Le scuole della provincia Monza e Brianza sono letteralmente strabordanti: troppi alunni stipati in aule non idonee a contenerli tutti in sicurezza.
Che la scuola stia vivendo un momento non troppo felice ormai appare abbastanza chiaro. Di pochi giorni fa la notizia che lo stipendio degli insegnanti italiani è tra i più bassi d’Europa, situazione che non manca di suscitare diversi malcontenti. Ma se da una parte, nonostante i tagli operati al corpo docente, c’è ancora la concezione del dipendente pubblico che può “almeno” permettersi il lusso di fare ricorso ai prestiti Inpdap in caso di necessità (vedi http://www.calcoloprestito.org/guida/inpdap), dall’altra ci sono problemi e carenze strutturali che mettono a serio rischio l’incolumità dei ragazzi.
Le scuole della provincia Monza e Brianza sono full
La notizia è che le scuole della provincia Monza e Brianza sono letteralmente strabordanti: troppi alunni stipati in aule non idonee a contenerli tutti in sicurezza. Ma per capire bene dobbiamo fare necessariamente un passo indietro. In linea generale il numero dei bambini e dei ragazzi è diminuito in tutto il territorio nazionale. Questo ha portato alla necessità di chiudere alcune strutture e di creare gli istituti comprensivi dove, allo stato attuale, vengono accorpati anche due o più plessi (soprattutto in riferimento alla scuola secondaria di primo grado) ubicati anche in diversi comuni. Questo significa che gli alunni sono stati concentrati tutti in un unico istituto in alcune località. Ma poiché il numero degli studenti, anche in virtù dell’arrivo dei rifugiati, è variabile, ora le aule stanno letteralmente esplodendo.
Alcuni professori hanno già contattato il Ministero dell’Istruzione denunciando questa grave situazione, ma attendono ancora risposte.
I pericoli che corrono i ragazzi
Il rischio che quotidianamente corrono i nostri ragazzi, in queste condizioni, sono legati soprattutto a quelle che possono essere le condizioni di emergenza, come per esempio la necessità di evacuare la struttura per via di un incendio. Generalmente, durante il corso dell’anno, si fanno diverse prove di evacuazione, dove ci sono gli studenti capofila, chiudifila e l’insegnante che deve compilare il modulo e fare l’appello. Il problema però sorge nel momento in cui le classi ospitano un numero massiccio di studenti, difficile riuscire a radunarsi in un luogo sicuro in quelle condizioni.
La didattica in rovina
Ma al di là della sicurezza, che comunque resta il punto fondamentale, sono da considerare anche tutte le problematiche inerenti la didattica. Infatti il numero elevato di alunni concentrato nelle classi comporta certamente delle criticità dal punto di vista prettamente didattico. Seguire diventa sempre più difficili, anche in virtù del fatto che si devono rispettare i parametri per l’inclusione di quegli studenti con bisogni educativi speciali e di certo, soprattutto per loro, un ambiente così caotico non è il massimo per favorire la concentrazione.
Ci ritrova quindi da un parte con una diminuzione degli insegnanti e dall’altra con delle condizioni davvero sfavorevoli per gli alunni che saranno sempre più penalizzati sotto diversi piani.
*Publiredazionale