I dati statistici relativi a sovrappeso e obesità nel mondo e in Italia obbligano a cambiare l’approccio con cui valutare le problematiche legate all’eccesso di peso e ad adottare abitudini di vita più salutari fin dall’età infantile.
Dati alla mani il problema dell’obesità è grave, più di quanto si possa immaginare. Sulla base dei dati statistici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)*, risulta che la prevalenza dei casi di obesità nel mondo è raddoppiata rispetto al 1980: l’11% degli uomini e il 15% delle donne è obesa; mentre il 38% della popolazione maschile e il 40% della popolazione femminile è in sovrappeso. Sono 42 milioni i bambini sotto i 5 anni in sovrappeso od obesi, pari a circa il 6% della popolazione di riferimento.
E in Italia, dove la dieta mediterranea dovrebbe farla da padrone, la situazione è purtroppo speculare: il 45,8% degli adulti e il 26,5% tra bambini e adolescenti è in sovrappeso od obeso.
A livello globale sono circa 3,4 milioni gli adulti che ogni anno muoiono per cause correlate all’eccesso ponderale (sovrappeso e obesità). Le principali patologie correlate sono: ictus, cardiopatie, ipertensione, asma, dislipidemia/ipercolesterolemia, malattie del fegato, sindrome metabolica, diabete di tipo 2, osteoartrosi, varici e ulcere venose e alcune forme di cancro (per es. cancro del colon e cancro della prostata).
Da questi pochi dati statistici risulta evidente quanto sia importante tenere sotto controllo il proprio peso e curare o prevenire eccessi ponderali pericolosi.
La determinazione dell’eccesso ponderale e dei rischi di salute ad esso associati, non può essere accertato solo con il peso corporeo, occorre infatti prendere in considerazione anche l’Indice di Massa Corporea (IMC), che viene calcolato rapportando il peso all’altezza (IMC=kg/m2), unitamente alla misura della circonferenza addominale. Sulla base dell’indice di massa corporea, l’OMS considera in sovrappeso od obesa una persona con valori superiori rispettivamente a 25 e 30. Tuttavia, non ci si può limitare a questa misurazione, può accadere infatti che anche chi è da considerarsi normopeso secondo l’IMC, sia comunque fortemente a rischio di patologie tipicamente associate all’obesità qualora presenti una circonferenza addominale superiore alla misura considerata soglia, cioè 88 cm per le donne e 102 cm per gli uomini. Quindi, anche in presenza di un livello di indice di massa corporea sotto la soglia di 30, occorre prestare attenzione al giro vita perché una misura oltre i livelli indicati è indice di obesità viscerale (grasso localizzato tra gli organi interni e il tronco) che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e altre patologie.
Affinché la determinazione degli eccessi ponderali rappresenti un valido strumento per risolvere, ma soprattutto prevenire, situazioni critiche, è necessario che coinvolga sia adulti che bambini. Generalmente, un adulto obeso è stato un bambino in sovrappeso: infatti l’obesità da piccoli porta con sé un carico pesante da adulti.
Occorre sottolineare che nonostante l’utilità dei parametri sopracitati, la misurazione dell’eccesso ponderale nei bambini è tanto necessaria quanto complessa e articolata, in quanto deve ovviamente tenere conto dell’evoluzione continua della fisicità dei soggetti coinvolti.
Nei primi 3 anni di vita la convivenza con genitori in eccesso di peso è una delle maggiori cause di obesità infantile, e purtroppo la madre in sovrappeso è solita non percepire il medesimo problema nei propri figli. Successivamente, la persistenza dell’obesità in età infantile, pur tenendo conto dell’aumento fisiologico dell’adiposità e dell’indice di massa corporea, diventa un fattore determinante per lo sviluppo di obesità nell’adolescenza e nell’età adulta.
Sulla base di quanto appena evidenziato, le condizioni della popolazione italiana in età infantile proiettano una luce ancor più preoccupante sull’evoluzione futura della problematiche determinate dall’eccesso ponderale: il 20,9% dei bambini/ragazzi è in sovrappeso, il 9,8% è obeso (di cui il 2,2% grave).
Il periodo adolescenziale rappresenta un momento ugualmente delicato e critico per l’insorgenza e/o la persistenza di sovrappeso/obesità già sviluppati negli anni precedenti. Infatti, proprio in questa fase della vita le abitudini alimentari variano, i pasti diventano irregolari, l’attività fisica viene ridotta o abbandonata, la dieta predilige alimenti grassi e può includere l’uso e l’abuso di alcolici.
Sempre nel periodo adolescenziale, il ricorso periodico a diete sbilanciate e drastiche produce ripetute oscillazioni di peso, tipiche di questa fascia d’età, che provocano una ridistribuzione del grasso corporeo a favore dell’accumulo di adipe e a scapito della massa magra. In questa fascia d’età diventa quindi più difficile controllare il peso.
Il sovrappeso e l’obesità sono condizioni generalmente prevedibili ed evitabili: infatti, i principali fattori che le determinano (abitudini alimentari scorrette, uno stile di vita sedentario e l’inattività fisica) rappresentano allo stesso tempo le variabili su cui agire per fare prevenzione tra gli adulti, ma soprattutto tra i bambini.
Se è vero che una cura efficace richiede una diagnosi precoce, allora una diagnosi precoce significa anche fare prevenzione. Ma prevenzione non significa solo scoprire in tempo utile di essere malati, significa soprattutto creare le migliori condizioni per evitare l’insorgere della malattia stessa. La prevenzione richiede quindi informazione e conoscenza. I dati appena esposi parlano da soli, tutte le informazioni sono a nostra disposizione. Ora occorre fare prevenzione, occorre adottare un punto di vista nuovo: se dieta significa scegliere uno stile di vita salutare, basato su un’alimentazione varia, completa, ma senza eccessi, da associare sempre ad una buona dose di attività fisica, allora forse è arrivato il momento di mettere a dieta i nostri figli, per il loro bene. E per farlo consigliamo di rivolgersi a degli esperti, perchè studiare una dieta non è cosa facile e deve essere fatta ad personam. Nei centri Cab Polidiagnostico è possibile trovare tutte le risposte che servono per ritrovare una qualità della vita che altrimenti metterebbe a rischio la nostra salute.
* dati 2013-2014