«Che spunti di riflessioni per noi e per la nostra comunità dobbiamo trarre dal sacrificio compiuto dai nostri soldati?». Questa la domanda rivolta ieri dal vicesindaco di Campione d’Italia Florio Bernasconi ai presenti accorsi al cimitero vecchio per commemorare la ricorrenza del 4 novembre, festa nella Penisola delle forze armate e dell’unità nazionale. «Io credo che queste riflessioni debbano soprattutto aiutarci a saper collocare le nostre attuali difficoltà locali, nel contesto più vasto della storia e della situazione internazionale – ha rimarcato Bernasconi –. Le nostre non sono difficoltà modeste: Campione d’Italia dall’ultimo conflitto in poi, non ha conosciuto uno stato di crisi paragonabile a quello attuale; una crisi che ha generato anche motivatamente, tensioni, apprensioni e paure. Ma teniamo ben presente che le paure non si superano rifugiandosi nella nostalgia di quello che era prima. Di nostalgia non si vive, ma si muore. Per uscirne – ha continuato il vicesindaco – serve fiducia, prima di tutto, in sé stessi e poi una nuova convergenza sociale. Dobbiamo però chiederci se davvero sia utile a Campione la delegittimazione delle persone che ancora appassiona troppi di noi». Secondo Bernasconi «un paese si può salvare dalla situazione in cui si trova, solo a condizione che i suoi abitanti vogliano salvarlo». La battaglia dell’Amministrazione comunale a tutela dei posti di lavoro «richiede dunque da parte di tutti una più forte coesione sociale – ha appuntato il vicesindaco – un maggiore senso d’appartenenza alla comunità in cui si vive e anche una più autentica generosità».
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