Attualità

Papa Francesco per le unioni civili? In Brianza si accende il dibattito

Papa Francesco fa notizia: una sua dichiarazione di qualche mese fa è stata ripresa in questi giorni dai media mainstream internazionali, e scoppia il dibattito. La Chiesa ha davvero annunciato ufficialmente di parteggiare per le unioni civili? Siamo andati a chiederlo a singoli e associazioni lgbt+ della Brianza.


“Sono favorevole alle unioni civili, le persone omosessuali hanno diritto a una famiglia”. Queste le parole rimbalzate ovunque sui media italiani fino a quelli oltreoceano. Nel bel mezzo della crisi pandemica, proprio quando i contagi ritornano a salire, la notizia squarcia il dibattito pubblico e scuote tutti, dai vertici vaticani fino ai piccoli paesini di provincia.

Tutto nasce mercoledì, alla Festa del cinema di Roma, durante la presentazione del documentario del regista russo Evgeny Afineevsky. “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Parole che in sala rimbombano talmente tanto da essere più che notiziabili per i giornalisti presenti. La sua presa di posizione ha di certo una portata storica, ma sul tema non c’è coesione in Vaticano.

Tant’è che in una mail della direzione editoriale del Dicastero per la comunicazione, pubblicata in esclusiva da ilfattoquotidiano.it, è contenuto l’ordine di censurare tutto ciò che riguarda il documentario nel quale Bergoglio si espone sulla questione.

Addirittura Adinolfi, il leader de “Il Popolo della Famiglia”, accusa i media come “traduttori maligni” e sostiene che il Santo Padre non avrebbe mai aperto alla possibilità, per le coppie omosessuali, di avere una famiglia. “Il Papa – spiega Adinolfi – non parla di costituzione di famiglia omosessuale ma che le persone omosessuali “tienen derecho a estar en la familia”, hanno diritto a restare nella famiglia, “e los padres tienen derecho a reconocer ese hijo como homosexual”. La frase quindi sarebbe da interpretare come “non si può cacciare nessuno dalla famiglia”, e quando si parla di “cobertura legal” per le coppie omosessuali si tratterebbe di “un riferimento all’unione delle coppie civili che in alcuni paesi non ci sono”.

I COMMENTI DELLA BRIANZA

“Finché non passa – sostiene Oscar Innaurato, membro di BOA, Brianza Oltre l’Arcobaleno – dalle mani della CEI, finché i preti e i vescovi continueranno a fare proselitismo effettivamente quella (ndr: del Papa) rimane una bella parola possibile tra le mille che ha detto. Ci fa piacere che abbia fatto questa presa di posizione come la dovrebbe fare su mille altre cose”.

“Mi sembra – continua Oscar – un cerchiobottista. Dà un colpo al cerchio e uno alla botte. L’auspicio è che questa dichiarazione si tramuti in fatti, ma fino ad allora la Chiesa Cattolica può dire qualsiasi cosa. C’è entusiasmo tiepido”.

All’estero alcuni non l’hanno presa bene: “Le unioni civili – risponde il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller – violano i diritti umani. Il Papa stia più attento, non è al di sopra di Dio“. Altri invece esultano festeggiando per una nuova fase per il mondo cattolico.

Sono stupefatto – parla Tommaso, brianzolo, attivista di Link Bicocca – da quanto molti si siano posti in maniera del tutto acritica ma anzi proprio esultante rispetto alle dichiarazioni di Bergoglio. Dal mio punto di vista il Papa non è altro che il guru di un gruppo religioso che da sempre ha avuto una posizione molto oppressiva nei confronti della comunità lgbt+. Sono quindi sopreso perché la dichiarazione non è solo leggermente diversa ma completamente antitetica da quella del resto del clero”.

“A me – continua Tommaso – la dichiarazione di Francesco non sembra una dichiarazione programmatica. Magari è percepita da lui come singolo, ma da lui come vertice di un’istituzione religiosa pare un tentativo di marketing per cercare di riallacciare la Chiesa ad un tessuto sociale che non può più tollerare l’omertà della Chiesa stessa rispetto a violazioni dei diritti umani basilari, cercando di rendere la chiesa più appetibile e più al passo col cambiamento”.

Adesso che il dibattito è stato innescato, bisognerà vedere come verrà riportato nelle singole parrocchie brianzole, dalla più grande alla più piccola. “Non credo – denuncia Tommaso – ci saranno cambiamenti tangibili in Brianza. Probabilmente i cattolici brianzoli si allontaneranno ancora di più dal Papa”.

Sarà un aiuto per alcuni e alcune al fine di liberarsi dall’oppressione familiare o sociale, o sarà un buco nell’acqua? Con alle spalle un impianto legislativo basato sulla famiglia tradizionale, e che fino a ieri ha ottenuto avanzamenti solo parziali – depotenziati dagli stessi “ultracattolici” all’interno del parlamento – la politica italiana per ora tace.

Articolo di Ludovico Di Muzio

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.