Anche perché Malpensa in ribasso porta in una sola direzione: Milano e la Brianza, e dunque anche l’Italia, perdono competitività. Tra i più danneggiati ci sono le rappresentanze estere e i consolati, ma anche le 3mila imprese straniere che operano in Lombardia non nascondono il loro disappunto, a causa dei maggiori costi. Potrebbero cambiare sede un centinaio di imprese con circa 2500 posti di lavoro a rischio. In crescita anche i costi per le imprese straniere che hanno rapporti commerciali con la Lombardia: altri 320mila lavoratori che sono in sofferenza.
Milano senza Malpensa perde competitività anche per gli opinion leader stranieri. In tanti non capiscono come la metropoli lombarda in pochi anni sia riuscita a “uccidere” entrambi gli aeroporti che aveva: Linate e Malpensa. Sette operatori stranieri su dieci valuta molto negativamente il ridimensionamento di Malpensa.
“Malpensa – ha detto Sangalli – rappresenta un’infrastruttura fondamentale per la competitività di Milano e della Brianza. Tra i più danneggiati ci sono gli imprenditori e gli operatori commerciali. E’ urgente un intervento per ristabilire una connessione aerea all’altezza di un’area importante come quella milanese. Ne va del rilancio economico di tutto il Paese”.