Parlare di ludopatia non soltanto per fotografare ancora una volta una situazione per molti versi preoccupante, ma anche e soprattutto per proporre rimedi concreti a questo grave problema, analizzando le esperienze già compiute a livello europeo e i loro risultati: questo l’intento di un convegno che si terrà sabato 23 novembre presso il Casinò Campione d’Italia.
Parlare di ludopatia non soltanto per fotografare ancora una volta una situazione per molti versi preoccupante, ma anche e soprattutto per proporre rimedi concreti a questo grave problema, analizzando le esperienze già compiute a livello europeo e i loro risultati: questo l’intento di un convegno che si terrà sabato 23 novembre presso il Casinò Campione d’Italia. Il patrocinio dell’iniziativa è dei Lions Club (Distretto 108Ib1 e Distretto 108Ib4), dell’Asl di Como, del Comune di Campione d’Italia e della stessa casa da gioco. In una serie di relazioni, che saranno coordinate dall’avv. Roberto Simone (Lions Club Como Host) e dall’avv. Giulio Di Matteo (Lions Club Milano alla Scala), un gruppo di esperti che da tempo si occupano di questo tema ne approfondirà le caratteristiche e gli sviluppi sotto i profili psichiatrici, terapeutici e giudiziari. L’incontro è organizzato dai Lions Club Como Host, Milano alla Scala, Campione d’Italia, Lugano, e dal Leo Club Chronos, con l’adesione della I Circoscrizione del Distretto 108Ib1.
La problematica che riguarda il gioco d’azzardo patologico e le sue conseguenze sociali è da tempo all’attenzione dei Lions, che ne hanno fatto uno dei propri settori di studio e d’intervento, mentre – come è noto – La Regione Lombardia ha approvato proprio il mese scorso una legge sulla prevenzione e il contrasto delle dipendenze da gioco d’azzardo e il trattamento di chi ne è affetto, che prevede fra l’altro agevolazioni per gli esercenti che disinstallano le slot e penalizzazioni per chi non lo fa, vietando inoltre la collocazione di nuovi apparecchi a meno di 500 metri da scuole e oratori. Meno noto è il fatto che il Casinò Campione d’Italia ha attivato, sulla scorta delle esperienze condotte da diversi Paesi europei e dalla Confederazione Elvetica, un programma specifico di controllo degli ingressi e dell’attività dei giocatori che porta quotidianamente – spesso su richiesta degli stessi o dei familiari – all’allontanamento di giocatori patologici. Procedure che, ovviamente, non possono essere applicate dai piccoli esercenti nei locali che sempre più
frequentemente si trasformano in sale da gioco e che finiscono per esercitare – con conseguenze nefaste – un’attrazione che spesso sconfina nel patologico su categorie deboli come i giovani e gli anziani.
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