Anche in Brianza è alta la vigilanza per le problematiche relative all’abuso e alla dipendenza dal gioco d’azzardo.
Nell’Agenzia di Tutela della Salute in Brianza ci sono 339 persone seguite per problemi di GAP (Gioco d’Azzardo Politico). In Lombardia con questa cifra, ci si colloca al terzo posto dietro soltanto la città metropolitana di Milano (918) e Brescia (441).
Dunque anche in Brianza è alta la vigilanza per le problematiche relative all’abuso e alla dipendenza dal gioco d’azzardo. La ludopatia è una questione seria che come tale deve essere affrontata così come stanno facendo i comuni brianzoli.
Seregno ad esempio è riuscita ad ottenere un contribuito di 30.000 euro dalla Regione Lombardia per un progetto annuale caratterizzato da vari aspetti. Da una parte corsi di formazione per gli agenti della polizia locale per controllare scrupolosamente potenziali illeciti nelle sale da gioco. Dall’altra tante iniziative, in collaborazione con altri enti ed associazioni, per informare la popolazione sul tema e cercare di prevenire tali problematiche. Importante azione sarà svolta anche nei confronti degli esercizi commerciali per invogliarli a diventare delle attività “no slot”.
Da questo punto di vista si muove da anni Lissone che ha deciso di invogliare i negozi a togliere qualsiasi tipo di macchina per il gioco d’azzardo confermando anche per quest’anno uno sconto del 20% sull’odiatissima TARI, la tassa comunale sui rifiuti. Si tratta dell’ultima misura a livello cronologico di un comune da tempo molto attento al problema sia con misure come queste sia con atti simbolici quali l’adesione al Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo.
La critica mossa più facilmente nei confronti di queste azioni sul territorio è la seguente: per quanto si possa agire nel mondo reale, ben poco si può fare in quello virtuale dove scommesse e gioco d’azzardo raggiungono capillarmente le persone di tutte le età, che sia tramite un PC o, ancora più facilmente in ogni dove con un tablet o uno smartphone di ultima generazione. Su Internet poi c’è soltanto l’imbarazzo della scelta in fatto di portali specializzati come bet365 casino, sempre pronti ad offrire importanti ed invitanti bonus di benvenuto per cominciare a giocare.
La critica è ovviamente legittima ma ovviamente ogni azione non può avere un effetto globale anche in altri settori ed inoltre, secondo studi recenti, bisogna comunque rivedere le proporzioni del fenomeno tra reale e virtuale. Si scopre ad esempio che tra le giovani generazioni, in particolare quella che va dai 14 ai 19 anni, le forme di gioco più fruite sono rappresentate dai gratta e vinci, seguiti dalle agenzie di scommesse e sale da gioco sul territorio. Soltanto al terzo posto si piazza il gioco online.
Una classifica forse dovuta, almeno in parte, ai maggiori controlli che avvengono online per verificare la maggiore età dei giocatori (ricordiamo infatti, repetita iuvant, che ogni forma di gioco d’azzardo è severamente vietata ai minori di 18 anni in Italia) ma che comunque dimostra come per quanto sia grande il fenomeno dell’online, non cancella affatto l’azzardo fruito nel mondo reale.
Ricordiamoci comunque sempre che il gioco d’azzardo in sé non è un problema. Lo diventa quando se ne abusa, si perde il controllo e si arriva fino alla dipendenza. Ben vengano quindi tutte le iniziative di istituzioni ed associazione, ma di certo l’educazione e l’autocontrollo personale sono gli elementi imprescindibili per non cadere in vortici dalle potenziali gravi conseguenze.
*Pubbliredazionale