I mutui si differenziano a seconda della destinazione della somma ricevuta: mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile.
Si definisce, con il termine mutuo, un tipo di contratto per ottenere un finanziamento da un istituto di credito, al fine di acquistare o rinnovare un immobile. I mutui si differenziano a seconda della destinazione della somma ricevuta: quelli che servono per l’acquisto della prima casa, ad esempio, permettono di usufruire di agevolazioni differenti rispetto a quelli richiesti al fine di comprare un immobile da adibire a seconda casa o da fittare. In ogni caso, la distinzione principale, viene fatta tra mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile.
Il mutuo a tasso fisso è un tipo di mutuo con un tasso di interesse costante, quindi invariato per tutta la durata del piano di ammortamento. Chi sottoscrive il contratto di mutuo scegliendo il tasso fisso, conosce l’importo della rata sin dall’inizio, avendo la certezza di non subire modifiche nel tempo, sia peggiorative che migliorative. È, infatti, la banca che si fa carico delle oscillazioni del tasso di interesse, pertanto la rata tende ad essere più alta rispetto al mutuo con tasso variabile. I vantaggi di questa soluzione riguardano la possibilità di pianificare al meglio le proprie spese, e si rivela essere utile per chi non ha una propensione al rischio e non prevede delle modifiche del proprio reddito nel periodo di ammortamento. La restituzione delle rate, poi, avviene mediante rate costanti (dette anche “alla francese”), crescenti o decrescenti. Nel primo caso, l’importo da restituire all’istituto di credito, è diviso in rate uguali composto da una quota di capitale crescente ed una quota di interessi decrescenti. La rata all’italiana o decrescente, considera per il calcolo una quota di capitale costante ed una quota di interesse decrescente; la rata crescente, invece, prevede un importo che aumenta in base alle scadenze fissate in precedenza sul contratto di mutuo.
Il mutuo a tasso variabile, invece, è basato su un tasso di interesse che oscilla in base all’indice finanziario di riferimento (Euribor). Ciò significa che la rata del mutuo durante il piano di ammortamento cambia, e può essere più alta o più bassa di quella precedente, in base all’andamento del mercato nel periodo di riferimento. Se l’inflazione diminuisce, anche la rata del mutuo si abbassa. Se gli indici di mercato, invece, sono in rialzo, le rate aumentano, anche in maniera sensibile. Pertanto, chi opta per questa tipologia di mutuo deve avere una propensione al rischio preponderante. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che si potrebbe trarre un vantaggio in termini di risparmio non indifferente. In ogni caso, è sempre fondamentale valutare la propria disponibilità economica sia presente che futura, prima di scegliere una soluzione simile, al fine di considerare la possibilità o meno di far fronte alle oscillazioni dei tassi di interesse. Una variante del mutuo a tasso variabile è costituita dal mutuo a tasso variabile con cap (capped rate, cioè “tasso limitato”). Ciò significa che viene stabilito, al momento della stipula del contratto, un tasso limite oltre il quale la rata non può andare.