono indagate a vario titolo per associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio per un importo complessivo di 75 milioni di euro, a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza di Monza, coordinata dalla Procura di Monza, su un’organizzazione criminale operante su scala internazionale, nel settore delle sponsorizzazioni sportive di gare automobilistiche e dedita al riciclaggio dei proventi di frode fiscale. Il Gip del Tribunale di Monza, al termine delle indagini durate due anni, ha emesso le cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di tre cittadini italiani e due svizzeri, e disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni riconducibili ai membri dell’associazione criminale (conti, immobili di pregio e auto di lusso), per un valore di circa 10 milioni di euro.


Sponsorizzavano team e piloti di Formula Uno e Rally gonfiando le relative fatture e facendo passare gran parte denaro ufficialmente destinato alle sposorizzazioni automibilistiche attraverso tre livelli societari internazionali, che ritornava indietro riaccreditato su conti cifrati gestiti da fiduciarie svizzere, in contanti o tramite acquisto di immobili. Era questo il modus operandi du un’organizzazione criminale operativa su scala internazionale nelle sponsorizzazioni di gare automobilistiche, scoperta da un’indagine della Guardia di Finanza di Monza e coordinata dai Pm monzesi Michele Trianni e Rosario Ferracane, che ha portato all’arresto di cinque persone (tre italiani e uno due svizzeri) e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 82 persone, a vario titolo per associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio per un importo complessivo di 75 milioni di euro. Stando all’inchiesta sono 85 le società che tra il 2007 e il 2014, tra cui Sias che gestisce l’Autodromo di Monza, avbeneficiato del sistema organizzato dal gruppo criminale. Il Gip del Tribunale di Monza al termine delle indagini durate due anni e partite da una costola della maxi inchiesta sulla gestione dell’Autodromo di Monza, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei beni riconducibili ai membri dell’associazione criminale (conti, immobili di pregio e auto di lusso), per un valore di circa 10 milioni di euro.


Stando a quanto ricostruito dalle fiamme gialle brianzole con l’indagine “Hidden Accounts” avviata nel 2014 dal Pm Walter Mapelli (oggi procuratore a Brescia) e poi passata ai colleghi Trianni e Ferracane, 85 società distribuite su tutto il territorio nazionale, tre in Brianza di cui una è Sias, per abbattere l’imponibile tra il 2007 e il 2014 avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti (per lo più consulenze) per svariati milioni di euro, destinate a società inglesi incaricate delle sposorizzazioni ufficiali di piloti e team di Formula Uno, Rally e categorie minori che, scorporata la percentuale destinata alle corse (ignari piloti e team), riciclavano il denaro facendolo sparire attraverso “società scatole vuote” con sede a Panama fino al 2014, poi con sede nelle Isole Marshall e infine a Dubai. Da lì il denaro veniva accreditato su conti cifrati gestiti da fiduciarie con sede a Lugano (Svizzera), ritenute le “registe” del sistema criminoso, le quali a loro volta ne restituivano una parte alle società di partenza sempre attraverso conti cifrati, oppure consegnando il denaro in contante per mano di fidi collaboratori o acquistando immobili di pregio. La nuova inchiesta è nata a conclusione di quella sulla gestione dell’Autodromo di Monza, suddivisa in due filoni tra il 2012 e il 2014, quando emerse l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per circa un milione di euro da parte di Sias, società che gestisce il circuito monzese. Tra i cinque arrestati un imprenditore di Lissone che ha già avviato il patteggiamento con la magistratura, uno di Piacenza residente da anni a Dubai e uno abruzzese domiciliato a Londra.

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