Attualità

Monza, in piazza contro il razzismo: “Rivedere le leggi su immigrazione e cittadinanza”

La manifestazione brianzola è stata organizzata sulla scia delle iniziative lanciate dal movimento Black Live Matter, letteralmente "le vite nere contano", in solidarietà di George Floyd.


Mascherine sul volto, cartelli fatti a mano con cartone e pennarelli, una X a terra per garantire la distanza di un metro gli uni dagli altri. Anche la città di Monza scende in piazza contro il razzismo. Con un flashmob pacifico ma senza peli sulla lingua, i manifestanti hanno chiesto che anche nel nostro Paese di rivedano il prima possibile le leggi che regolano immigrazione e cittadinanza.

La manifestazione a Monza

La manifestazione anti razzista si è tenuta venerdì 12 giugno, nel cuore di Monza, in piazza Roma, nel rispetto delle misure anti-COVID. E’ stata organizzata delle Sardine MB, sulla scia delle iniziative lanciate a livello mondiale dal movimento Black Live Matter, letteralmente “le vite nere contano”, in solidarietà di George Floyd, l’uomo ucciso a Minneapolis (USA) da un poliziotto che per 8 minuti e 46 secondi gli ha puntato sul petto un ginocchio fino a soffocarlo.

I manifestanti di Monza, circa 300 persone di cui tanti giovanissimi, hanno chiesto a gran voce nuove tutele per le persone di colore, troppo spesso discriminate dall’opinione pubblica e costrette a vivere quotidianamente ingiustizie e soprusi, soprattutto sul posto di lavoro.

«Il razzismo non è solo un problema degli Stati Uniti – ci spiegano i coordinatori della manifestazione. – Anche nel nostro paese ci sono tante cose che non vanno. Abbiamo cercato di fare rete, chiamando a raccolta le associazioni che potessero dare un contributo concreto alla causa e raccontarci i problemi che una fetta della popolazione vive quotidianamente anche nel nostro territorio. E’ una manifestazione di solidarietà? Sì, ma è anche una presa di posizione politica».

Le testimonianze: “Leggi ingiuste. E’ razzismo istituzionale”

Tra i nodi che la politica italiana deve risolvere sul tema immigrazione, secondo le testimonianze di alcuni attivisti, ci sono la legge Bossi-Fini, i due decreti Sicurezza e gli accordi tra Italia e Libia.

«E’ una vergogna che tutto ciò sia ancora presente nel nostro ordinamento – racconta Carola Invernizzi, studentessa monzese di 20 anni, la prima speaker delle serata. – Viviamo in questo paese, siamo parte di una comunità. Studiamo, lavoriamo, paghiamo le tasse. Eppure, ogni giorno, anche in Italia, tante persone di colore vivono sulla propria pelle delle piccole/grandi discriminazioni senza la possibilità di difendersi».

«E’ la politica che cambia le cose – prosegue Chiekh Tidiane Gaye, scrittore e poeta senegalese con una laurea in filosofia in tasta, nonché consigliere comunale di Arcore. – Dispiace ammetterlo, ma alcune amministrazioni anche in questa provincia disegnano le persone di colore esclusivamente come “ladri“, “spacciatori“, “criminali“. Questa cosa non va bene, il cambiamento sociale deve essere accompagnato da un cambiamento politico e da una nuova narrazione. Oggi siamo in piazza per dire no al razzismo e per solidarietà nel confronti di George Floyd. Anche in Italia ci sono tante storie drammatiche che spesso non vengono raccontate o finiscono nel dimenticatoio. Cambiare le cose si può, ma insieme. Studiate e non guardate da un’altra parte davanti alle ingiustizie: solo così si può pensare di governare e cambiare le cose. Dobbiamo costruire un Paese basato su nuovi doveri e sulle leggi, perchè quello che accade oggi in America non accada domani da noi».

 

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