Davide Rossi, fondatore di questa innovativa start up brianzola nata meno di quattro anni fa, ci racconta come si sta sviluppando il progetto di migliorare i processi aziendali.
Il nome è già più di un’indicazione. Boring Stuff significa, letteralmente, roba noiosa o parte noiosa. Insomma tutto ciò che, anche in ambito aziendale, si deve fare ma si fa contro voglia, senza alcun entusiasmo, in una condizione priva di stimoli e che, a lungo andare, può diventare logorante.
Boring Stuff, però, indica anche una start up innovativa, un’azienda giovane e fatta da giovani. Che nasce in un paese della Brianza, Vimercate. E in soli tre anni, di cui due di pandemia globale, prende letteralmente il volo verso New York per poi tornare in Italia ed espandersi su tutto il territorio. Con collaborazioni e clienti che vanno da Nord a Sud e continuano a crescere.
“L’obiettivo è chiaro fin da subito, anche se astratto e forse persino folle: trasformare le realtà aziendali in cui ancora prevalgono “boring stuff” in luoghi di lavoro “un-boring” in cui il vero protagonista, non sprecato, torna a essere il capitale umano e le sue incredibili potenzialità” afferma Davide Rossi, villasantese, classe 1988, che nell’estate 2019 si è lasciato alle spalle il suo precedente lavoro per buttarsi a capofitto in questa impresa.
La lotta della giovane start up brianzola a tutte quelle mansioni spersonalizzanti, monotone e ripetitive, spesso legate a lavori d’ufficio ma anche a cicli produttivi sempre uguali, che fanno sentire le persone prosciugate, alienate, stanche e demotivate, nasce da basi concettuali piuttosto solide.
“Lo psicologo Thorndike nei primi del Novecento scrisse che la noia è la vera causa della minore produttività – spiega il fondatore di Boring Stuff – l’Italia, a pari merito con gli Emirati Arabi, è il Paese in cui ci si annoia di più al lavoro, almeno secondo l’ultimo studio di ‘Emolument’, società inglese che si occupa di consulenza”.
“Ecco perché, che si tratti di start up o imprese multinazionali, il nostro obiettivo è quello di aiutare le aziende a creare ambienti di lavoro sempre più intelligenti, per migliorare l’esperienza di lavoro delle persone” continua Rossi.
Per poter ottenere questi ambiziosi traguardi, Boring Stuff punta a rivoluzionare, anzi convertire nel profondo, sia a livello strategico che a livello applicativo, i processi aziendali che necessitano un cambio di rotta e una maggiore efficienza in quanto vetusti o ancora non tecnologicamente avanzati.
Si spiega anche così il fatto che, oltre a consulenza, ricerca e sviluppo, l’azienda brianzola ha già una division interna, Boring Hub, che si occupa a 360° della parte operativa. “Alla base della nostra filosofia c’è l’importanza di democratizzare l’impiego della tecnologia e delle innovazioni digitali, affinché le aziende possano impiegarla per risolvere i reali problemi delle persone, creando esperienze di processo efficaci e personalizzate” afferma Davide Rossi.
“Quindi non strategie replicate e software generici da implementare, ma uno studio puntuale e preciso che permette poi di costruire applicativi ad hoc, unici e speciali per ogni specifica azienda – continua – grazie a Boring Hub, si compie infatti il successivo percorso di co-creazione degli strumenti digitali su misura, che i software già presenti sul mercato non riescono a soddisfare”.
L’approccio portato avanti da Boring Stuff sta già producendo frutti positivi. Dalla manifattura alla sanità, dai servizi all’edilizia, la giovane azienda brianzola conta un pacchetto clienti che è passato da poche unità a più di trenta progetti in meno di quattro anni.
“Un traguardo che dimostra quanto le aziende, in particolare le PMI, abbiano solo bisogno di una buona dose di fiducia nei confronti dell’apporto che oggi la tecnologia può portare nei loro processi – sostiene il fondatore dell’innovativa start up – quando i clienti tastano con mano i nostri prototipi già comprendono il grandissimo potenziale che la loro realtà può sprigionare in termini di risparmio costi e produttività”.
“È come irrorare d’olio un vecchio motore – continua – evolviamo quello che già c’è, con effetti che
lasciano stupiti, in primis, i dipendenti stessi”. Il 2023 ha da poco superato la sua metà, ma i progetti dell’azienda brianzola sono già puntati in avanti.
“Il 2024 sarà un anno impegnativo con grandi novità su software e tecnologie proprietarie, che hanno iniziato ad avvicinare sia aziende importanti che investitori per permettere una crescita ancora più consolidata – annuncia Rossi – la forza di Boring Stuff è proprio nel suo team: un gruppo coeso e con una straordinaria voglia di fare e crescere”.
“Nell’ultimo evento di team building, un weekend lungo in un luogo magico a Vezza D’Oglio – conclude – il motto è stato solo uno: Annoiarsi non è concesso, qui noi ci divertiamo”.