Gli italiani che hanno problemi di incontinenza sono più di sei milioni, e non tutti sono anziani, a differenza di quel che si potrebbe immaginare. Tale disturbo, infatti, colpisce a qualsiasi età, anche se è innegabile la maggiore incidenza a mano a mano che gli anni passano.
Gli italiani che hanno problemi di incontinenza sono più di sei milioni, e non tutti sono anziani, a differenza di quel che si potrebbe immaginare. Tale disturbo, infatti, colpisce a qualsiasi età, anche se è innegabile la maggiore incidenza a mano a mano che gli anni passano. La richiesta di pannoloni per uomo e per donna, dunque, è in costante aumento: tali dispositivi si rivelano indispensabili per i soggetti che non sono in grado di controllare le funzioni vescicali o urinarie, in modo più o meno grave. Ma è possibile ottenere degli aiuti dallo Stato da questo punto di vista?
La fornitura gratuita dei pannoloni, definiti presidi sanitari assorbenti, è garantita dallo Stato per gli aventi diritto, cioè per coloro che sono colpiti da grave incontinenza fecale o urinaria cronica; l’accesso gratuito è esteso anche ai cateteri. La fornitura è standard, una volta che è stato accertato il possesso dei requisiti previsti: il quadro normativo di riferimento è rappresentato dal Decreto min. Sanità 321 del 31 maggio del 2001.
La procedura che deve essere seguita comporta, in primo luogo, una prescrizione di uno specialista del Servizio Sanitario Nazionale, a cui spetta il compito di segnalare il livello di gravità del problema e di indicare il fabbisogno di pannoloni per uomo o per donna. Dopo che l’Asl ha dato l’autorizzazione necessaria, gli ausili assorbenti vengono consegnati dalla stessa azienda sanitaria locale a domicilio o in farmacia, in modalità frazionate e comunque secondo tempistiche che variano di caso in caso. Occorre tener presente che la prescrizione dello specialista non vale per sempre, ma dura solo un anno; ovviamente può esser rinnovata. Per ciò che concerne la richiesta dello stato di invalidità, ci sono differenze da una Regione all’altra: quindi non si può far altro che informarsi con attenzione. Questo è solo uno dei fattori che comportano una notevole disomogeneità sul territorio nazionale tra cittadini che dovrebbero avere gli stessi diritti ma che sono, in un certo senso, discriminati in base al luogo in cui vivono.
Gli incontinenti che vivono nel nostro Paese spesso lamentano forniture non sufficienti o reclamano a causa di prodotti di qualità carente, comunque non adeguati in proporzione alle loro specifiche necessità. Come è facile intuire, si tratta di problemi di non poco conto, perché per chi deve affrontare le perdite urinarie avere la certezza di rimanere asciutti in virtù di un dispositivo ad hoc non è importante solo per evitare situazioni imbarazzanti nelle relazioni sociali, ma serve anche a prevenire la diffusione di cattivi odori, la moltiplicazione di germi o addirittura la formazione di piaghe da decubito.
Solo i due terzi delle esigenze effettive delle persone incontinenti vengono coperti dalla fornitura statale di ausili assorbenti per incontinenza. Per il resto i pannoloni per uomo e per donna devono essere comprati direttamente da chi ne ha bisogno. Una questione da non sottovalutare, e che in Italia è ancora problematica, riguarda il fatto che gli incontinenti hanno esigenze diverse e variabili: a seconda della gravità del problema necessitano di ausili specifici.
Allo stato attuale il PadTest è il solo metodo che sia stato validato sul piano scientifico capace di correlare la quantità di perdite con il dispositivo assorbente: si tratta di un test oggettivo che comporta il peso del pannolino usato al fine di verificare l’entità delle perdite. Solo nel caso in cui venga a mancare questo test si può sopperire con un questionario.