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Prolungamento M5, l’Associazione Hq lancia l’allarme: “Monza non ha le carte in regola”

I finanziamento potrebbero essere a rischio poiché il progetto non compare in nessun documento formale


Si sta trasformando in un giallo il prolungamento della M5 sino alla Villa Reale di Monza e all’Ospedale San Gerardo. L’associazione Hq ha infatti scoperto che il progetto porrebbe non riuscire a ottenere da Roma il finanziamento necessario perché non compare su nessun documento di pianificazione. Non ce n’è traccia sul Pums, vale a dire il Piano urbano della mobilità sostenibile, nè sul Psm, ovvero il piano strategico metropolitano.

I DUBBI

“Le nuove regole ministeriali per ottenere il finanziamento di una linea metropolitana sono precise e rigorose e Monza, al momento, non ha le carte in regola – spiega Isabella Tavazzi, portavoce dell’associazione Hq -. Noi crediamo nella volontà del sindaco Allevi e della giunta di portare a casa il metrò, ma lanciamo un’allerta e una domanda, non senza un po’ di ansia: ce la faranno a presentare la richiesta con tutti gli elementi indispensabili?”. 

La domanda è legittima perché la richiesta di finanziamento dovrà essere presentata entro dicembre di quest’anno e alcuni tasselli importanti non sono affatto a posto. Sono in gioco 600-700 milioni senza i quali il metrò non si fa, e il tempo stringe davvero.

Il prolungamento della M5 è diviso in due tratte: una da Bignami a Cinisello Bettola e la seconda da Cinisello Bettola sino al nord di Monza. Il lotto fino a Cinisello è previsto sia nel Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) di Milano, sia nel Psm (Piano Strategico Metropolitano). Il lotto da Cinisello Bettola al Nord di Monza, invece, cioè quello che è importante per il capoluogo brianzolo, non c’è da nessuna parte: Monza addirittura non ha un Pums vigente, e la tratta monzese non è indicata nemmeno nel Ptcp (Piano territoriale di Coordinamento della Provincia Mm).

Un altro elemento di criticità è rappresentato dalla mancanza, nel Pgt (Piano di governo del territorio) di Monza, di un’area destinata ad ospitare il deposito – officina treni della M5 al limite sud del Comune.

Ma oltre a questi elementi di criticità, l’associazione ha anche sottolineato come le rigide regole stabilite dal Ministero infrastrutture impongano chiarezza sui finanziamenti, in modo particolare sull’entità dell’intervento di Regione Lombardia e al momento non risulta che la Regione Lombardia abbia preso una decisione a questo riguardo. 

Thomas Valentini, presidente di Monza Mobilità, società partecipata del Comune di Monza che si occupa di trasporti, attenua però i toni. “L’associazione esercita giustamente un controllo sull’attività amministrativa – commenta valentini -. Tuttavia, se questo allarme l’avessero sollevato un anno fa avrebbe avuto un senso, ma oggi, dopo che sono già stati effettuati due carotaggi e che è stato avviato uno studio di fattibilità sul prolungamento, è eccessivo”.

Lo studio dovrebbe essere oramai in dirittura d’arrivo. Entro luglio si dovrebbe avere un quadro più preciso della situazione e soprattutto si dovrebbe avere un dato certo sul rapporto costi – benefici dell’opera. “Siamo fiduciosi che l’intervento avrà tutte le giustificazioni economiche e viabilistiche necessarie per avere gli stanziamenti necessari – prosegue Valentini – ed entro il prossimo autunno l’amministrazione inizierà a mettere a punto il suo Piano urbano per la mobilità sostenibili. Per quanto riguarda l’assenza nel Pgt di un riferimento all’area depositi, credo che ci sia tutto il tempo per effettuare  l’inserimento necessario”.

Nel frattempo, sulla questione si è mosso anche il Movimento Cinque Stelle. “E’ troppo tempo che Monza attende la metropolitana – conduce Danilo Sindoni, capogruppo in Consiglio -. Chiederemo un incontro all’associazione Hq e ci attiveremo col ministro ai Trasporti, Danilo Toninelli”

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