Ci sono profumi che hanno attraversato la storia a testa alta, non solo come ricordi di un’era di ribellione e consumismo, ma come espressione tutt’ora fisica e presente di un passato che ha segnato i tempi e che continua a lasciare il segno con versioni più giovani e moderne.
Capelli lunghi, giacche a spalle ampie, Levi’s, fuseaux, mini gonne e fantasie appariscenti, tutte icone di uno stile inconfondibile e che ha saputo cogliere il potere spavaldo della profumeria di lusso e di inserirlo in un contesto trasgressivo attraverso l’utilizzo di pubblicità provocatorie a cui il nudo (o la sua illusione) non recava disturbo.
Lo sfondo del concept era mirato su donne con alte posizioni in ambito lavorativo e che esigevano di ricordarlo a tutti, ma senza dimenticare i cosiddetti “bassifondi”.
Infatti nessuna poteva rinunciare ad avere il proprio, il profumo era divenuto ufficialmente, e già dalle più giovani età, l’ossessione femminile must have per eccellenza.
Per questo i fiori predominavano la piramide olfattiva, sebbene alcuni marchi abbiano avuto un’impronta più rivoluzionaria e anticonformista proprio in merito all’onda underground della gioventù.
Ora li definiscono vintage, ma sono richiami di una spavalderia originale e che ancora ci affascina, i primi segni dell’emancipazione femminile se vogliamo e possiamo assaporarne il ricordo grazie ad alcuni superstiti che sono stati tra i più amati ed hanno mantenuto il loro spirito retrò, e sono disponibili nel catalogo online profumi donna Esserbella.
Trésor (Lancôme)
La boccetta non mente sulle sue origini e infatti è stato uno dei parfum che ha spopolato maggiormente. Ambrato e dalla forma che riprende uno stile art déco, tra le prime testimonial è stata Isabella Rossellini.
Romantico, è composto da un jus floreale arricchito da note intense di ananas, bergamotto e pesca, sensuale per l’ambra e la vaniglia che abbracciano il muschio.
Il suo successo ha permesso a quest’essenza di crescere e trovare spunto in nuove creazioni che ne portano il nome importante.
Kouros (Yves Saint Laurent)
L’impatto della cura del corpo ebbe notevole successo anche nel mondo maschile, che diede vita nel 1981 ad un profumo per l’uomo sportivo ispirato alle antiche divinità greche.
Nato per essere spavaldo e per sottolineare la propria virilità, mette in risalto la forza atletica maschile appropriandosi di note ambrate e speziate fino a estremizzarle e renderlo animalico.
Forse un po’ eccessivo, ma ha saputo ugualmente conquistarsi una posizione a lungo termine e a mantenere la forma a colonna del contenitore.
Lou Lou (Cacharel)
Inaspettato è stato questo profumo dai toni tropicali. Un contenitore dalla forma semplice, quasi anonima, color turchese contenente fiori di Tiara tahitiani.
Un cuore prevalentemente floreale che unisce fiore d’arancio a tuberosa, ylang ylang, ribes nero e prugna, chiudendo con tonka e vaniglia.
Opium (Yves Saint Laurent)
Era il desiderio di tutte e avrebbero fatto i salti mortali pur di averlo, tanto era di voga e altrettanto costoso.
Un profumo orientale dai tratti misteriosi e che rientra tra i primi della categoria, ma che tuttavia possedeva un’aura pesante se non addirittura persistente (ma del tutto riconoscibile).
Contenuto gelosamente in una boccetta che trasmette superiorità altolocata e che non vuol sentir ragioni su chi è che comanda all’interno della stanza.
Poison (Christian Dior)
Lanciato nel mercato nel 1985, è lui il vero manifesto di un movimento femminile la cui mitica frase recita “il profumo è il veleno del cuore”. La campagna pubblicitaria fu ispirata dalla fiaba de La bella e la bestia e fece subito colpo.
La boccetta è stata la prima di molte sue rivisitazioni e rappresenta il frutto proibito che condannò Eva, contiene un mix innovativo e del tutto originale di bacche selvatiche mescolate a note ambrate e speziate.